Il libro delle figurazioni ideali | Page 7

Gianpietro Lucini
i diaspri delli anelli?risonar le parole augurali.?Crescemmo, nelle notti, li alberelli?dei dittami benigni e sulli strali?d'oro, perfuso il farmaco, li Uccelli?sacri alla Morte invocammo e i Narvàli.
Li arcani del futuro le Comete?dicono ed ammonisce Ecate vaga;?di sette stole induti, le secrete?virtù del cielo l'astrolabio indaga;?ma cerchiam sempre e ancor brucia la sete?dell'Or che l'alambicco non appaga.
E sempre e ancora pei cammini oscuri?del Mistero va e perdesi l'Idea:?e sempre e ancora claman li scongiuri?verso di te, Regina e Madre e Dea.
LI AMANTI.
Acrasia c'invitava ai suoi festini?col gesto largo e le chiome fluenti:?sulle pergole d'oro dei giardini?s'accordavan li alati in bei concenti?ed al talamo intorno, i ribechini?trillavano nascosti. Oh labra ardenti?a suggere l'ambrosia dei divini?baci e blandizie e sospiri ed accenti!
Oh! bianchi fiori umani a voi a bere?chinar, celestial eterna coppa,?Orgoglio, Nobiltà, Gloria, Dovere!?Ed Acrasia ingannò: sprona e galoppa?Desio pei labirinti, che al corsiere,?oltre al Signor, siede Illusione in groppa:
galoppa sempre a ricercar la fera?candida e trista e il troppo ardor lo svia;?galoppa ancora e, nella notte nera,?bacia ingannato alla tua bocca, Iddia.
I POETI.
Suonar le note or meste ed or giulive?dentro alle fresche ombrie dei verzieri,?d'amor cantando: poi le terre argive,?i bei Miti, le Dame e i Cavalieri?Casmena ricordò: meditative?pensar le rime, e li arditi corsieri,?armi e tumulti, meschini e captive?squillò il Peana. Ed or vani ed alteri
dell'eterno Ideal, rapiti araldi,?dell'Infinito l'armonia nel cuore?fremer sentiamo: a nulla li smeraldi?propizianti ed il febeo vigore?irraggian la cesarie: andiam spavaldi?a ricercare il Verbo dell'Amore.
Andiamo, ed il pensier, muto d'Incanti,?pei regni bui prosegue la tua via:?non vivono, non palpitano i canti,?ma senton Te, fatale Madre e Iddia.
I CAVALIERI DI GLORIANA.
Disse Gloriana, e via per le fiorite?rive suonò l'eloquio: stillò il vino?della Scienza alle patere forbite:?veggenti, tra i vapor' del belzuino,?splendeano intorno all'aule romite?le Sette Faci, poi, ch'oltre il mattino,?si producean le veglie in sulle ardite?carte a luttar coi segni. Ahimè! il cammino
sale la mente invan, fuorvia Ragione?per l'arduo insidiar dello Infinito:?e rammentiam dolenti la magione?grata diserta pria che al mago invito?s'accendessero i cuori e che 'l paone?salutasse all'arrivo, erto in sul lito.
Gloriana inganna e fa l'incantamenti?sotto ai lauri folti in sulla sera:?spiega il Verbo, ma nelli ammonimenti?Tu sola ghigni e irridi, Tu, Chimera!
LA CHIMERA.
Più avanti, avanti ancora. I miei palazzi,?materiati in candidi vapori,?splendono: avanti: invitano ai sollazzi?del corpo e della mente, alli splendori?della Gloria, ai Piaceri, ai Desii pazzi?Orgoglio e Vanità, Vigilan l'ori?terrestri i Basilischi ed i topazzi?stanno nelli antri bui; guarda i tesori
dell'acque Leviathan e nei muti?imperii dell'Atlantide i forzieri?s'ascondon delle perle ed alli acuti?scogli il corallo cresce. Cavalieri?date le vele al mar, canti ai venti,?baci alle donne ed anima ai misteri!
Avanti a investigar e l'Uomo e Dio;?seguite me, fedeli, ch'io ammonisco;?non germoglia l'elleboro nel mio?regno, da che Follia servo e blandisco.
VIII.
E ancora e sempre avanti; e se i palagi?sfumano nelle nebbie, e se nel mare?e tortuosi anfratti e cupe ambagi?si perdon nei profondi, e se in sull'are?e di Gloria e d'Amor fuman le stragi?delle vittime illuse, e il camminare?dalla Fonte allontana, e se i malvagi?mister' la Sfinge impone a decifrare,
che importa? Or mai non regge più speranza;?parla a vuoto nell'isola Gloriana:?stride al vento sirventa e romanza:?e il manto istoriato della strana?Rabetna io spiego in contro alla Costanza,?come vessillo per l'immensa piana.
E pur seguite me: argento ed ostro?son l'occhi miei bruciati e splendenti:?son liriche i ruggiti: è il faro vostro?la vampa che esce dalle fauci ardenti.
L'INTERMEZZO DELLA PRIMAVERA.
....... è primavera l'antica proscente che s'ammanta di fiori e di foglie a nasconder le rughe, che sotto al peplo vermiglio l'ulcera ricopre e dalle porte, dove amor si vende, ride ed inchina al passeggier e lo tenta e raccomanda a lui la merce buona. Or su la gonna l'alza, o fanciulletto cuore, e vedrai ciò ch'ha di sotto fiorito ed odoroso.
La meditazione al Cuore.
Oidon chelidona ne ton Eraklea ear hede.
A?LUDOVICO CAVALERI.
I.
Amore insidia dalla rosa e tace:?vanno i passeri a torno folleggiando?e bela l'agno all'agnella vicino,
cercando amore.
Amore insidia dalla rosa e tace:?van le cavalle e nitriscono pazze,?poi che vicina Primavera esulta,
cercando amore.
Amore insidia dalla rosa e ride?e passa il bel garzone e il giunge un dardo:?egli piega morente e par che spiri,
cercando amore.
ALLA?MIA BUONA COMPAGNA.
II.
Restava Giulietta in mezzo a Romeo, e ad uno, chiamato Marcuccio il guercio, che era uomo di Corte molto piacevole e generalmente molto ben visto per i suoi motti festevoli e per le piacevolezze ch'egli sapeva fare; perciocchè sempre aveva alcuna novelluccia per le mani da far ridere la brigata e troppo volentieri senza danno di nessuno si sollazzava............. Giulietta, che dalla sinistra aveva Romeo e Marcuccio dalla destra, come dall'amante si sentì pigliar per mano, forse vaga di sentirlo ragionare, con lieto viso alquanto verso lui rivoltata, con tremante voce gli disse: benedetta sia la venuta vostra a lato a me! E così dicendo, amorosamente gli strinse la mano.
La sfortunata morte di due infelicissimi?amanti, che l'uno di veleno e l'altro?di dolore morirono; con
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