Della storia dItalia, v. 1-2 | Page 3

Cesare Balbo
quasi commentate le opinioni. E cos��, per vero dire, veggo essere stato fatto da Bossuet, da Hainault, que' modelli de' compendiatori, ed anche da Mignet e Zschokke a' nostri d��. Che anzi, perch�� non dirlo? non che vergognarmene, io me ne vanto: un compendio destinato non agli eruditi, non ai letterati; ma a' semplici colti, e cos�� ai pi�� numerosi e pi�� pratici uomini d'una nazione, porge un'ottima occasione a persuadere i compatrioti, una di quelle occasioni che non si lasciano sfuggire da nessuno sinceramente convinto delle proprie opinioni, e caldo quindi a promuoverle. E quanto al durare o non durare, io temo che duri pur troppo lungamente opportuno l'inculcare nelle menti e nei cuori italiani quel principio d'indipendenza che �� il nucleo, il substrato di tutte le mie opinioni storiche o politiche. E venga pur il tempo che non si tratti pi�� d'acquistare ma solamente di applicare quel principio, quella fortuna, quella virt��. Non che invecchiare, io credo che ella sar�� allora ringiovenita, pi�� cara a tutti; ed io la veggo aver cos�� ispirate le migliori storie delle pi�� indipendenti nazioni del mondo. Del resto, porti pur questo libretto le tracce del tempo suo: �� destino di ben altri e maggiori, e le storie specialmente (se ne persuadano leggitori, scrittori, critici e governi), o bisogna spegnerle del tutto, o lasciarle ritrarre insieme e i tempi di che elle scrivono, e quelli in cui elle furono scritte.
Torino, 16 novembre 1846.

PREFAZIONE
PROGETTATA DALL'AUTORE PER L'EDIZIONE NONA
Nella prefazione all'edizione terza di Losanna 1846, ho esposto come mi venisse scritto questo volume ad uso di un'enciclopedia, quali aiuti e difficolt�� vi avessi, quali opposizioni io prevedessi dall'opinione di quei tempi; tutti que' particolari insomma, che sono o paiono necessari a dirsi, al momento di una pubblicazione. Ma passati pochi anni, tuttoci�� non ha guari pi�� interesse se non per chi scriva forse qualche articolo di bibliografia, biografia, o storia letteraria.
E cos�� sar�� probabilmente dei particolari seguenti che mi paiono ora necessari. Non tenendo conto delle due edizioni fatte senza mia saputa (con data di Bastia... e Losanna 1849)[1], questa �� la prima, che rifaccia io dopo quella terza del 1846. Ora, cos�� facendo dopo quattro tali anni, io v'avevo due soli modi schietti: primo, ristampare esattamente il mio testo del 1846, per serbare cos�� intiero quel poco di merito o di fortuna che pot�� essere allora a prevedere e suggerire qua o l�� alcuni ?invidiati veri?. E confesser�� che, oltre alla pigrizia, la mia vanit�� letteraria, od anche politica, mi fece pendere a tal modo. Ma per cos�� fare con indisputabile ischiettezza, era necessario non introdurre una correzione n�� di storia, n�� di stile, o nemmeno di stampa; lasciare il testo scrupolosamente qual era, e poter dire che non vi s'era mutato una sillaba. E mi parve men bello, e forse brutto sagrificare a quelle vanit�� quanti miglioramenti avessi a fare, ora omai, al mio lavoro. Se io ristampassi quelle opere politiche che scrissi gi�� a diverse occasioni, io mi terrei a siffatto modo di riproduzione letterale, sola onesta in tal caso. Ma qualunque scritto fatto con intenzione a tutti i tempi, e perci�� qualunque storia, deve certamente migliorarsi dallo scrittore, finch�� e quanto pi�� possa.--Quindi mi appigliai e seguii il secondo modo; di fare tutte le correzioni di stampa, di stile, di storia, od anche di politica, che mi venisser sembrando necessarie od utili, senza niun ritegno n�� cattiva vergogna. Io m'ero gi�� dato l'esempio di non temer condannarmi, accennando ai fatti del 1809; che se poi io abbia forse dimostrata qualche consistenza di princ��pi e di fatti nella mia non breve vita letteraria o politica, io me l'attribuisco non a merito ma a fortuna; alla fortuna primamente dell'educazione e degli esempi paterni, ed a quella pur forse d'essermi rivolto a questi studi della storia nostra. N�� di biasimo, ma di lode mi sembran degni coloro, pochi pur troppo, i quali sanno fare buon pro degli insegnamenti dati dalla sperienza o dallo spettacolo di grandi eventi.
[1] Le edizioni che si fecero di questo libro senza saputa dell'autore furono cinque, fatte a Losanna nel 1848 e nel 1849, a Milano, a Napoli ed a Bastia; onde l'ultima del 1852 fatta a Torino, con consenso dell'autore, riusc�� la nona, e la presente �� la decima, se non se ne son fatte altre (Nota dell'edizione Le Monnier).
Ma il fatto sta che effettuando con tali propositi le mie correzioni, e facendone innumerevoli di stampa e di stile, ed alcune ne' fatti storici, non ne trovai, ch'io ne sia conscio, una sola da fare ne' miei princ��pi storici o politici, ed una sola (che notai) nelle mie previsioni; e che tutte le altre mi sembrano anzi, esser consistite in porre al passato alcune allusioni le quali erano al futuro, ovvero in confermare, e rinforzare i princ��pi gi�� posti.--Del
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