Galatea | Page 8

Anton Giulio Barrili
bell'acqua viva, del resto!--soggiunse ella, affacciandosi all'argine.--Vien voglia di ficcarci le mani.--
E fece come diceva, affondando le mani, una dopo l'altra, e le braccia fino al gomito nell'onda cristallina, che fece intorno ad esse un lucido braccialetto d'argento. Io frattanto raccattavo il mio povero Orazio, che era scivolato sull'erba, e correva il rischio di prendere una bagnatura tanto molesta, quanto era piacevole alla signorina Wilson quella delle sue braccia indorate dal sole.
--Ecco il compagno di solitudine;--diss'ella, ridendo ancora alla vista del libro che stavo allora per rimettermi in tasca.--Un romanzo!
--Che! veda piuttosto.--
Così dicendo le squadernai sotto gli occhi il volume, avendo essa le mani impacciate e non amando io che quelle mani, per quanto gentili, battezzassero il mio poeta, pagano nella vita e nell'arte; e già anglicano nell'edizione, se mai.
--Sis licet felix ubicumque mavis,--lesse ella, accostando la sua faccia a quelle del libro,--et memor nostri, Galatea, vivas.... Che cos'è? latino? Capisco ora perchè si fosse addormentato il lettore.
--Oh!--gridai.--Non faccia questo torto ad Orazio, nè a Galatea, il cui bel nome le è capitato sott'occhio. Mi ero addormentato qui, perchè avevo dormito poco stanotte.
--Ha ballato?--mi chiese, ammiccando.
--Io! Le pare?
--Ah, sì, è vero; non son cose per Lei, che è... se lo lascia dire?
--L'orso di Corsenna? Dica pure liberamente.
--Come lo sa?
--L'innocenza ha parlato, per bocca del figliuoletto dei Rossi. E sarà Lei, m'immagino, che ha inventato il soprannome.
--Mi crede dunque molto cattiva?
--No, ma poichè voleva dirmelo....--ripigliai.--Gli autori recitano così volentieri le cose loro!
--Non sono stata io;--disse la signorina con accento più grave, che voleva acquistar fede alla sua asserzione.--Ma certamente mi pare che Le convenga. è proprio un orso, signor Morelli. Si fa la vita di campagna, vita allegra, di buona compagnia, e Lei se ne sta sempre da parte come un frate certosino. Si fanno corse di qua e di là, pranzi nei paesi e merende nei boschi, in dieci, in quindici, in venti persone, e Lei non si lascia vedere. Si balla qualche volta....
--E l'orso, contro l'uso, non fa neppur questo;--interruppi io.--Che orso male addestrato, non è vero? Quanto alle passeggiate, vede bene, signorina, che ne faccio.
--Ma da solo. L'ha mai veduto uno che si diverta da solo?
--Potrei dirle di sì, se avessi l'uso di guardarmi allo specchio. Ma io sono anche un orso mal pettinato. Infine, vivo da solo, com'Ella dice.
--E basta a sè stesso, non è così? Capisco infatti che tutto assorto nei suoi alti pensieri....
--No, non dica questo, La prego. Io non mi basto; e i miei pensieri, se mai, radono piuttosto la terra.--
Guardavo a terra, accompagnando col gesto la frase. E lì, a due passi da me, sporgeva il piedino della fanciulla; non un piede da viragine, in verità, e bisognava rendergli giustizia. Ella certamente si vergognò, perchè ritrasse il piede, dissimulando tuttavia l'atto sollecito con una carezza a Buci, che si era posto a sedere molto gravemente lì presso, quasi in mezzo a noi due. Dal canto mio, ero pentito già del mio atto, e tanto più facilmente, in quanto che era stato involontario.
--Radono piuttosto la terra,--ripigliai, volendo mostrare che non facevo nessuna allusione di cattivo gusto,--perchè appunto la terra mi piace, così verde, così sana, così confortante allo spirito. Per amor della terra vengo in campagna. Lor signore, lo so, guardano più volentieri in aria; quando giuocano al lawn-tennis, per esempio.
--Un bel giuoco; non Le piace?
--Avrò il coraggio di confessarlo; niente affatto.
--Pure, è ginnastica.
--Per che farne?
--Per rinvigorirsi. Alle battaglie della vita bisogna esser forti, respirar bene, muoversi bene....
--Certo; per ballare, per andare nell'inverno a teatro.
--Due cose che hanno la loro bellezza; non è anche Lei di questa opinione?
--No, signorina.
--Perchè?
--Sono molti, i perchè; richiederebbero molto tempo; ed è forse ora per Lei di ritornare a casa.
--Ecco, ci muoveremo, e Lei li potrà dir tutti passeggiando.
--Non tutti, non tutti; sarebbero troppi. Ma uno basterà. Nelle conversazioni, nei ricevimenti, nei balli, nei teatri, in tutti i luoghi, insomma, dove le donne portano la loro grazia e la loro gioventù, c'è sempre una caterva di sciocchi. Sono essi il maggior numero, vorrà convenirne. Per costoro si avrà da perdere il tempo e l'arte? per costoro da sciupar la grazia e l'ingegno?
--Ma non è vero, non è vero ciò ch'Ella dice;--esclamò la signorina Wilson, mentre passava davanti a me attraverso il fogliame delle carpinelle.--Per un uomo che sa il latino,--soggiunse, prendendo coraggio dall'andar che faceva senza guardarmi,--sono idee molto... molto... mi aiuti a dire?
--Stravaganti.
--Eh, quasi. Infatti, vediamo, crede proprio che le donne vadano ai balli e ai teatri per darsi pensiero degli sciocchi? Gli sciocchi son sciocchi, e nella società si accettano per contorno, come in certi piatti, mi passi il paragone, gli zucchettini e i cavoli di Brusselles!
--Poveri zucchettini!--mormorai.--Poveri cavoli di Brusselles!
--Ho detto quelli, non avendo altro alla mano;--diss'ella ridendo.--Cerchi Lei il contorno più sciocco, e sarà quello che ci servirà per definire tutti quei personaggi, che dispiacciono
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