Cardello | Page 7

Luigi Capuana
Me, non mi crede.
--Il posto �� umido--disse il dottore. Tenetela a letto... Avete un letto, qui?--L�� dietro, un letto alla meglio--rispose don Carmelo.--Questa sera do la grande serata pei galantuomini. Se il signor dottore volesse venire a divertirsi.... La bambina �� abituata all'umido; �� nata in un magazzino peggiore di questo.... Un po' di tosse; si sa, i bambini.... �� vero che non �� niente, signor dottore? Tranquillizzi questa sciocca; se no, chi sa che pasticcio mi fa questa sera!...
--S��, s��, non �� niente.... cio��...--biascic�� il dottore, un po' confuso:--Basta: tenetela ben cautelata. Ritorner�� domani.
* * *
Quella sera faceva freddo.
Un pezzo di grossolana stoffa di cotone stinta dall'uso impediva che gl'indiscreti potessero vedere da fuori quel che si faceva l�� dentro; ma non riparava dall'aria frizzante donna Lia in maglia e veste corta, n�� Cardello insaccato nel camicione, col cappello grigio di feltro su la nuca, e che gli stava accanto, dietro il tavolino, col vassoio situato tra due candele steariche infisse nei candelieri di stagno. Il pallore della pelle del viso di donna Lia si scorgeva fin sotto il rossetto profuso su le guance per l'occasione. Cardello, di tratto in tratto, si soffiava dentro i pugni per riscaldarsi le mani. Don Carmelo, gi�� impaziente di veder riempito il locale dalle notabilit�� del paese, affacciava la testa capelluta da un angolo del palcoscenico, e sua moglie che se n'era accorta si sentiva su le spine, vedendo affollarsi alla porta coi biglietti in mano, le donne di servizio, i servi, i garzoni di campagna dei cavalieri, che non avevano creduto dignitoso per loro andar ad assistere all'opera di don Carmelo.
Lo stanzone era gi�� pieno zeppo, e il popolino tumultuava vedendo ritardare l'alzata del sipario. A un cenno di donna Lia, Cardello si mosse per avvertire don Carmelo di dar principio alla rappresentazione.
Lo trov�� che bestemmiava sotto voce, staccando rabbiosamente dal grosso ferro che li reggeva Santa Genoeffa, il duca, il traditore, il bambino, la cerva e gli altri burattini. Li buttava da parte con mala grazia, uno su l'altro, non curandosi di acciaccarne le teste, di sgualcirne i vestiti, di ammaccarne le corazze, e gli elmi di latta.
--Dice donna Lia....--
Il povero Cardello non pot�� aggiungere altro, sopraffatto dalla valanga di improperi che don Carmelo pareva stritolasse tra i denti, facendo il miracolo di non urlarli ad alta voce, quantunque i rumori, i battiti di mano, le grida di--Fuori! Fuori!--scoppianti dalla sala avrebbero impedito di udirli anche se non brontolati a quel modo. Cardello ebbe un'ispirazione; si mise in bocca il fischio da Pulcinella e fece sentire uno strillo, una specie di risata o di ringhio caratteristico.
--Bravo!
--Se no non si chetavano,--disse Cardello, orgoglioso di vedersi approvato dal padrone.
E il sipario fu tirato su tra il profondo silenzio della sala. Cardello avea dovuto prendere in mano Tartaglia, mentre don Carmelo, situato nel centro, dietro il fondo, reggeva Pulcinella. Lo scenario rappresentava la sala del trono del duca di Brabante, e gli spettatori eran curiosi di sapere come mai Pulcinella e Tartaglia si trovassero l��. Non meno curioso e ansioso di loro era Cardello, che non sapeva una sola parola di quel che avrebbe dovuto far dire a Tartaglia. Si tranquill�� vedendo che don Carmelo si affrettava a fare le due parti ora parlando col fischio da Pulcinella, ora ingrossando la voce e tartagliando per conto dell'altro burattino.
TARTAGLIA. So... sono arri-arri arrivato in questa citt�� e non co-conosco nessuno.
PULCINELLA. Citt��? Dite porcile! Io non vedo l'ora di scapparmene via.
TARTAGLIA. Pe-perch��?
PULCINELLA. Perch�� gli abitanti sono peggio dei maiali, tutti, dal primo all'ultimo.
TARTAGLIA. Co-come? Sono anzi ca-cavalieri, baroni, pri-principi!...
PULCINELLA. Ve lo dico in un orecchio che sono... ma zitto!
TARTAGLIA (contorcendosi dalle risa). Ah! Ah!.... Mi mi scappa! Ah! Ah!... Mi scappa!
PULCINELLA, Zitto, vecchio imbecille! Altrimenti queste bestie qui vanno a riferirle ai loro padroni....
TARTAGLIA. Ah! Ah!... Mi scappa!...
PULCINELLA (dandogli un calcio) E lasciatevelo scappare!
TARTAGLIA......
Appena Tartaglia ripet�� la parolaccia che Pulcinella gli avea detto all'orecchio, un grand'urlo e un fitto coro di fischi scoppi�� nella platea.
--Pezzo di ubbriacone! Basta! Basta!--
E una seggiola vol�� sul palcoscenico, poi un'altra, poi un'altra che sfond�� la scena di carta, dietro lo squarcio della quale si videro le gambacce di don Carmelo e quelle magroline di Cardello.
Sarebbe avvenuto un gran guaio, se il brigadiere e due carabinieri non si fossero trovati l�� a calmare la gente, a prenderla per le spalle, a farla uscire, assicurando che il domani il burattinaio avrebbe chiesto scusa ai signori e al pubblico per la parolaccia fatta pronunziare al povero Tartaglia, che un colpo di seggiola aveva atterrato sul piccolo palcoscenico.
Quando l'ultimo e pi�� riottoso degli spettatori fu messo alla porta, il brigadiere si affacci�� dietro il palcoscenico dove il burattinaio gi�� staccava le assicelle dello scenario, dopo aver fatto un gran fagotto dei burattini preparati per la serata.
--Signor brigadiere....
--Ma come vi �� passato per la testa...?
--Li
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