I moribondi del Palazzo Carignano | Page 8

Ferdinando Petruccelli della Gattina
religiosa.?--A. Peyrat.

I MORIBONDI
DEL
PALAZZO CARIGNANO.

I.
Il Parlamento riepiloga la nazione.--Lo dipingo al punto di vista francese.--Sono imparziale perchè repubblicano.--Statistica della Camera.--Sua divisione.--Le farfalle.--I pretendenti della destra.--Gli agenti provocatori.--Gl'invalidi del centro.--Gli uomini di Stato abbozzati della sinistra, ed il terzo partito.--Garibaldi tentenna.--Guazzabuglio della estrema sinistra.--Gruppi per provincie, e loro carattere distintivo.--I fabbricanti ed i traffichini degli ordini del giorno.--L'addormentato.--Lo stanco.--L'indiscreto.--I legislatori.--I Grandi di Spagna.--L'amico di tutti.--Crispi e la sua posa.--L'ex-Mirabelli.--I successori di Turati e di Proto.--Fisionomia degli oratori.--I lettori di giornali ed il signor Boggio.
Torino, 15 aprile 1861 e febbraio 1862.
Io credo--fatuità d'italianismo a parte--che un abbozzo a grandi linee della fisionomia del Parlamento italiano potesse interessare i lettori francesi--e, soggiungo, tanto più gl'italiani. Una nazione che si attesta così altamente, che si alloga così francamente in mezzo alle nazioni, rovesciando trattati, dinastie, vecchio dritto internazionale, bravando minaccie e convenienze politiche.... non può essere una nazione volgare e senza portata. Vi è in essa qualche cosa di grande e di vivace che agisce e che crea. Ora una parte di questi elementi debbonsi naturalmente concentrarsi in questo foco dell'energia nazionale, che addimandasi Parlamento. Si deve trovar quivi il pensiero di questa nazione, il segreto del suo movimento, il meccanismo della sua vita. Ebbene, osservare questa nazione all'opera, prendere quasi i lavoratori sul fatto, esaminare le molle interiori che li muovono, specificare, classificare, disegnare i differenti centri, i differenti elementi di questa forza; vi sembra desso un proposito a negligere?
Io tratteggerò questi schizzi al punto di vista extra-nazionale, vale a dire, senza dettagli inutili, senza simpatie di campanile. Tutti i miei onorevoli colleghi sono degli uomini, relativamente, ragguardevolissimi: ma essi non lo sono mica tutti allo stesso grado al di là delle alpi ed al di là dei mari. Che io scriva due colonne sul signor Borella, sul signor Bonghi, sul signor Capone e che so altri ancora, l'Europa non ne saprà affatto più sull'Italia che la non ne sapeva ieri, che non ne saprà domani.
D'un altro lato, io credo poter giudicare gli uomini ed i partiti con imparzialità. Avendo abitato per dodici anni la Francia e l'Inghilterra, io sono straniero a molte passioni ed a tutte le rivalità. Essendo quasi il solo repubblicano della Camera che non ha idolo--nè Mazzini, nè Cavour, nè Garibaldi--che non ha alcun partito preso, come il mio amico Ferrari; non vedendo alcuna probabilità prossima al successo delle mie idee, io riguardo la lotta dei partiti con la più grande calma, e giudico il conte di Cavour, Mazzini, Garibaldi, Ratazzi e perfino Antonelli, come se essi non appartenessero più a questo mondo, come la posterità. Questa piccola dichiarazione fatta, alziamo il sipario.
E da prima due parole di statistica. La statistica non è mica solazzevole, ma essa è l'osteologia della società. Su questa ossatura si fabbrica sempre con solidità, con sicurezza.
Il Parlamento italiano componesi di 443 membri; ciò che sur una popolazione di circa ventitre milioni di abitanti dà quasi un deputato per sessantamila anime. La Camera ha validate 438 elezioni. Si è in via di rifare le altre. Su questi 438 deputati vi sono: 2 principi; 3 duchi; 29 conti; 23 marchesi; 26 baroni; 50 commendatori o gran croci; 117 cavalieri, di cui 3 della Legion d'onore; 135 avvocati; 25 medici; 10 preti--fra i quali Apollo Sanguinetti, uno degli stuzzicatori del Ministero, Ippolito Amicarelli, e Flaminio Valente--sacerdoti silenziosi; 21 ingegneri; 4 ammiragli; 23 generali; un prelato; 13 magistrati; 52 professori, ex-professori, o dantisi come tali; 8 commercianti o industriali; 13 colonnelli; 19 ex-ministri; 5 consiglieri di Stato; 4 letterati; un Bey nell'Impero ottomano--il signor Paternostro; 2 prodittatori; 2 dittatori; 7 dimissionari; 6 o 7 milionari; 5 morti che non contano più, ben inteso; 69 impiegati, sopra 88 che sono ammessi dallo Statuto; 5 banchieri; 6 maggiori; 25 nobili senza specifica di titolo; altri senza alcuna disegnativa di professione--e Verdi! il maestro Verdi.
Non si dirà per certo giammai che il nostro è un Parlamento democratico!
Vi è di tutto--il popolo eccetto. Non vi sono neppure artisti, se ne togli Verdi--e Verdi stesso darebbe bene il suo Trovatore per fare il più povero e piccolo discorso, che farebbe lo stesso Baldacchini. Il più vecchio tra i deputati è il signor Zanolini, un avvocato distintissimo, che è stato presidente di età e che riempì questa funzione con moltissima capacità. Io credo nondimeno che il conte Sanseverino, il signor Abatemarco, Avezzana, Gustavo di Cavour, Vegezzi.... siano così vecchi per lo meno che il signor Zanolini. Il più giovine è un siciliano, un tal Bruno, il quale siede.... alla destra! D'ordinario, io ho veduto in Francia, in Inghilterra, in America, i giovani--i quali sentono piuttosto che non calcolano--sedere alla sinistra. In Italia servirebbero di tabouret ai piedi di un ministro! Giovani come il Bruno, ma più modesti e più degni, seggono altresì alla destra od al centro, i signori di Sierra, Campagna, Barraceo, Serra, Mureddu...
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