Il Tenente dei Lancieri | Page 3

Gerolamo Rovetta
testa sulle spalle, ho sempre tutte le viste. Ha finito?
--Sissignora.
--E uno! Adesso a quest'altro!
E mentre il signor Daniele, che si era lasciato girare e rigirare dal sarto
senza mai dire una parola, tornava frettoloso là donde era venuto,
Maddalena ricominciò a gridare con quanto fiato aveva; in gola:
--Temistocle! Temistocle!
Comparve, quasi subito, un altro perticone dinoccolato, arruffato, colla
faccia scialba, col naso storto e fatto a spatola e col mento pecorino; era
il primogenito dei Trebeschi. Si sbottonò subito il panciotto e si fermò
diritto dinanzi al sarto, anche lui senza fiatare.
--Mi raccomando molta roba sotto alle maniche e in fondo ai calzoni,
per farli allungare a un bisogno: la mal'erba cresce.
--Non dubiti, signora Maddalena.
--I bottoni per le bretelle, ben forti.
E mentre Temistocle, come prima aveva fatto suo padre, si lasciava
voltare e rivoltare, la signora Maddalena continuava a strapazzarlo:
--Sei uno sciupone: è un peccato farti la roba! Ma perché non prendete
tutti esempio da me, giacché avete la fortuna di avermi sempre davanti
agli occhi? Questo vestito--e ne alzava la sottana stirandola con una
mano--ha più di sei anni ed è ancora nuovo fiammante!
Poi, al sarto:
--Ha finito?
--Sissignora.

Temistocle non glie lo lasciò ripetere, e mentre la signora Maddalena
esclamava:--E due!--scappò in fondo al magazzino dove, tolta di mano
la bilancia ad un giovanotto che stava pesando un gran fiasco d'olio, gli
disse:
--Corri; tocca a te.
Infatti, in quel punto si udì la voce della signora Maddalena che
chiamava:
--Gian Maria!
Gian Maria, il secondogenito, sebbene avesse un anno soltanto meno di
Temistocle, era molto più piccolo. Ma. aveva la stessa testa arruffata, lo
stesso naso collo stesso mento da pecora.
Dopo di lui si presentò per la misura di un soprabito anche la nipote del
signor Trebeschi: la signorina Cammilla era assestata e aggraziata nella
elegante semplicità della giovane personcina; dal visetto piacente
traspariva la bontà e la dolcezza: tuttavia, chi osservasse bene la forma
del naso e del mento poteva riscontrare anche in lei una lontana aria di
famiglia.
Uno solo, l'ultimo dei Trebeschi, Giacomino, alto, sottile, elegante, era
un bel ragazzo, col naso diritto e il mento aristocratico: tutti dicevano,
per spiegarci tale anomalia, che Giacomino assomigliava alla mamma.
In ogni modo è certo che la somiglianza, se somiglianza c'era, non
rabboniva la signora Maddalena, non la rendeva nè più indulgente nè
più tenera per quel figliuolo; anzi sembrava che nutrisse contro di lui
una strana avversione.
Forse la signora Maddalena era così, perchè Giacomino dal canto suo
dimostrava un carattere troppo vivo e indipendente e certe volte anche
prepotente. Egli intanto dichiarava che non voleva saperne a nessun
patto di fare il «mercante», poi scappava, stava fuori la notte, giocava al
biliardo, dava pizzicotti e abbracci alla serva, e non aveva nessuna
paura di sua madre: fatto straordinario, questo, così straordinario che
gli suscitava intorno un tacito senso di ammirazione e di simpatia. Tutti

quanti facevano carte false per scusarlo, per difenderlo, per salvarlo
dalle furie materne.
Anche quel giorno Giacomino doveva essere lì cogli altri per farsi
prendere la misura; ma, al solito, se n'era dimenticato, e bisognò che il
babbo di nascosto lo mandasse a chiamare.
--Eccomi, saperlotte! Avete detto alle dieci, e non sono che le dieci e
un quarto!--esclamò Giacomino arrivando di corsa, e quantunque la
mamma, muta, con gli occhi torvi (bruttissimo segno!) cercasse di
schermirsi e di respingerlo, egli riuscì a stamparle un bacio sul collo.
Il sarto, che stava per andarsene, e si era già messo le due pezze sotto le
braccia, le posò sopra uno sgabello per cercare nelle tasche il nastrino
del metro; ma Giacomino, prima di lasciarsi prendere la misura, volle
vedere la stoffa; poi, appena l'ebbe guardata e toccata, dichiarò che non
ne voleva sapere: era troppo grossa, troppo ordinaria.--No! no! no! E
poi sempre vestiti tutti ad un modo, come in un collegio; peggio, come
in una casa di ricovero! No! no! no!...--non ne voleva sapere!
--Del resto--e scoppiò in una gran risata--tu parli sempre di risparmio e
di economia, e poi non la sai fare, una giusta economia. Questo inverno
dovrò cominciare il mio anno di volontariato. Che cosa me ne faccio
degli abiti... da vile borghese? Vado in cavalleria, sapristi! Hoplà,
là!--E mentre il signor Daniele, Temistocle, la Cammilla, tutti quanti
stavano attenti a quella scena, cacciando fuori il capo tra le botti d'olio
e i barili di acciughe, Giacomino inforcò una sedia e girò con essa
attorno alla signora Maddalena, fingendo di cavalcare, gridando sempre
allegramente:--Hoplà, là! hoplà, là!
--Ha sentito: lei può andarsene. Se ne vada--disse la signora Maddalena
al sarto che, rimesse le due pezze sotto il braccio, cheto cheto, infilò
l'uscio.
L'audacia era stata troppa: le teste del babbo, dei fratelli, della cugina
non si vedevano più,
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 46
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.