IV)--che non li tocca...
Bertoldo. No? E che sono allora per lui?
Landolfo. Oh, interpreto, bada! Ma credo che in fondo sia giusto. Immagini, sono. Immagini, come... ecco, come le potrebbe ridare uno specchio, mi spiego? L��, quella (indica il ritratto di Enrico IV) rappresenta lui, vivo com'��, in questa sala del trono, che �� anch'essa come dev'essere, secondo lo stile dell'epoca. Di che ti meravigli, scusa? Se ti mettono davanti uno specchio, non ti ci vedi forse vivo, d'oggi, vestito cos�� di spoglie antiche? Ebbene, l��, �� come se ci fossero due specchi, che ridanno immagini vive, qua in mezzo a un mondo che--non te ne curare-vedrai, vedrai, vivendo con noi, come si ravviver�� tutto anch'esso.
Bertoldo. Oh! Badate che io non voglio impazzire qua!
Arialdo. Ma che impazzire! Ti divertirai!
Bertoldo. Oh, ma dico, e com'�� che voi siete diventati tutti cos�� sapienti?
Landolfo. Caro mio, non si ritorna indietro d'ottocent'anni nella storia senza portarsi appresso un po' di esperienza!
Arialdo. Andiamo, andiamo! Vedrai come, in poco tempo, ti assorbiremo in essa.
Ordulfo. E diventerai, a questa scuola, sapiente anche tu!
Bertoldo. S��, per carit��, ajutatemi subito! Datemi almeno le notizie principali.
Arialdo. Lascia fare a noi! Un po' l'uno, un po' l'altro...
Landolfo. Ti legheremo i fili e ti metteremo in ordine, come il pi�� adatto e comp��to dei fantocci. Andiamo, andiamo!
Lo prende sotto il braccio per condurlo via.
Bertoldo (fermandosi e guardando verso il ritratto alla parete). Aspettate! Non mi avete detto chi �� quella l��. La moglie dell'Imperatore?
Arialdo. No. La moglie dell'Imperatore �� Berta di Susa, sorella di Amedeo II di Savoia.
Ordulfo. E l'Imperatore, che vuol esser giovane con noi, non pu�� soffrirla e pensa di ripudiarla.
Landolfo. Quella �� la sua pi�� feroce nemica: Matilde, la marchesa di Toscana.
Bertoldo. Ah, ho capito, quella che ospit�� il Papa...
Landolfo. A Canossa, appunto!
Ordulfo. Papa Gregorio VII.
Arialdo. Il nostro spauracchio! Andiamo, andiamo!
Si avviano tutti e quattro per uscire dall'uscio a destra per cui sono entrati, quando dall'uscio a sinistra sopravviene il vecchio cameriere Giovanni, in marsina.
Giovanni (in fretta, con ansia). Oh! Ps! Franco! Lolo!
Arialdo (arrestandosi e voltandosi). Che vuoi?
Bertoldo (mevavigliato di vederlo entrare in marsina nella sala del trono). Oh! E come? Qua dentro, lui?
Landolfo. Un uomo del mille e novecento! Via!
Gli corre incontro minacciosamente per burla con gli altri due per scacciarlo.
Ordulfo. Messo di Gregorio VII, via!
Arialdo. Via! Via!
Giovanni (difendendosi, seccato). E finitela!
Ordulfo. No! Tu non puoi metter piede qua dentro!
Arialdo. Fuori! Fuori!
Landolfo. (a Bertoldo). Sortilegio, sai! Demonio evocato dal Mago di Roma! Cava, cava la spada!
(fa per cavare la spada anche lui.)
Giovanni (gridando). Finitela, vi dico! Non fate i matti con me! �� arrivato il signor Marchese in comitiva...
Landolfo (stropicciandosi le mani ). Ah! Benissimo! Ci sono signore?
Ordulfo (c.s.). Vecchie? Giovani?
Giovanni. Ci sono due signori.
Arialdo. Ma le signore, le signore, chi sono?
Giovanni. La signora Marchesa con la figlia.
Landolfo (meravigliato). Oh! E come?
Ordulfo (c.s.). La Marchesa, hai detto?
Giovanni. La marchesa! La marchesa!
Arialdo. E i signori?
Giovanni. Non lo so.
Arialdo (a Bertoldo). Vengono a darci il contenuto, capisci?
Ordulfo. Tutti messi di Gregorio VII! Ci divertiremo!
Giovanni. Insomma mi lasciate dire?
Arialdo. D��! D��!
Giovanni. Pare che uno di quei due signori sia un medico.
Landolfo. Oh! Abbiamo capito, uno dei soliti medici!
Arialdo. Bravo, Bertoldo! Tu porti fortuna!
Landolfo. Vedrai come ce lo lavoreremo, questo signor medico!
Bertoldo. Io penso che mi trover��, cos�� subito, in un bell'impiccio!
Giovanni. Statemi a sentire! Vogliono entrare qua nella sala.
Landolfo (meravigliato e costernato). Come! Lei? La marchesa, qua?
Arialdo. Altro che contenuto, allora!
Landolfo. Nascer�� davvero la tragedia!
Bertoldo (incuriosito). Perch��? Perch��?
Ordulfo (indicando il ritratto). Ma �� quella l��, non capisci?
Landolfo. La figliuola �� la fidanzata del marchese.
Arialdo. Ma che sono venuti a fare? Si pu�� sapere?
Ordulfo. Se lui la vede, guai!
Landolfo. Ma forse ormai non la riconoscer�� pi��!
Giovanni. Bisogna che voi, se si sveglia, lo tratteniate di l��
Ordulfo. S��! Scherzi? E come?
Arialdo. Sai bene com'��!
Giovanni. Perdio, anche con la forza!--Se mi hanno comandato cos��! Andate, andate!
Arialdo. S�� s��, perch�� forse a quest'ora si sar�� gi�� svegliato!
Ordulfo. Andiamo, andiamo!
Landolfo (avviandosi con gli altri, a Giovanni). Ma poi ci spiegherai!
Giovanni (gridando loro dietro). Chiudete cost��, e nascondete la chiave! Anche di quest'altra porta!
(Indica l'altro uscio a destra.)
Landolfo, Arialdo e Ordulfo via per il secondo uscio a destra.
Giovanni (ai due valletti). Via, via anche voialtri! Di l��!
(indica il primo uscio a destra)
Richiudete la porta, e via la chiave!
I due valletti escono dal primo uscio a destra. Giovanni si reca all'uscio di sinistra e lo apre per far passare il marchese Di Nolli.
Di Nolli. Hai dato bene gli ordini?
Giovanni. S��, signor Marchese. Stia tranquillo.
Il Di Nolli riesce per un momento a invitar gli altri a entrare. Entrano prima il barone Tito Belcredi e il dottor Dionisio Genoni, poi donna Matilde Spina e la marchesina Frida, Giovanni s'inchina ed esce. Donna Matilde Spina �� sui 45 anni; ancora bella e formosa, per quanto con troppa evidenza ripari gl'inevitabili guasti dell'et�� con una violenta ma sapiente truccatura, che le compone una
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