Vecchie Storie | Page 9

Emilio de Marchi

NICOLÒ.
Sissignora... cioè... veramente mia sorella Giacomina mi ha detto di
chiedere della zia delle signorine, la vecchia zia, sissignora....
TERESITA.
Sono io la zia delle signorine....
NICOLÒ

sorpreso.
Ah, lei fa da madre alle due orfanelle....
Avvicinandosi riconosce una antica amicizia.
Oh, ma scusi, noi ci conosciamo. Ah, chi l'avrebbe detto dopo tanti anni?
Lei, lei è la signora Teresita....
TERESITA
fingendo di cader dalle nuvole.
E lei è il signor Nicolò.... Guarda che combinazione! ma si è fatto così
grasso....
NICOLÒ
ridendo con un po' di confusione.
Credevo che volesse dire: così vecchio!
TERESITA
amabile.
Si è viaggiato insieme sulla strada della vita. Guarda che
combinazione!
NICOLÒ.
Guarda che combinazione!
Segue un brevissimo imbarazzo d'ambo le parti.
Io credevo che la zia fosse una signora in età, colla cuffia.
TERESITA.
La cuffia verrà... è in viaggio. Ma prego si accomodi, signor Nicolò....
Indica la sedia e siede lei per la prima.
NICOLÒ
ripetendo materialmente.
Guarda che combinazione....
Prende la sedia, vi si appoggia, ma non vi siede.
Ma da quanto tempo non ci vediamo più?
TERESITA.
Oh è un gran pezzo! A che cosa devo attribuire l'onore della sua visita?
NICOLÒ
giocando colla sedia che fa girare sotto la mano.
Mia sorella Giacomina mi ha detto: Va a Incirano, cerca della zia delle
sorelle Bellini ed esponi il tuo caso.
TERESITA.
E qual è il suo caso?
NICOLÒ.

Il mio è un caso, dirò così, di coscienza: ma ora non so se devo
parlarne.
TERESITA.
Perchè non deve parlarne?
NICOLÒ
facendo girare più forte la sedia sotto la mano.
Perchè... io...
dà in una risata allegra
perchè io credevo che la zia fosse una cuffia....
TERESITA
ride anch'essa mentre sì abbandona nella poltrona.
Dunque è alla cuffia che lei desidera parlare.
NICOLÒ.
No, stia buona, ora le dirò il mìo caso. Ma è certo che, se avessi potuto
immaginare di trovar qui lei al posto della... cuffia...
ride
non sarei venuto.
TERESITA
un po' offesa.
Non merito dunque la sua confidenza?
NICOLÒ.
Lei merita tutto, ma il mio caso è di quelli che hanno bisogno di molta
indulgenza.
TERESITA.
Ma sieda....
NICOLÒ
mettendosi a sedere sull'angolo della sedia.
Intanto mi dica: come si trova qui a far da madre a queste due
bambine?
TERESITA.
Una serie di dolorose circostanze.... Oh sapesse quante disgrazie! Morti
i parenti di queste due povere figliuole, ho pensato ch'io potevo essere
utile in questa casa.
NICOLÒ
esitando.
Ma scusi. Lei non aveva sposato quel marchese?
TERESITA

molto riservata.
Sì.
NICOLÒ
C. S.
E.... suo marito?
TERESITA.
È morto.
NICOLÒ
con una certa sorpresa.
Ah! è morto anche lui....
TERESITA.
In duello a Parigi.
NICOLÒ.
In duello a Parigi.... Guarda, guarda.
TERESITA
dopo un breve pensiero.
Ma non parliamo dei morti. Quel che è passato, è passato.
NICOLÒ
astratto in una sua idea.
O bello, o bello...
TERESITA.
Che cosa?
NICOLÒ
si corregge, si fa serio, si alza.
Mi rincresce di aver risvegliato delle dolorose memorie. Mi scusi....
in atto di congedarsi
mi perdoni....
TERESITA
restando seduta.
Ma che cosa fa? lei non mi ha ancora detto lo scopo della sua visita.
NICOLÒ.
È vero, ma io non so nemmeno se la mia visita abbia uno scopo.
Giacoraina doveva avvertirmi di queste circostanze.
TERESITA
con tono quasi materno.
Bene, si accomodi. Giacomina mi ha scritto tutto. Lei e venuto a
Incirano per uno scopo molto lodevole e molto onesto. Vuol prender

moglie.
NICOLÒ
affettando una certa sicurezza.
Sì, voglio prender moglie.
TERESITA
ridendo con gaiezza simpatica.
O bello, o bello...
NICOLÒ
un po' mortificato.
Che cosa c'è di bello?
TERESITA.
Bello che il signor Nicolò voglia finalmente prender moglie.
ride.
NICOLÒ
serio.
Non rida o mi scoraggia.
TERESITA.
Ci ha pensato un pezzo il signor Nicolò.
NICOLÒ
in tono di rimprovero.
E di chi la colpa?
TERESITA.
Di chi?
NICOLÒ.
Ah Teresita! non si dovrebbero ricordare certe cose....
picchia nervosamente il bastoncino sul cappello.
TERESITA
gravemente.
Proprio!
NICOLÒ.
E tanto meno si dovrebbe ridere.
TERESITA
sospirando.
Si ride quando si è finito di piangere.
NICOLÒ
con una punta d'ironia.
Beata lei che ha finito! Le donne son così facili a dimenticare....

TERESITA.
Si dimentica... per non odiare.
NICOLÒ.
Io non ho meritato il suo odio.
Con un leggero tono di sarcasmo.
A ogni modo la donna che sposava il marchese di San Luca deve aver
trovato nel fasto del suo blasone qualche conforto a' suoi dolori.
TERESITA
offesa.
Nicolò, non dite queste parole che offendono una donna che fu già
troppo infelice nella sua vita. Voi sapete come sono andate le cose. Il
mio matrimonio fu per me una di quelle necessità che il solo cuore
d'una donna sa comprendere e sa compatire. Voi sapete che mio padre
era un uomo rovinato, che sulla nostra casa stava il disonore e il
fallimento, che soltanto un matrimonio di convenienza poteva
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