Ma questo equivoco non sar�� il solo, n�� il pi�� innocente.
La gente comincer�� a chiamarvi sempre col nome falso--le lettere verranno a quell'indirizzo, la vostra individualit�� di cittadino e di elettore tender�� a scomparire; vi avverr�� che, presentato col nome di vostro babbo, vedrete dei visi indifferenti ed aggiungendovi lo pseudonimo, subito grandi riverenze e profondi inchini. Voi stesso, dimenticherete il vostro casato e se ne ricorder�� solo l'esattore della ricchezza mobile! Ancora: vi �� una parte del pubblico che crede lo pseudonimo essere il rifugio dei burloni, della gente che scrive alla giornata, ed �� incapace di serio lavoro; andate un po' a farvi eleggere, se avete stampato senza la vostra firma!
Gli �� per questo che una parte degli scrittori si rifiuta al nuovo sistema: si tratta di qualche giovanotto che ambisce al posto di professore in un ginnasio qualunque; si tratta di qualche vecchietto quadrato, ragionevole, che �� stato uso di schiccherare, in fondo alle proprie opere, nome, cognome, titolo qualit�� e magari anche la paternit�� e il luogo di nascita; si tratta di qualche uomo maturo, grave, che scrive un libro con uno scopo pi�� o meno politico, e che quindi ha bisogno di far sapere che �� stato lui, proprio lui e non un altro ad averlo fatto.
--Vedete--mi diceva uno dei contrarii alla innovazione--questo rifugiarsi nei nomi altrui, sa di sotterfugio, di bugia. E sapete perch��? Perch�� coloro che assumono un nome di guerra dovrebbero pensare ad assumere anche un tono, un genere, una idea relativa a questo nome. Per nulla; conosco uno scrittore lugubre che firma Momo, un materialista che si chiama Psiche ed un uomo di spirito che perpetua il tipo di un imbecille! Lasciamo correre: credete che uno pseudonimo possa andare ai posteri?
--La letteratura moderna ha troppa fretta per pensare ai posteri--gli dissi.
--E la gloria?
--Bah! �� un pezzo che la critica l'ha abolita.
CASA NUOVA.
�� deciso, si deve andar via: basta una letterina gentile al proprietario dell'appartamento per indorargli la pillola e si �� liberi. Si d�� in un grande sospiro di sollievo per aver affermata la propria indipendenza e si enumerano la millesima volta le buone ragioni per cui si va via. Ragioni solide: una scala alta come quella di Giacobbe; sopra le stanze piccine; d'inverno il freddo; di estate il caldo. Sempre il medesimo orizzonte: un palmo e mezzo di cielo, sette centimetri di collina ed un campanile; di mare e di Vesuvio neppur l'ombra; gi��, una straduccia rumorosa ed antipatica. I vicini, gente noiosa: il damerino che si pettina ad uno specchietto presso la finestra, la sarta che inaffia la malvarosa, il giudice che litiga con la moglie, la signorina che impara la r��verie di Ascher dalla mattina alla sera: sempre gli stessi visi, sempre le stesse voci.
E dentro la casa, che monotonia! Gira, gira e rigira, si �� sempre in un posto: tutto �� uniforme, regolato, ordinato; lo stesso disordine del salottino �� stato pesato e discusso; dello studiolo non si discorre le pareti occupate dalle librerie, il tavolo di fronte alla finestra, le statuine sui piedestalli, una simmetria desolante. Lo spirito �� oppresso, schiacciato, ridotto al silenzio; i suoi slanci e le sue ispirazioni si frangono contro tutta quella immobilit��, non ci �� pi�� modo di scrivere, di lavorare, di sorridere. Irritazione, dispetto, fastidio in tutti; la casa �� brutta, cattiva, micidiale; si �� stanchi, si soffoca, si muore, bisogna scapparne via.
Sospiro di conforto.
* * *
Invece la casa nuova, quella dove si andr��, �� un amore, un paradiso terrestre. �� vasta, ci si pu�� giocar di spadone, vi �� lusso di aria e di luce, il Vesuvio entra nella stanza da pranzo, il golfo nel salotto, dal terrazzo si veggono tutte le colline tenersi per mano. I vicini sono roba fina, aristocratica; si �� saputo, cos�� di straforo, che vi sono due cavalieri, una contessa, un vice-sindaco, un ex-ministro, figurarsi! Il portinajo, una vera pasta di miele, una perla nascosta nella conchiglia del suo casotto. I mobili andranno sottosopra, vi sar�� un grande rimest��o, se ne compreranno dei nuovi ed i vecchi avranno la pensione in soffitta; discussioni infinite su questo soggetto. Tutto sar�� nuovo, bello, diverso. E quanti cari progetti, quante dolci speranze si realizzeranno nella casa nuova! Si far�� il matrimonio di Carolina, il figliuolo ritorner�� dal suo lungo viaggio, ed allora che feste, che allegria! Il lavoro progredir�� rapidamente, l'ispirazione verr��; non ci saranno i mille guai domestici che menomano e ristringono la mente: la famiglia sar�� felice. Ma viene o non viene questo benedetto maggio? Si contano i giorni, si sorride ad ognuno che ne passa, si �� soddisfatti, completamente soddisfatti.
* * *
Quando il mese di aprile incomincia, quando l'epoca della partenza si approssima, in mezzo a tanta soddisfazione, si fa luogo un senso di amarezza. Sulle prime �� leggiero, inavvertito, si presenta nella solitudine,
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