nello amante n�� nella cosa amata: non picciola maraviglia al mondo presente, del quale �� s�� fuggito ogni onesto piacere, e abituatosi l'avere prima la cosa che piace conformata alla sua lascivia che diliberato d'amarla, che in miracolo �� divenuto, s�� come cosa rarissima, chi amasse altramente. Se tanto amore e s�� lungo pot�� il cibo, i sonni e ciascun'altra quiete impedire, quanto si dee potere estimare lui essere stato avversario agli sacri studi e allo 'ngegno? Certo, non poco; comech�� molti vogliano lui essere stato incitatore di quello, argomento a ci�� prendendo dalle cose leggiadramente nel fiorentino idioma e in rima, in laude della donna amata, e accioch�� li suoi ardori e amorosi concetti esprimesse, gi�� fatte da lui; ma certo io nol consento, se io non volessi gi�� affermare l'ornato parlare essere sommissima parte d'ogni scienza; che non �� vero.
VI
DOLORE DI DANTE PER LA MORTE DI BEATRICE
Come ciascuno puote evidentemente conoscere, niuna cosa �� stabile in questo mondo; e, se niuna leggermente ha mutamento, la nostra vita �� quella. Un poco di soperchio freddo o di caldo che noi abbiamo, lasciando stare gli altri infiniti accidenti e possibili, da essere a non essere sanza difficult�� ci conduce; n�� da questo gentilezza, ricchezza, giovanezza, n�� altra mondana dignit�� �� privilegiata; della quale comune legge la gravit�� convenne a Dante prima per l'altrui morte provare che per la sua. Era quasi nel fine del suo vigesimoquarto anno la bellissima Beatrice, quando, s�� come piacque a Colui che tutto puote, essa, lasciando di questo mondo l'angosce, n'and�� a quella gloria che li suoi meriti l'avevano apparecchiata. Della qual partenza Dante in tanto dolore, in tanta afflizione, in tante lagrime rimase, che molti de' suoi pi�� congiunti e parenti ed amici niuna fine a quelle credettero altra che solamente la morte; e questa estimarono dover essere in brieve, vedendo lui a niun conforto, a niuna consolazione p��rtagli dare orecchie. Gli giorni erano alle notte iguali e agli giorni le notti; delle quali niuna ora si trapassava senza guai, senza sospiri e senza copiosa quantit�� di lagrime; e parevano li suoi occhi due abbondantissime fontane d'acqua surgente, in tanto che pi�� si maravigliarono donde tanto umore egli avesse che al suo pianto bastasse. Ma, s�� come noi veggiamo, per lunga usanza le passioni divenire agevoli a comportare, e similmente nel tempo ogni cosa diminuire e perire; avvenne che Dante infra alquanti mesi appar�� a ricordarsi, senza lagrime, Beatrice esser morta, e con pi�� dritto giudicio, dando alquanto il dolore luogo alla ragione, a conoscere li pianti e li sospiri non potergli, n�� ancora alcuna altra cosa, rendere la perduta donna. Per la qual cosa con pi�� pazienza s'acconci�� a sostenere l'avere perduta la sua presenzia; n�� guari di spazio pass�� che, dopo le lasciate lagrime, li sospiri, li quali gi�� erano alla loro fine vicini, cominciarono in gran parte a partirsi sanza tornare.
Egli era s�� per lo lagrimare, s�� per l'afflizione che il cuore sentiva dentro, e s�� per lo non avere di s�� alcuna cura, di fuori divenuto quasi una cosa salvatica a riguardare: magro, barbuto e quasi tutto trasformato da quello che avanti esser solea; intanto che 'l suo aspetto, nonch�� negli amici, ma eziandio in ciascun altro che il vedea, a forza di s�� metteva compassione; comech�� egli poco, mentre questa vita cos�� lagrimosa dur��, altrui che ad amici veder si lasciasse.
Questa compassione e dubitanza di peggio facevano li suoi parenti stare attenti a' suoi conforti; li quali, come alquanto videro le lagrime cessate e conobbero li cocenti sospiri alquanto dare sosta al faticato petto, con le consolazioni lungamente perdute rincominciarono a sollecitare lo sconsolato; il quale, come che infino a quella ora avesse a tutte ostinatamente tenute le orecchie chiuse, alquanto le cominci�� non solamente ad aprire, ma ad ascoltare volentieri ci�� che intorno al suo conforto gli fosse detto. La qual cosa veggendo i suoi parenti, accioch�� del tutto non solamente de' dolori il traessero, ma il recassero in allegrezza, ragionarono insieme di volergli dar moglie; accioch��, come la perduta donna gli era stata di tristizia cagione, cos�� di letizia gli fosse la nuovamente acquistata. E, trovata una giovane, quale alla sua condizione era decevole, con quelle ragioni che pi�� loro parvero induttive, la loro intenzion gli scoprirono. E, accioch�� io particularmente non tocchi ciascuna cosa, dopo lunga tenzone, senza mettere guari di tempo in mezzo, al ragionamento segu�� l'effetto: e fu sposato.
VII
DIGRESSIONE SUL MATRIMONIO
Oh menti cieche, oh tenebrosi intelletti, oh argomenti vani di molti mortali, quanto sono le riuscite in assai cose contrarie a' vostri avvisi, e non sanza ragion le pi�� volte! Chi sarebbe colui che del dolce aere d'Italia, per soperchio caldo, menasse alcuno nelle cocenti arene di Libia a rinfrescarsi, o dell'isola di Cipri, per riscaldarsi, nelle eterne ombre de' monti Rodopei? qual medico
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