Il fallo duna donna onesta | Page 8

Enrico Castelnuovo
probabilità, avrebbe continuato a menar la sua esistenza scolorita ma calma e serena, e sarebbe giunta rispettata e tranquilla a quel porto della vecchiaia che non teme più le burrasche. Ah per questo ella odiava il Colombo.
Intanto sui giornali si leggevano notizie contradditorie circa alla data della partenza e all'itinerario della nave. Un giorno la Gazzetta aveva un telegramma da Roma portante l'annunzio che il capitano di vascello Gerletti destinato a comandare il Cristoforo Colombo era stato ricevuto da S. E. il ministro della marina. Pare, aggiungeva il dispaccio, che il legno lascierà il porto di Venezia il 28 corrente e farà rotta per la Plata.
Ma il giorno appresso c'era una rettifica.
?Si afferma insistentemente che, in seguito alle perturbazioni politiche dell'estremo Oriente, il Cristoforo Colombo non sarà diretto più per l'Atlantico ma per i mari della China. Il comandante Gerletti è ancora alla capitale. La partenza potrebb'essere ritardata di una settimana?.
Era certo però che, se non agli ultimi di ottobre, ai primissimi di novembre il Colombo avrebbe abbandonato Venezia, e la Teresa non potè indugiar più oltre a secondare un desiderio di Guido. Egli voleva ad ogni costo la sua fotografia. Quella di due anni addietro non gli bastava; voleva quella della donna che lo aveva amato e ch'era infinitamente più bella. E questa fotografia egli voleva metterla in cornice, voleva collocarla nel suo camerino in un posto d'onore, come i devoti tengono l'immagine della Madonna.
Ella tentennava la testa.--Prima che finisca il viaggio quante ce ne saranno di queste Madonne!
--Una sola! una sola!--proruppe enfaticamente l'ufficiale.
Il fotografo (al servizio delle LL. MM. il Re e la Regina e decorato con medaglia d'oro in parecchie Esposizioni) la ritrasse in due pose, e nel prometterle, poich'ella aveva fretta, di mandarle l'indomani le prove, aggiunse qualche sdolcinatura all'indirizzo della cliente che aveva onorato tante volte il suo Stabilimento e ch'era sempre uno dei soggetti che recano maggior soddisfazione all'artista. La Teresa, pur non dandone segno, fu piuttosto punta che lusingata da questi complimenti banali e non potè a meno di chiedere a sè stessa se in lei, per solito così riservata nell'aspetto e nei modi, vi fosse qualche novità da autorizzare una maggior confidenza. O forse la sua tresca era nota anche al fotografo, o forse le si leggeva in viso ch'ella era uscita dalla via retta.
Comunque sia, l'indomani sera (era di martedì) ell'ebbe le prove, riuscitissime tutt'e due, e stava esaminandole quando giunse Guido di Reana.
L'ufficiale era turbato.
--Che cos'hai?--ella gli chiese prima ch'egli aprisse la bocca.
--Giovedì mattina si parte.
Ella impallidì. Doveva esserci preparata; c'era troppo dolore nella sua voluttà perch'ella non dovesse invocarne la fine; pure all'annunzio della separazione imminente ell'ebbe una stretta al cuore.
--Giovedì!--ella ripetè con voce sorda.
--Sì, al Ministero non sanno mai quel che si vogliono--disse Guido sinceramente addolorato.--Pareva che avessero deciso di ritardare fino ai primi di novembre; invece, che è che non è, oggi piomba da Roma come un fulmine il comandante Gerletti e ci dà la bella notizia.
--E... dove andate?
--La prima tappa sarà Porto Said... Poi pel Canale, pel Mar Rosso, pel Mare Indiano, finiremo in qualche porto della China o del Giappone a marcir laggiù chi sa per quanti mesi.... Ma già tutto è lo stesso... dal momento che ti lascio... Dio, Dio, che pena!
Egli aveva le lagrime agli occhi. Toccava a lei far la parte di confortatrice.
--Era inevitabile... Almeno ti ricorderai?
--Potrei dimenticare?
Ella sapeva ch'egli avrebbe dimenticato, nondimeno finse di credere e lo ringraziò con un mesto sorriso.
--E tu, e tu mi scriverai?--egli riprese con calore.
--Ti scriverò... Dove?
--Intanto a Porto Said... Ch'io trovi una tua lettera appena arrivo... Io, di là, o da quel luogo qualunque dove si poggiasse prima, ti manderò un fascicolo.
Ella lo interrogò con lo sguardo.
--Sì... perchè a bordo io ti scriverò ogni giorno... per impostar tutto in una volta.
Una voce intima diceva alla Teresa che quegli ardori sarebbero presto sbolliti, che la loro corrispondenza sarebbe durata ben poco; pure non replicò nulla. Egli era sincero allora; perchè affliggerlo? Richiamò invece l'attenzione di lui sulle fotografie che egli non aveva ancora viste.
--Oh belle, belle!--egli esclamò ammirandole entrambe e non decidendosi a scegliere.
--Non ti pare che questa renda meglio l'espressione della mia fisonomia?--chiese la Valdengo accennando a quella che la rappresentava seduta, col gomito appoggiato a un tavolino, con una guancia appoggiata alla mano.
--Forse... Ma la tua persona svelta, flessuosa spicca meglio nell'altra.
--Ti spedirò quella che preferisci.
--Spedire?
--Sì; queste non sono che le prove.
--Che importa? Già non hai da mostrarle a nessuno... E non ne hai punto bisogno per ordinare quante copie vuoi... Le prendo tutt'e due.
--No, Guido, è inutile. Che ne faresti di tutt'e due?
--O che ti deve pesare a lasciarmele? Di qui a una settimana potrai distribuirne a dozzine.... potrai beneficarne gli amici lontani.... Adesso voglio averti io sola, anche in effigie.
Egli era esclusivo, dispotico, egoisticamente geloso degli amici lontani (l'allusione a Vergalli era
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