Il Tenente dei Lancieri | Page 6

Gerolamo Rovetta
intesi: buon giorno.--E se ne andò.
--Superbo, donnaiolo, dissipatore! Io devo difendere la casa; la ditta
Monghisoni--borbottò la signora Maddalena rimasta sola. E quand'ebbe
finita e chiusa la lettera al signor Antonio Rosasco, armatore, a San Pier
d'Arena, vi scrisse sopra: Urgentissima.

III.
Tutti erano assai inquieti nel fondaco. Perché la signora Maddalena si

era chiusa nello scrittoio con Giacomino? Come mai?
Di solito, quando andava in bestia, strillava come un'anima dannata,
anche davanti alla gente, e quella volta non si udiva nemmeno la sua
voce!...
--Dio, Dio, Dio! Che cosa gli farà?--gemeva la signorina Cammilla, e
diventava pallida pensando a Giacomino.--Che cosa gli dirà? Che cosa
gli farà confessare?--pensava alla sua volta il signor Daniele, più
stralunato, più arruffato, più giallo che mai, sbirciando alla sfuggita
l'uscio del casotto, dove la sua signora si era chiusa col figliuolo.
Pure la Cammilla si consolava un poco quando Gian Maria e
Temistocle rispondevano con un'alzata di spalle che quell'altro non
aveva paura di nessuno e avrebbe saputo difendersi. Il signor Daniele
invece si sentiva sempre più scombussolato e sgomento, sbagliava nel
far le somme, gli tremava la mano nel pesare, non capiva più niente.
E aveva ben ragione di essere inquieto; stava peggio lui di Giacomino:
l'aveva fatta più grossa.
--Dio, Dio, Dio! Se Giacomino, messo alle strette, minacciato,
spaventato, facesse una frittata? Se confessasse che i denari li aveva
avuti da suo padre?... Che a giuocare a biliardo, al Biffi, ci andava con
suo padre? Se... Dio, Dio, Dio! (e da giallo diventava verde), se
Giacomino confessava, tutto il resto!... Se parlava di madamigella
Fanny?...
Quando il ritrattino della cavallerizza era saltato fuori dalla tasca di
Giacomo, nessuno l'aveva visto, tranne la signora Maddalena. Se il
signor Daniele fosse stato presente, sarebbe scappato Dio sa dove!... A
Melegnano da' suoi parenti, e più in là, anche in capo al mondo!
E causa di tutto, l'amor paterno. Un cieco, un eccessivo amor paterno;
un misto d'affetto e d'orgoglio pel suo bel ragazzo così ardito, così sano,
così prepotente! Insomma così diverso da lui!
Il signor Daniele era la gallina che aveva covato un uovo di aquila;

rimaneva come sbalordito e timoroso dinanzi a quel figliuolo, che non
pareva dello stesso sangue dagli altri: lo ammirava, nelle sue qualità, ne
suoi difetti, nei suoi vizi; e non solo, ma di soppianto dalla madre, lo
contentava in ogni capriccio, quasi cedeva alle sue volontà e ne seguiva
persino i cattivi esempi.
Dal figliuolo si era lasciato indurre una sera ad entrare al caffè Biffi:
passeggiavano da un pezzo sotto la Galleria, quando ad un tratto
Giacomo scorse seduti ad un tavolino del caffè alcuni suoi antichi
condiscepoli dell'istituto tecnico, e tutti volontari di cavalleria.
Come avrebbe potuto il signor Daniele trattenere quel diavolo di
Giacomino, che senza alcun riguardo si era buttato allegramente fra le
braccia dei compagni?
--Addio, Moretti!
--Oh, Trebeschi!
--Cosa fai?
--Come stai?
--Sono in cavalleria!
--Anch'io quest'inverno! Anch'io entro in cavalleria!--Ma, per il
momento, entrarono invece nella, sala da biliardo, dopo aver traversato
rumorosamente il caffè, urtando la gente... e il signor Daniele dietro,
trasognato, meravigliato per la disinvoltura e la baldanza del figliuolo.
--Permettete? Facciamo le presentazioni: mio padre.
E Giacomino, con signorile eleganza, appoggiandosi ad una stecca di
biliardo, fece tutte le presentazioni speditamente e coi dovuti inchini,
mentre il buon Daniele sorrideva come uno stupido e s'imbrogliava
nello stringere tutte quelle mani.
--Complimenti!... Servitor suo!--e guardava Giacomino per farsi
coraggio.

E proprio lì, proprio in quel maledetto caffè Biffi, sempre per causa di
quel diavolo scatenato, una bella sera egli aveva fatto la conoscenza, e
aveva parlato la prima volta con madamigella Fanny. Cioè, parlato no.
Egli si era contentato di dirle: bon soàr, madamoasèl, quando la
signorina si era alzata per andar via. Ma intanto aveva cominciato col
pagare il punch frappé... e dopo... dopo non c'era stato più rimedio.
--Se Maddalena venisse a saperlo!... Che finimondo!--E il signor
Daniele, tremante, tornava a guardare verso il bugigattolo e l'uscio
sempre chiuso. A poco a poco, l'oppressione, l'affanno gli toglievano il
respiro.
Gli, pareva a volte che il casotto traballasse, che sua moglie ne
scattasse fuori come una bomba, mettendo sossopra tutto il fondaco,
tutta la via Lentasio, vomitando ingiurie e vituperi.
E il signor Daniele, riguardoso e delicato, soffriva in cuore suo, anche
nel pensare alle brutte parolacce che senza dubbio avrebbero colpito
ingiustamente quella gentilissima signorina, così piena di sentimenti
dignitosi e disinteressati: con quel piccolo neo dietro l'orecchio, col
collo d'avorio, sottile e trasparente nel cravattone rosso, e... e che, gli
stringeva la mano con tanta forza da storpiargliela, dicendogli: mon
cher ami!
--Babbo! Il Cartolari ha rimandato il conto! Ancora non va bene.
--Chiama Temistocle!... Parla colla Cammilla!
Aveva altro in niente lui che il Cartolari e i conti sbagliati! Seduto in un
angolo
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