Galatea | Page 9

Anton Giulio Barrili
a me come a Lei.
--Ma non dispiace egualmente essere ammirate, citate sui giornali, vedere il giorno appresso descritte in tutti i loro particolari le graziose abbigliature.
--Oh sì, mi parli di quelle! Con tanti errori, dovendo farsi aiutare dalle modiste, e se Dio vuole riuscendo ad imprestare ad una signora il vestito di un'altra. Del resto, ritornando sui generali, voglio ammettere anch'io che un po' di tempo si perda in queste occupazioni di società. Ma questo avviene a tutti, e in ogni genere di vita. Lo guadagna forse Lei, il suo tempo, leggendo libri latini?
--Chi sa? Il vivere è un disporsi a morire.
--Ah bene! altre idee... come quelle di poco fa.
--Rinunziamoci dunque. Il vivere è un vegetare.--
Qui la viragine diede addirittura in uno scoppio di risa.
--Povera vita, a che la riduce! Ma almeno, per vegetare, bisognerebbe farsi piantare. Preferisce in vaso, o in piena terra?--
Gran diavola! Con lei, così pronta alla ribattuta, non si poteva vincere nè impattare.
--Ci sono,--provai a rispondere,--delle piante che non vivono per le radici, non avendone affatto; piante che vanno, come una arcana inquietudine interna le sospinge; piante che volano, come il vento le porta.
--Davvero? Le metteremo alla prova. Mi accompagni, sulla cima di quel monte.
--Signorina!...
--Perchè no? Tal quale mi vede, io vado da per tutto, anche da sola. Stamane ho già fatta una scorribanda assai lunga, e per luoghi abbastanza selvatici, senz'altra compagnia che quella di Buci. è un eroe, non lo sa?
--Lo so benissimo. Qualche volta è fin troppo ardito, temerario a dirittura. Ma per andare lassù, a Santa Giustina, giudicando così ad occhio e croce, penso che tra il salire, il restare, il discendere ci vorranno almeno due ore. E sono adesso le undici.
--Allora sarà per domani. Cioè, non per domani. Domani si va a visitare un altro santo. Come si chiama più? è il monte più alto di questi dintorni, a mille metri sul livello del mare.
--San Donato;--le dissi.
--Sì, per l'appunto, San Donato;--rispose ella.--C'è forse già stato?
--No, mai: ho letto il nome sulla carta.
--Senta il desiderio di portargli la sua; voglio dire la sua carta di visita. Ci venga anche Lei, domattina.
--Io? Le pare?
--Lei, sì, Lei. Saremo una ventina di persone; le Berti, ch'Ella conosce; la contessa Quarneri, col sèguito; il commendator Matteini; Terenzio Spazzòli, detto l'impareggiabile, ed altri che non ricordo, ma tra i quali non vanno dimenticati i ragazzi della signora Berti. Hanno poi promesso di accompagnarci la signora sindachessa e la signora segretaria comunale, che sono, vorrà convenirne, le due prime dame di Corsenna, per diritto d'uffizio. Condurremo anche Buci, qui presente ed accettante. Non si decide?
--Oh, non sarebbe per Buci, se mai; nè per tante altre persone che mi ha nominate.
--Volevo ben dire!--gridò ella battendo le palme.--Non sarebbe stato cavaliere. Parlando sul serio, signor Morelli, veda un po' d'esser buono. Tutte queste signore villeggianti di Corsenna dicono che Lei vive così appartato, perchè non ha trovata una compagnia abbastanza piacevole. Smentisca la calunnia, e venga.
--Signorina... non per la calunnia, che si chiarirebbe tale da sè, ma per non rispondere con un mal garbo alla sua gentilezza, verrò. I posteri non lo crederanno, ma infine....
--I posteri non lo sapranno neanche;--rispose ella, entrando con gioconda padronanza nella mia celia.--E poi, chi vuole occuparsi di loro?--
In questi discorsi eravamo giunti al viale dei pioppi. La signorina Wilson, venuta su da un'altra parte, non lo aveva ancora veduto. Ne fu tutta ammirata, innamorata, rapita al settimo cielo. Sincera, vivace, tutta di primo impeto, aveva facili le espansioni, come pronta la lingua. Di quella maravigliosa piantata di pioppi volle fare uno schizzo nel piccolo albo che portava sempre con sè. Furono pochi segni di matita, ma sicuri ed efficaci. Gran diavola, l'ho già detto e lo ripeterò ancora Dio sa quante volte, gran diavola di ragazza! Osservavo, intanto; e com'ella ebbe finito, lodai, non solamente per obbligo di cortesia, ma ancora per sentimento di verità, ch'ella doveva pur riconoscere.
--No, non mi lodi;--rispose ella tuttavia;--come disegno non val niente. è un ricordo, e come ricordo può andare. Vede intanto, signor Morelli, che io non perdo sempre il mio tempo? Se una cosa è bella, se franca la spesa, ne godo; se è sciocca, la lascio stare.
--Amen;--fui per rispondere; ma mi contentai di dirlo col gesto.
Mezz'ora dopo eravamo al principio del paese, dov'io presi commiato ed ora per il giorno seguente. Giunto a casa, ho finita la lettera per Filippo Ferri, ed ho tirato giù questo passio. Anch'io per ricordo. Come ricordo può andare... e restare. Che perditempi, dopo tutto!

V.
All'altra bellissima ottava.
17 luglio 18...
Sì, diciamolo pure, che perditempi! E vanno proprio notati nel memoriale. Questo, davvero, meglio delle mie lettere a Filippo Ferri, vuol riuscire il "Giornale di Corsenna".
Ieri mattina alle sei, puntuale come un creditore, mi sono presentato in armi sulla piazza. Avrei voluto fare più nobili apparecchi di vestiario; ma poi ho pensato che
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