E perch�� alla maggior parte delle genti a questi tempi pare che questi due preciosi metalli siano quasi ultimo fine al quale vengono gli umani pensieri indrizzati (dico quanto per li maneggi mondani); e s�� crede, anzi si tien per fermo, che dalla correzione over concordanza loro ne seguirebbe che le azioni da essi dipendenti si modererebbono ed ogni abuso e disordine levato ne verrebbe; essendo stati alli tempi passati, come anco di presente sono, senza regola ferma e senza ordine universale, nel far danari (com'�� manifesto) dispensati, e per ci�� ne sono causati, e tutto d�� ne nascono, cos�� gran disordini nel far pagamenti tanto in un'istessa citt�� e da una citt�� all'altra quanto anco da una provincia all'altra, e ne nasceranno de' maggiori, se non vi si provede: laonde, avendo io sopra ci�� considerato e discorsone pi�� volte nella mente mia, e tenendo per fermo che quasi da tutti si desideri che vi sia un sol ordine col quale si dia ad essi oro ed argento una forma, una lega, un peso, un numero ed un titolo di valore, con i quai mezi siano da tutti li zechieri compartiti in tal proporzione concordante nel far monete, ch'esse restino per sempre nelli loro reali dati valori, e che le gi�� fatte e quelle che si faranno in una citt�� o provincia siano accettate nell'altre cittadi e provincie senza opposizione e impedimento alcuno; ed essendomene poi anco giustificato per via de' conti, e conosciuto non esser cosa difficile da fare, se ben in apparenza il contrario si mostrasse, ed acci�� (per cos�� dire) tutto il mondo n'abbia a sentire beneficio e consolazione; per�� mi son proposto di porre insieme questo Discorso, che �� il vero lume di far conti giusti d'oro e d'argento in concordanza cos�� delli non coniati come delli gi�� ridotti in monete e di quelli che s'avranno da coniare; e, con quella maggior brevit�� che fia possibile, dar�� ad intendere quello che si debba osservare.
Mi riman solo a pregare Nostro Signor Iddio che cos�� voglia inspirare i prencipi, de' quali l'effettuare questo mio proposito �� sola incombenza, a far essequire tutto ci��, tanto per lor proprio quanto per commune interesse ed utile; e mi rendo sicuro che i popoli, conosciuta la verit�� di tal fatto e maneggio, con animo lieto accetteranno gli ordini facili di questa nuova zeca universale, tanto al mondo necessaria.
CAPITOLO I
Che in tutte le cose fa di bisogno che vi sia ordine e regola.
Per occasione del soggetto che di presente si ha da trattare, primieramente saper si dee che, s�� come tutte le cose, che si comprendono sotto il peso, sotto il numero e sotto la misura, deono essere da una forma certa regolate, che ad un fin le guidi; cos�� parimente nel maneggio dell'oro e dell'argento, per ridurre le cose che da essi hanno dipendenza al loro debito fine, ed in particolare il far monete di varie leghe o finezze, quali siano di giusti dati valori e di real corrispondenza in tutti li pagamenti nel conteggiarle, e che stiano per sempre nel loro giusto essere, e che non possano esser mai tose e guaste o fose per rifarne altre, �� necessario trovare un ordine ed una regola che a guisa di forma ad essi serva.
CAPITOLO II
Che cosa sia oro ed argento puro.
Perch�� si dee prima sapere che cosa sia oro ed argento, ancorch�� tutto ci�� sia da molti conosciuto, nondimeno io dico l'oro essere un metallo generato nelle viscere della terra, il pi�� nobile di tutti gli altri; appresso il quale nel secondo luogo l'argento segue. La cagion della nobilt�� loro, al mio giudizio (tralasciando per�� le ragioni naturali), da altro non viene se non che per la virt�� loro stanno in ogni cimento di fuoco, e mostrano paragone delle loro perfezioni in esso fuoco: cosa che non possono fare gli altri metalli.
CAPITOLO III
Che cosa sia oro ed argento misto.
�� per�� d'avvertire che tutto l'oro e l'argento, che giamai, tanto in vasi o in altre cose simili quanto in ogni sorte di monete cos�� antiche come moderne, fosse o sia o dovr�� esser al mondo, ciascun di loro, nella sua sostanza, tutto �� stato, �� e sar�� il medesimo e d'una istessa qualitade. Egli �� ben vero che, per la variet�� e quantit�� delle misture che con essi sono state accompagnate, e come anco molte volte sono cavati cos�� dalle min��re, in apparenza vari e diversi si sono dimostrati e si dimostrano. Ma in effetto, parlando d'oro e d'argento, �� di bisogno intendere di quelli che siano puri e non con altra cosa misti. Il che si pu�� facilmente conoscere, se siano puri o no, col mezo del ceneraccio, della coppella o del cimento: modi sicurissimi per separare da essi ogni sorte di mistura che con loro accompagnata si trovasse.
CAPITOLO IV
Qual si dee
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