anche Pulcinella che, ciondolato un po', rimase fermo.
E in questo modo Cardello ebbe un'idea del come i burattini parlavano.
* * *
La sera della prima rappresentazione però il suo stupore fu grande; i burattini gli sembravano persone vive. Pulcinella, Tartaglia, Peppe-Nappa lo facevano ridere; ma quando vide venir fuori il Mago che operava le incantagioni per cui le persone non si riconoscevano più l'una l'altra, e Pulcinella abbracciava Tartaglia credendo di abbracciare Colombina, e Colombina abbracciava un paracarro credendo di fare le sue confidenze a Pulcinella; e poi, quando venne fuori il drago che buttava fiammate e fumo dalla bocca e voleva mangiarsi tutti vivi vivi, il povero Cardello cominciò a tremare dalla paura, e si sentì salire le lagrime agli occhi.
Fortunatamente Pulcinella trovava per terra l'anello incantato che disfacea a un tratto l'opera maligna del Mago; e don Florindo riceveva una scarica di legnate per compenso di esser ricorso all'opera di costui, non sapendo come ottenere altrimenti la mano di Colombina. Quella scarica di legnate fu una gran gioia per Cardello, che si diè a battere furiosamente le mani, saltando in piedi su la panca dove era stato a sedere, gridando:--Bravo! Bravo!--E la gente, invece di applaudire il burattinaio, mèssasi di buon umore per questa ingenuità, applaudì Cardello, che stupito e mortificato, corse a nascondersi dietro il palcoscenico; e non ne uscì se prima non fu sicuro che tutti gli spettatori erano andati via.
--Bravo,Cardello! Hai fatto la tua parte anche tu!--gli disse don Carmelo:--O perchè piangi?
--Perchè... perchè....--
E non seppe dir altro.
II.
CARDELLO ENTRA IN ARTE.
Il giorno appresso don Carmelo prese a dargli le prime lezioni del mestiere.
--Sta' attento: guarda come faccio io. Questi sono i fili delle mani; questi dei piedi. Si tirano in su così, secondo quel che dice il personaggio. Sta' attento! Ecco, Pulcinella passeggia....--Buon giorno!--E move la mano così, per salutare.... Ecco: Pulcinella deve dare un calcio nel sedere a Peppe-Nappa.... Si fa così... Hai capito?
Ora eseguisci tu...--Buon giorno!...--Ma no! Così, da' un calcio.... Bravo!.... E non bisogna tenere il fantoccio per aria, se no si mette a girare... Bravo!.. Così!...--
Cardello avea creduto che la cosa fosse difficile e che egli non sarebbe mai riuscito. Sbarrava tanto di occhi in viso a don Carmelo, si grattava il capo; e siccome due o tre volte, nei giorni scorsi, colui gli avea lasciato correre qualche scapaccioncino, se eseguiva male i suoi ordini, ora Cardello si aspettava uno scapaccione da un momento all'altro.
Giacchè l'Orso peloso era manesco, specialmente in certe ore della giornata; dopo desinare, per esempio, quando aveva bevuto i litri di vino che Cardello andava a comprargli ogni giorno dalla signora da cui gli era stato affittato il magazzino. Quel vino era forte, schietto; e quantunque don Carmelo dicesse che non si poteva scherzare con esso, faceva scoppiettare le labbra a ogni bicchiere tracannato e vi scherzava con molta confidenza. Allora, invece di sentirsi allegro, diventava burbero, cupo; e trovava pretesti per bisticciare con la moglie e per picchiarla, se essa, abbozzato un po', gli dava qualche risposta che non gli faceva piacere.
Cardello aveva gran pietà di quella povera donna. Vedendola piangere, le toglieva di braccio la creaturina addormentata o che si era staccata strillando dal petto della mamma pel movimento da essa fatto nel ripararsi dai colpi del marito; e si metteva a cullarla, a farla delicatamente sobbalzare per acchetarla, dandole anche baci, e accostando la faccina alla gota, con una specie di carezza.
E a quella vista anche l'Orso peloso sentiva diventar tenero il suo vino; e continuando a brontolare e a minacciare la moglie, cominciava ad aggirarsi pel magazzino, ad andare su e giù, stringendosi la cigna di cuoio ai fianchi, dandosi un'arruffata ai capelli; e all'ultimo, fermatosi a gambe larghe davanti a Cardello, strizzava gli occhi ammammolati e sghignazzava:
--Sai fare anche il balio, eh? Ninna, oh! Ninna oh! Ah! Ah! Ah--
Sentendolo ridere a quel modo, Cardello aveva paura, e si allontanava accostando più stretta la bambina al petto, guardando l'Orso peloso con sguardi sospettosi.
--Va' a comprarmi il tabacco per la pipa,--gli disse quegli una volta, cercando di levargli la bambina di braccio.
--Dorme; non la fate svegliare.--
E Cardello indietreggiava, indietreggiava, supplicandolo con gli occhi, senza accorgersi che là dietro era una sbarra di legno per terra. Inciampò, barcollò, diè un urlo e cadde rovescio, sbattendo la testa su una grossa pietra sporgente dal muro.
La mamma, accorsa, con una mano avea sollevato la bambina, e con l'altra avea aiutato Cardello a rizzarsi.
Egli sembrava soltanto un po' sbalordito. Tutt'a un tratto però, sentito un forte dolore all'occipite, si era tastato con le mani nel punto che gli doleva....
--Ahi! Ahi!--strillò, quasi l'accorgersi del sangue, che gli avea tinte le mani, gli avesse subitamente reso più acuto il dolore...
--Zitto!... Lasciami vedere! Non è niente!--
L'Orso peloso lo afferrava per la testa, scartava con le punte delle dita i capelli insanguinati, chino per
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