come anco in ciascuna di esse monete. Oltre che, ciascuno in tutti li pagamenti averá il fatto suo con oro ed argento realmente, e non con i valori che alle volte sono dati con i sopranomi alle monete, e sí come chiaramente tutto ciò si vederá nelli seguenti capitoli e tariffe, che si descriveranno.
CAPITOLO VI
Ciò che s'intenda per peso e numero di oro e di argento.
Avendo detto che una parte di oro a peso vaglia per dodici di argento, si viene per un modo reale a far manifesta e chiara la forma e l'ordine che si debba tenere in compartirli nel far monete. Ora resta a sapere che ?peso? altro non è se non una determinata quantitá, come a dire una libra, un'oncia o simile; e per il ?numero? s'intende tanto il numero della quantitá di ciascuna sorte di monete che n'anderá alla libra quanto il valore di ciascuna moneta.
CAPITOLO VII
Il modo col quale si dee osservare la forma ed il numero nell'oro e nell'argento che si ridurranno in monete, accioché ogni persona abbia il suo.
Essendosi di sopra narrato che cosa sia forma, peso e numero, rimane a sapere il modo col quale ciascun di loro osservar si debba; e ciò sará cosa facile da fare, osservando questi ordini: cioè, se escludendo tanti rotti che si usano nel fare le monete, cosí nelli pesi come nelle finezze e loro valori, tutte si facciano di oro e di argento puri, over accompagnati secondo le determinazioni nelle seguenti tariffe descritte; e che su le monete siano segnati con numeri aritmetici i loro valori, le finezze o leghe, e quante ne vadino alla libra di ciascuna sorte, come nel capitolo XXII.
Sará ben necessario che per ciò siano fatti nuovi campioni, che stiano presso il publico ed anco presso i privati, accioché ciascuno possa minutamente vedere il fatto suo; come si dice nel capitolo XLVI, nella terza parte ch'appartiene al publico.
Non resterò anco di avvertire che sarebbe bene porre ordine nell'arte degli orefici; cioè che sopra i loro lavori, come vasi, bacini, piatti ed altre simili opere di oro o d'argento, nelle quali però non obsti la picciolezza, fossero segnate le loro finezze, nette da saldature, col nome o marchio del maestro ch'avesse fatto tali opere e col nome o segno della cittá ove fossero state lavorate, accioché si potesse per sempre conoscere il giusto fino che in esse fosse e non si avesse poi causa di farne altri saggi per chi non le volesse guastare per allora, ed anco accioché ciascuno le potesse poi sicuramente contrattare.
CAPITOLO VIII
Si mostra qual peso si dovrá usare in tutti i luoghi per l'oro e l'argento.
E perché ritrovo che il peso della libra, usato e osservato nella zeca di Bologna è conforme alli giusti partimenti ch'io descrivo, per esserne stata fatta piú volte prova da me nel conteggiare sopra il fatto delle monete, e per essere il piú accosto alli prezzi e valori dati ed usati all'oro ed all'argento in questi tempi, e conseguentemente alli valori nel capitolo V giá detti; e perché, nel fare l'universal tassa delle monete giá fatte in molte cittá e provincie da un certo tempo in qua, la maggior parte di quelle (detratte e levate però le fatture delli zechieri) si troveranno restare nelli loro reali dati valori, per causa del fino che in esse si trova essere, diminuita solamente la rata dell'accresciuto valore nelle monete per cavare le mercedi delle loro fatture; come per essempio presuppongo che il quarto, figurato capitolo XXXIV, nel levarlo dalla zeca sia stato valutato sotto a il detto peso soldi 34 d'imperiali, compresa però la fattura ch'importava denari dieci o circa, come in detto capitolo si vede; qual quarto, tassandolo nel valor del fino che vi è dentro, resterá in real valore di soldi 33 denari 2 o circa; e molte resteranno poco diminuite del valor dato loro, oltre le detratte fatture, imperoché s'avrá riguardo solo al fino ch'in esse si trova; oltreché col mezo della real tassa veniranno anco regolate per sempre tutte le monete sinora fatte in ogni parte del mondo, come si mostra nella tavola fatta in essempio a capitolo XLI:--però dico e concludo esser necessario servirsi in universale del detto peso per la suddetta conformitá, dalla quale ne nascono i detti reali partimenti, e conseguentemente i giusti valori alle monete dati. E per dar conto della prova dell'oro, dico che, volendo fare di una libra d'oro accompagnato, qual però sia a finezza di denari 22, scudi numero 113-1/7, alli quali sono quasi simili i correnti in Italia ed in altri paesi, sotto però il nome o titolo del peso della balla (ancorché se ne potranno fare d'altre sorti, come nelle tariffe), in essi vi saranno once undeci d'oro puro; che, apprezzando ciascuno scudo lire sette imperiali, il tutto ascenderá alla somma di lire
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