torna per vetro?lo qual di retro a s�� piombo nasconde.
Or dirai tu ch��el si dimostra tetro?ivi lo raggio pi�� che in altre parti,?per esser l�� refratto pi�� a retro.
Da questa instanza pu�� deliberarti?esper?enza, se gi�� mai la provi,?ch��esser suol fonte ai rivi di vostr�� arti.
Tre specchi prenderai; e i due rimovi?da te d��un modo, e l��altro, pi�� rimosso,?tr��ambo li primi li occhi tuoi ritrovi.
Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso?ti stea un lume che i tre specchi accenda?e torni a te da tutti ripercosso.
Ben che nel quanto tanto non si stenda?la vista pi�� lontana, l�� vedrai?come convien ch��igualmente risplenda.
Or, come ai colpi de li caldi rai?de la neve riman nudo il suggetto?e dal colore e dal freddo primai,
cos�� rimaso te ne l��intelletto?voglio informar di luce s�� vivace,?che ti tremoler�� nel suo aspetto.
Dentro dal ciel de la divina pace?si gira un corpo ne la cui virtute?l��esser di tutto suo contento giace.
Lo ciel seguente, c��ha tante vedute,?quell�� esser parte per diverse essenze,?da lui distratte e da lui contenute.
Li altri giron per varie differenze?le distinzion che dentro da s�� hanno?dispongono a lor fini e lor semenze.
Questi organi del mondo cos�� vanno,?come tu vedi omai, di grado in grado,?che di s�� prendono e di sotto fanno.
Riguarda bene omai s�� com�� io vado?per questo loco al vero che disiri,?s�� che poi sappi sol tener lo guado.
Lo moto e la virt�� d��i santi giri,?come dal fabbro l��arte del martello,?da�� beati motor convien che spiri;
e ��l ciel cui tanti lumi fanno bello,?de la mente profonda che lui volve?prende l��image e fassene suggello.
E come l��alma dentro a vostra polve?per differenti membra e conformate?a diverse potenze si risolve,
cos�� l��intelligenza sua bontate?multiplicata per le stelle spiega,?girando s�� sovra sua unitate.
Virt�� diversa fa diversa lega?col prez?oso corpo ch��ella avviva,?nel qual, s�� come vita in voi, si lega.
Per la natura lieta onde deriva,?la virt�� mista per lo corpo luce?come letizia per pupilla viva.
Da essa vien ci�� che da luce a luce?par differente, non da denso e raro;?essa �� formal principio che produce,
conforme a sua bont��, lo turbo e ��l chiaro?.
Paradiso �� Canto III
Quel sol che pria d��amor mi scald�� ��l petto,?di bella verit�� m��avea scoverto,?provando e riprovando, il dolce aspetto;
e io, per confessar corretto e certo?me stesso, tanto quanto si convenne?leva�� il capo a proferer pi�� erto;
ma vis?one apparve che ritenne?a s�� me tanto stretto, per vedersi,?che di mia confession non mi sovvenne.
Quali per vetri trasparenti e tersi,?o ver per acque nitide e tranquille,?non s�� profonde che i fondi sien persi,
tornan d��i nostri visi le postille?debili s��, che perla in bianca fronte?non vien men forte a le nostre pupille;
tali vid�� io pi�� facce a parlar pronte;?per ch��io dentro a l��error contrario corsi?a quel ch��accese amor tra l��omo e ��l fonte.
S��bito s�� com�� io di lor m��accorsi,?quelle stimando specchiati sembianti,?per veder di cui fosser, li occhi torsi;
e nulla vidi, e ritorsili avanti?dritti nel lume de la dolce guida,?che, sorridendo, ardea ne li occhi santi.
?Non ti maravigliar perch�� io sorrida?,?mi disse, ?appresso il tuo p��eril coto,?poi sopra ��l vero ancor lo pi�� non fida,
ma te rivolve, come suole, a v��to:?vere sustanze son ci�� che tu vedi,?qui rilegate per manco di voto.
Per�� parla con esse e odi e credi;?ch�� la verace luce che le appaga?da s�� non lascia lor torcer li piedi?.
E io a l��ombra che parea pi�� vaga?di ragionar, drizza��mi, e cominciai,?quasi com�� uom cui troppa voglia smaga:
?O ben creato spirito, che a�� rai?di vita etterna la dolcezza senti?che, non gustata, non s��intende mai,
graz?oso mi fia se mi contenti?del nome tuo e de la vostra sorte?.?Ond�� ella, pronta e con occhi ridenti:
?La nostra carit�� non serra porte?a giusta voglia, se non come quella?che vuol simile a s�� tutta sua corte.
I�� fui nel mondo vergine sorella;?e se la mente tua ben s�� riguarda,?non mi ti celer�� l��esser pi�� bella,
ma riconoscerai ch��i�� son Piccarda,?che, posta qui con questi altri beati,?beata sono in la spera pi�� tarda.
Li nostri affetti, che solo infiammati?son nel piacer de lo Spirito Santo,?letizian del suo ordine formati.
E questa sorte che par gi�� cotanto,?per�� n���� data, perch�� fuor negletti?li nostri voti, e v��ti in alcun canto?.
Ond�� io a lei: ?Ne�� mirabili aspetti?vostri risplende non so che divino?che vi trasmuta da�� primi concetti:
per�� non fui a rimembrar festino;?ma or m��aiuta ci�� che tu mi dici,?s�� che raffigurar m���� pi�� latino.
Ma dimmi: voi che siete qui felici,?disiderate voi pi�� alto loco?per pi�� vedere e per pi�� farvi amici??.
Con quelle altr�� ombre pria sorrise un poco;?da indi mi rispuose tanto lieta,?ch��arder parea d��amor nel primo foco:
?Frate, la nostra volont�� qu?eta?virt�� di carit��, che fa volerne?sol quel ch��avemo, e d��altro non ci asseta.
Se dis?assimo esser pi�� superne,?foran discordi li nostri disiri?dal voler di colui che qui ne cerne;
che vedrai non capere in questi giri,?s��essere in carit�� �� qui necesse,?e se la sua natura ben rimiri.
Anzi �� formale ad esto beato esse?tenersi dentro a la divina voglia,?per
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