Il Benefattore | Page 3

Luigi Capuana
che
vi manda costui a questi lumi di luna. Darà lavoro a tutto il paese. Ha
intenzioni grandiose. Non è pero uno sciocco, vi ripeto. Se si accorge
che volete approfittarvi, è anche capace di andarsene d'onde è venuto.
La Sicilia è vasta; e allora vi morderete le mani! Tenetevelo per detto.
--Notaio, fate voscenza.
--Niente affatto; ve la vedrete con lui. Eccolo qua.
Il signor Pietro Kyllea diede una forte scossa di mano al notaio e
guardò in viso quella ventina di persone che gli si affollarono attorno,
osservandole a una a una, poi domando:
--Sono i proprietari?
--Gran parte. Qualcuno verrà più tardi.
I più premurosi ad accorrere erano stati i contadini, i piccoli possessori,
ai quali non sembrava vero di poter vendere terreni ingrati da cui non
riuscivano a cavar niente, all'infuori di magri pascoli per le capre e pel
bestiame. La inattesa ricerca aveva intanto destato in essi tutte le
avidità del povero che vive in continua diffidenza contro il ricco. Nello
stesso tempo che si rallegravano della incredibile fortuna loro capitata,

volevano ricavarne più che era possibile; quasi la ricerca centuplicasse
il valore dei loro terreni, e nascondesse un tranello. Fino allora non si
erano accorti di possedere un tesoro. Ora, non avrebbero voluto
lasciarselo strappare di mano.
L'inglese si rivolse al notaio:
--Facciamo una nota. Sceglieremo due, tre periti. Se possiamo metterci
di accordo senza andar tanto per le lunghe, meglio. Se no, buona notte!
Quel:--Buona notte!--fece ridere.
I contadini si guardarono in viso, per consultarsi. Si vedevano davanti
un uomo risoluto che andava per le spiccie e che non intendeva di esser
messo nel sacco. Sì, o no, lealmente. Voleva anche pagare qualcosa di
più per ingraziarsi la gente che poi doveva, se le fosse piaciuto,
lavorare per lui. Ma aveva fretta di concludere. Sì, o no. Non sapeva
nemmeno lui perchè avesse scelto quei campi di Settefonti;
l'ispirazione gli era venuta attraversando lo stradone, per affari. Aveva
pensato:--Tentiamo!--Se sbagliava, peggio per lui.
Questo aveva egli detto, mentre il notaio compilava la nota con lo
scrivano, dopo aver interrogato coloro che stavano più vicini al
tavolino. I contadini davano le indicazioni e facevano posto a quelli
dietro.
--Sarete chiamati uno appresso all'altro.
E tutti erano andati via lentamente, un po' delusi, quasi fossero venuti là
con la certezza di riempirsi le tasche di quattrini sùbito sùbito.
Più tardi vennero dal notaio il fratello del canonico e uno dei Laureano.
--Dunque?
--Se date retta a vostro fratello, perderete la buona fortuna--disse il
notaio al dottore.
--Ma io gli cedo quella grillaia anche a metà prezzo--esclamò il dottore.

--Per quel che vale--rispose il notaio.
--E voialtri?
--Noi siamo tre fratelli. Ognuno per sè e Dio per tutti. Io vendo la mia
porzione, col terzo di più, se l'inglese la vuole. Prima però, starò a
vedere quel che concludono gli altri.
--Santa prudenza!--approvò il La Bella.
--Vi farete d'oro,--soggiunse il dottore.
--Mio fratello, il canonico, ha fatto il conto che stipulerete in una
settimana più atti che non nel corso di un intero anno. Beato voi!
--E voi acquisterete un nuovo cliente. Badate di non ammazzarlo sùbito.
Rovinereste il paese. A quel che ho potuto capire, questo inglese darà
lavoro a tutti.
--O che vuol fare? Mutare i sassi in pane?
--È uomo che se ne intende. Comprerà macchine a vapore, farà...
--Bravo! Macchine? Si vede proprio che se ne intende! Crede di essere
in Inghilterra? Qui le vere macchine sono il sole e la pioggia quando
Domeneddio la manda giù. I tempi sono cambiati. Prima si diceva:
Sicilia, isola verde, Per tropp'acqua si deperde
Oggi, piove ogni sei mesi, quando piove! Farà la pioggia con le
macchine costui? Basta; prenda la mia grillaia di Tirantello, e Dio
gliela mandi buona!
Don Liddu raccontava a tutti le meraviglie dell'inglese nell'albergo.
Aveva un materasso che si gonfiava come un otre, e due guanciali pure.
Biancheria finissima; piatti, posate, bottiglie, bicchieri; tutto chiuso in
una valigia. Mangiava come un lupo: un cappone, mezzo tacchino
arrosto, e intrugli di minestre in brodo col vino; da selvaggio. E pepe a
manate!... Ma pagava come un Dio, senza farselo dire due volte, senza

neppure riguardare la nota. Avea voluto una caldaia, non vi essendo
altro, per fare il bagno freddo la mattina, appena levato da letto. Vi
saltava dentro nudo, vi sguazzava spandendosi l'acqua con le mani su la
testa--don Liddu lo aveva osservato dal buco della serratura--e, appena
asciugatosi, via come il vento, per la campagna: quattro, cinque miglia,
quasi avesse il diavolo in corpo. Come non si buscava una polmonite?
E turco, a dirittura! Nè segno di santa croce, nè messa le domeniche. E
il Signore lo ha colmato di quattrini, mentre tanti poveri cristiani non
hanno neppure un soldo per comprarsi un po' di pane!
--Mi farei turco anch'io, se fossi
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