ch'io mai non aveva udite prima d'allora, parole che d'un tratto mi svelavano un nuovo mondo d'idee, di speranze e di aspirazioni; allora cessò il ribrezzo del sangue; una forza magnetica mi attrasse di bel nuovo verso colui che mi parlava quel gagliardo linguaggio--io non vidi più nel mio Carlo un assassino, ma il vendicatore di un popolo oppresso, lo strumento della giustizia di Dio...
--Voi l'amavate davvero il vostro Carlo, e veggo che l'amate ancora...
--Se io l'amo!
Rammenta, o lettore, l'energia della Rachel e la soavità della Ristori; uniscile assieme, e saprai qual fosse l'accento della bella Ascolana nel proferire quella esclamazione. E pensa altresì che ella era coricata; che i gesti, i moti della persona riuscivano doppiamente efficaci; che ad ogni agitar delle braccia e delle altre membra, le coltri se ne andavano giù dalla sponda opposta...
--E come avviene che il vostro Carlo non trovisi ora con voi?
--Le ragioni istesse che il giorno delle mie nozze lo spinsero a trucidare un prete scellerato, pochi mesi dopo lo strapparono dalle mie braccia. Egli è partito per Roma alla testa di un corpo di volontari...
--E voi, per quanto apparisce, vi siete proposta di andarlo a raggiungere...
--Ne ho fatto giuramento. Non è forse dovere di sposa seguire il marito, fosse anche sul cammino che conduce al patibolo? Oh sì! voglio combattere anche io; anch'io voglio prender parte a questa terribile e disperata lotta di generosi! A Roma si decidono in questo momento i destini dei nostri figliuoli--fra venti anni (il mio Carlo lo ha detto--ed io ho fede nelle sue parole) fra vent'anni, o i popoli avranno schiacciata l'idra del dispotismo clericale che ha in Roma il suo capo, o i preti avranno abbrutito di bel nuovo l'Europa coi terrori dell'inquisizione.
L'entusiasmo dell'Ascolana era al colmo.
Il Birecchi entrò nella stanza; ma ella non fece più caso di lui.
--Signora, le dissi stringendole la mano, mi accettereste voi per compagno di viaggio?
--Non solo vi accetto, ma conto su voi, rispose ella.
Il Birecchi fece una smorfia grottesca, e proferì un ho capito più sonoro e più goffo che mai.
Il mezzogiorno era prossimo, ed io voleva giungere al convento per l'ora del pranzo. Mi congedai dalla bella Ascolana, promettendole sarei tornato a farle visita prima di notte, onde intendermi con lei per l'esecuzione de' nostri progetti. Il Birecchi esitava a seguirmi, ma l'Ascolana con un sorriso misto di dolcezza e d'ironia:
--Signore, gli disse, io aveva bisogno del medico; per oggi posso dispensarmi dal cavadenti.
Il Biracchi sta volta non pareva disposto a capire; ma vedendo ch'egli rimaneva inchiodato dinanzi al letto, io lo indussi a seguirmi, traducendogli letteralmente il motto della signora:
--L'ammalata ha bisogno di rimaner sola.
--Ah! vedo... basta...! ho capito!
Pochi minuti dopo, io risaliva la collina per recarmi al convento; il Birecchi passeggiava sotto le finestre dell'albergo, appannandole de' suoi sospiri.
CAPITOLO V.
Risoluzioni ed espedienti.
Il partito era preso.--Non restavami che trovare i mezzi per seguire la bella Ascolana sul nuovo cammino ch'ella mi additava.
Farmi soldato.... combattere.... morire forse!... Perdonate, miei buoni lettori; io non ebbi mai molta fede nel mio eroismo, e ne ho ben poca nell'eroismo degli altri.--L'idea dei pericoli che io doveva incontrare sul sentiero della gloria, mi preoccupò seriamente lo spirito pel corso dei quindici giorni che io dovetti passare a Grottamare, attendendo la completa guarigione della mia bella compagna.
E nondimeno quei giorni trascorsero per me deliziosi, fra le ascetiche meditazioni del convento e la men casta contemplazione di una beltà provocante, innanzi a cui si erano dileguati tutti i miei santi propositi.
Frattanto l'Ascolana riacquistava ogni giorno nuove attrattive col rifiorire della salute. I suoi grandi occhi si aprivano sfavillanti come gemme; le labbra si animavano, la voce acquistava quel timbro da contralto, che io ritengo esser la voce ermafrodita degli angioli.
Appena fu in grado di abbandonare il letto, Adelaide--tale era il nome dell'Ascolana--uscì con me al passeggio. Ella si appoggiava al mio braccio, e tutta lieta delle forze rinascenti, camminava con lena giovanile sulle sabbie del mare, infino a quando io non l'avessi ammonita di far ritorno all'albergo. Pareva una giovane rondinella, che vicina a passare l'Oceano, tentasse con brevi voli la vigoria delle penne.
Una sera, tornando da una passeggiata più lunga del consueto, mentre io stava per congedarmi da lei ?Amico, mi disse con accento risoluto; lunedì prossimo noi partiremo per Roma?.
--Sì presto?
--Anche troppo abbiamo indugiato. Aspetteremo noi che i fratelli abbiano compiuta l'impresa senza di noi?
--Quando crediate che la vostra salute non debba soffrirne--per me, sono pronto a seguirvi.
--Dunque... deciso!
--Deciso! risposi risolutamente.
Ed io ripresi il cammino del convento coll'animo più agitato che mai. La risoluzione della Ascolana, sebbene naturalissima, fu come una pietra lanciata nell'onda tranquilla dell'anima mia.--Le mie finanze non si erano fino a quel giorno aumentate di un solo baiocco. Ora, come poteva io accompagnare la bella Ascolana senza premunirmi le tasche del denaro occorrente alle spese di viaggio?
Con tali pensieri
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