In chiave di baritono | Page 7

Antonio Ghislanzoni
da lunga pezza vagheggiate, trovai le
convulsioni della paura, i delirii del rimorso. Mio marito poche ore
innanzi era divenuto assassino.
--Basta, o signora, diss'io rabbrividendo. Preferisco ignorare il resto

d'una tale istoria.
--Poichè il mio labbro ha proferito l'accusa contro l'uomo di cui porto il
nome, è necessario ascoltiate anche le sue discolpe.
--Voi potete risparmiarle; io non ammetto discolpe pegli assassini...
--Signore... vi hanno delle ragioni politiche...
--Avete voi per queste ragioni politiche sentito men vivo il ribrezzo
nello stringere la sua mano grondante di sangue?
--Nella prima notte che io passai al fianco di Carlo, appena egli mi ebbe
rivelato l'orribile segreto, io fui presa da ribrezzo, e mi ritrassi inorridita
dall'amplesso sanguinoso. Ma quando il mio sposo mi fece suonare
all'orecchio le sante parole: Italia e libertà! parole ch'io mai non aveva
udite prima d'allora, parole che d'un tratto mi svelavano un nuovo
mondo d'idee, di speranze e di aspirazioni; allora cessò il ribrezzo del
sangue; una forza magnetica mi attrasse di bel nuovo verso colui che
mi parlava quel gagliardo linguaggio--io non vidi più nel mio Carlo un
assassino, ma il vendicatore di un popolo oppresso, lo strumento della
giustizia di Dio...
--Voi l'amavate davvero il vostro Carlo, e veggo che l'amate ancora...
--Se io l'amo!
Rammenta, o lettore, l'energia della Rachel e la soavità della Ristori;
uniscile assieme, e saprai qual fosse l'accento della bella Ascolana nel
proferire quella esclamazione. E pensa altresì che ella era coricata; che
i gesti, i moti della persona riuscivano doppiamente efficaci; che ad
ogni agitar delle braccia e delle altre membra, le coltri se ne andavano
giù dalla sponda opposta...
--E come avviene che il vostro Carlo non trovisi ora con voi?
--Le ragioni istesse che il giorno delle mie nozze lo spinsero a trucidare
un prete scellerato, pochi mesi dopo lo strapparono dalle mie braccia.

Egli è partito per Roma alla testa di un corpo di volontari...
--E voi, per quanto apparisce, vi siete proposta di andarlo a
raggiungere...
--Ne ho fatto giuramento. Non è forse dovere di sposa seguire il marito,
fosse anche sul cammino che conduce al patibolo? Oh sì! voglio
combattere anche io; anch'io voglio prender parte a questa terribile e
disperata lotta di generosi! A Roma si decidono in questo momento i
destini dei nostri figliuoli--fra venti anni (il mio Carlo lo ha detto--ed io
ho fede nelle sue parole) fra vent'anni, o i popoli avranno schiacciata
l'idra del dispotismo clericale che ha in Roma il suo capo, o i preti
avranno abbrutito di bel nuovo l'Europa coi terrori dell'inquisizione.
L'entusiasmo dell'Ascolana era al colmo.
Il Birecchi entrò nella stanza; ma ella non fece più caso di lui.
--Signora, le dissi stringendole la mano, mi accettereste voi per
compagno di viaggio?
--Non solo vi accetto, ma conto su voi, rispose ella.
Il Birecchi fece una smorfia grottesca, e proferì un ho capito più sonoro
e più goffo che mai.
Il mezzogiorno era prossimo, ed io voleva giungere al convento per
l'ora del pranzo. Mi congedai dalla bella Ascolana, promettendole sarei
tornato a farle visita prima di notte, onde intendermi con lei per
l'esecuzione de' nostri progetti. Il Birecchi esitava a seguirmi, ma
l'Ascolana con un sorriso misto di dolcezza e d'ironia:
--Signore, gli disse, io aveva bisogno del medico; per oggi posso
dispensarmi dal cavadenti.
Il Biracchi sta volta non pareva disposto a capire; ma vedendo ch'egli
rimaneva inchiodato dinanzi al letto, io lo indussi a seguirmi,
traducendogli letteralmente il motto della signora:

--L'ammalata ha bisogno di rimaner sola.
--Ah! vedo... basta...! ho capito!
Pochi minuti dopo, io risaliva la collina per recarmi al convento; il
Birecchi passeggiava sotto le finestre dell'albergo, appannandole de'
suoi sospiri.

CAPITOLO V.
Risoluzioni ed espedienti.
Il partito era preso.--Non restavami che trovare i mezzi per seguire la
bella Ascolana sul nuovo cammino ch'ella mi additava.
Farmi soldato.... combattere.... morire forse!... Perdonate, miei buoni
lettori; io non ebbi mai molta fede nel mio eroismo, e ne ho ben poca
nell'eroismo degli altri.--L'idea dei pericoli che io doveva incontrare sul
sentiero della gloria, mi preoccupò seriamente lo spirito pel corso dei
quindici giorni che io dovetti passare a Grottamare, attendendo la
completa guarigione della mia bella compagna.
E nondimeno quei giorni trascorsero per me deliziosi, fra le ascetiche
meditazioni del convento e la men casta contemplazione di una beltà
provocante, innanzi a cui si erano dileguati tutti i miei santi propositi.
Frattanto l'Ascolana riacquistava ogni giorno nuove attrattive col
rifiorire della salute. I suoi grandi occhi si aprivano sfavillanti come
gemme; le labbra si animavano, la voce acquistava quel timbro da
contralto, che io ritengo esser la voce ermafrodita degli angioli.
Appena fu in grado di abbandonare il letto, Adelaide--tale era il nome
dell'Ascolana--uscì con me al passeggio. Ella si appoggiava al mio
braccio, e tutta lieta delle forze rinascenti, camminava
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