Un istante di silenzio; Donato, ora che vorrebbe aprire, ha paura di
lasciar entrare gli sguardi curiosi di quel vicino che ride. Ma il buco
della toppa si oscura; forse qualcuno guarda... Donato si tira indietro
quanto può, senza far rumore, per non esser visto; ma ode nuove
ciancie, rumore di passi sul pianerottolo, giù per le scale, poi più nulla.
Il buco della toppa è sempre oscurato; Donato ci va presso, guarda e
vede una cartolina piegata; l'afferra, torna nella sua camera da letto e si
lascia cadere fra le braccia d'una poltroncina. Ha la fronte coperta di
sudore.
Quella cartolina dice press'a poco così: «Il signor Donato X è invitato a
pagare alla Banca (qui una delle cento) Lire 5000 per un effetto scaduto
oggi.»
Ci pensa, rilegge, non capisce, rilegge ancora:
«Il signor Donato X è invitato a pagare alla Banca.... lire 5000 per un
effetto scaduto oggi.»
Ma si tirano nuovi calci all'uscio. Una speranza entra baldanzosa nel
cuore del giovine, e gli dice: «va ad aprire.» Non ci va, ci corre.
Un ometto sottile e nervoso, con una faccia mobilissima e sorridente, si
affaccia nel vano:
«Il signor Donato X?
--Sono io, per servirla.
--Vengo da parte del signor Martino Bruscoli.
Donato non ha mai inteso questo nome, e tira ad indovinare:
«Lo zio di Costanza?
--Precisamente lo zio della signorina Costanza.
E l'ometto in così dire è guizzato in camera, sorridendo e guardandosi
intorno coll'aria d'uomo soddisfatto di sè medesimo.
Anche il giovine studente ne è soddisfatto; il volto, i modi, tutto gli
piace nell'incognito, sente che se lo stringerebbe volentieri al petto, ma
un naturale sussiego lo trattiene.
In quella vece accosta un seggiolone, invita il nuovo venuto a sedere, e
gli domanda col miglior garbo possibile:
--Ella è il signor?...
--Come le ho detto, vengo da parte del signor Martino Bruscoli, ripete
l'ometto, chiudendo un occhio e cacciando una mano nella tasca del
farsettone.
Che modi, che sorriso, che uomo adorabile!
VI.
«Martino Bruscoli mi ha detto:--Compare, tu vai a Milano?--Sicuro, ho
detto, ci vado e mi ci fermerò qualche giorno.--Ebbene hai da farmi un
piacere.--Dieci.--È per un collocamento di denaro di mia nipote colà,
cinque mila lire a mutuo, tu porterai la somma, mi ha detto.--La
porterò.--Sono cinque mila lire, le consegnerai al signor Donato X
studente di matematica, abitante in Via Moscova numero 11, entro il
giorno di domani infallibilmente.--Con tua pace, ho detto, come fai a
dare a mutuo i capitali di tua nipote ad uno studente di matematica? È
almeno maggiore d'età il signor Donato X?--È maggiore d'età; ha
talento e sarà presto ingegnere; gl'ingegneri di talento guadagnano
molto denaro; faccio un ottimo negozio; il sei per cento netto; impiego
sicuro; e poi il signor Donato ha anche l'eredità del vecchio padre in
prospettiva; gli uomini non sono immortali, ed è nell'ordine naturale
delle cose che....
Donato interrompe il dire dell'incognito, cacciando le mani nei capelli
con un atto di dolore.
L'altro, da uomo che non vuol sprecar tempo nè fiato, ammutolisce,
squaderna un pacco di carte che ha tolto dal portafogli, depone una
busta chiusa sul tavolino, nasconde le altre carte nel portafogli e il
portafogli in tasca, e quando Donato risolleva il capo, gli batte
famigliarmente sull'omero, e prosegue:
«Bravo giovinotto! bravo giovinotto! Martino Bruscoli è un uomo
d'affari nudo e crudo, va diritto alla quistione, non le gira intorno, come
fa il cuore, come fa il sentimento--cattivi negozianti tutti e due--ed io
sono un po' come Martino Bruscoli; scusi sa, si capisce che calcolare
sulla morte di un padre per....
--Io ne sono la causa....
--È vero anche questo; se Martino Bruscoli pensa all'età del suo signor
padre è perchè le dà il denaro della nipote, e le dà il denaro perchè oggi
scade la cambiale, e la cambiale scade perchè ella l'ha fatta... ed ella
l'ha fatta perchè si è data un po' di spasso... giuoco, baldorie, donnette,
si sa, ventidue anni! li ho avuti anch'io--ventidue anni sono, ed ora che
li ho due volte, le assicuro che non valgono la metà....
L'uomo d'affari ride del proprio scherzo, ma vedendo che Donato non
gli bada, si batte sul ginocchio coll'aria di dire: «bravo, ci si badi o no,
la tua arguzia è saporita!»
«Il signor Martino le ha detto tutto questo? domanda il giovane
sollevando il capo fieramente.
--Nobile fierezza, giovinetto; non me l'ha detto lui, ma l'ho indovinato
io; egli attribuisce tutto ad un momento di pazzia nel giuoco; è un buon
figliolo il mio amico Martino; ha vissuto poco alla città, è un
Sant'Antonio che non conosce le tentazioni nemmeno di vista....
--Il signor Martino ha avuto fede nelle mie parole e lo ringrazio; io non
bazzico con donne, bevo il vino annacquato, non fumo quasi mai....
--Ella è un uomo perfetto, interrompe l'incognito chiudendo
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