di deliziosa angoscia, turbato dal presentimento del destino.
--S��, �� molto tranquillo il villaggio,--egli soggiunse,--e ci si diventa molto pigri. Io non mi occupo di nulla, e non trovo tempo di scrivere agli amici.
--Io pure,--disse Emilia sorridendo,--non ho che abitudini d'ozio....
Essi erano perduti, dimenticati in fondo al paese. I treni passavano frequentissimi, trascinando gente ignota a ignote fortune; ma in gran parte procedevano oltre, e non rimaneva nell'aria se non l'eco d'un fischio stridente, e qualche latteo globo di vapore.
A mezz'ora di cammino, a Nervi, la vita era gi�� pi�� intensa; la rinomanza de' suoi alberghi e la bellezza della sua marina vi chiamavano ogni anno una varia folla di stranieri, malati d'anima o di corpo, o abituati a climi tepenti.
E intensissima, febbrile, tumultuosa, era la vita a Genova, dove Emilia, per unica distrazione, si recava spesso con Roberta. Lasciata la carrozza, le due sorelle andavano a passeggio per le grandi vie e per le viuzze stipate di botteghe, quasi ad un viaggio d'esplorazione, su per le lunghe salite, a capriccio, felici quando arrivavan da sole a qualche altura, che dominasse la citt��, il porto, il mare ampio e multicolore. Non conoscevano persona, a Genova; non capivano una parola dei dialetto serrato ed aspro; godevano di sentirsi forestiere, e di passare a fianco d'una folla che le ignorava; l'andirivieni della gente, il frastuono dei carri, la sfilata fitta dei negozii, davan loro l'idea d'un gran mercato sempre in tumulto; e diversamente che a Milano, ove sapevano a memoria i nomi delle ditte principali, e credevano sapere tutte le abitudini della citt��,--gustavano a Genova ogni volta qualche cosa imprevista, e osservavano l'ansia della vita romorosa, estranee come a uno spettacolo. Sul tardi riprendevano la carrozza per tornare a casa, raccomandando al cocchiere di non frustar troppo. Esse temevano un poco; ma la gita le divertiva appunto perch�� le discese ripidissime, la strada spesso parallela alla via ferrata, incutevano un'ombra d'attraente pericolo. Qualche volta, il treno le sopraggiungeva, rapido e formidabile; e il cavallo, fermo innanzi alle barriere, drizzava le orecchie, volgeva la testa a guardare.
Era l'attimo pi�� commovente della passeggiata; le giovani si stringevano la mano, sorridendo. Il mare pompeggiava, solenne di quieta potenza; le ville davano al paesaggio la nota leggiadra o maestosa, incensando l'aria coi profumi dei giardini, e tagliando il cielo puro coi ricami aggrovigliati o con le punte argute degli alberi. Di frequente il sole era tramontato, e la carrozza saliva anc��ra l'ultima ascesa tra Nervi e Sant'Erasmo; i monelli sulle porte schiamazzavano; qualche carro, con le ruote pesanti affondate nel terriccio, ingombrava la strada, e nella penombra risonavano gli aizzamenti gutturali degli uomini, i tintinnabuli dei muli e dei cavalli inarcati a trarre il veicolo. Arrivavano a casa, le due sorelle, quando gi�� i fanali modesti fiammellavano sul verde cancello del giardino; correvano, salivan presto le scale, trovavan l'uscio spalancato e la cameriera impaziente. Sulla tavola lumeggiata da un'alta lucerna a colonna, la tovaglia, il vasellame, le posate mandavano bagliori; e la serata cominciava, tutta bella d'intimit��. Non v'erano se non i radi colpi di tosse, che potessero mettere sul volto d'Emilia una nube fugace....
--Vuole che torniamo?--disse a un tratto la donna, alzandosi e incamminandosi.
Essi ripresero la via, involuti nella sensazione della complessa irresponsabilit�� delle cose, la quale sovraneggiava ovunque.
--I suoi amici stanno a Milano?--riprese quindi Emilia, pi�� audace perch�� rifletteva sempre troppo tardi.
--Quasi tutti,--disse Cesare.--Ma veri amici non ne ho: colleghi, compagni di studii, conoscenze: legami, infine, che non resistono alla lontananza....
Mand�� un respiro di sollievo, perch�� gli sembrava d'aver detto molto con la parola legami.--?Avr�� capito??--si chiedeva, studiando sul viso d'Emilia l'impressione della risposta.
Ed Emilia, che camminava con lo sguardo a terra, parve ergersi pi�� dritta, liberata da un peso invisibile; alz�� gli occhi, incontr�� gli occhi del Lascaris, e si trattenne a forza per non sorridergli.
--?Com'�� bella!?--ripens�� questi, un po' umiliato di non trovare altro per lei.
Ella non era corpo soltanto, ma uno spirito, un pensiero, un'anima; e tuttavia dal cuore di lui non salivano con violento impeto, se non quelle tre parole, che l'avrebbero fatta arrossire, s'egli le avesse pronunziate.
Emilia fu punta da un brusco rimorso. Aveva dimenticato Roberta. Perch�� aveva potuto dimenticarla e parlarne tanto poco e non insistere sulla guarigione inattesa?
Disse allora, con voce tutta diversa:
--Dunque, �� ben certo, signor Lascaris, che possiamo considerar salva Roberta? Non v'�� pericolo d'una ricaduta, d'un peggioramento subitaneo?...
Preso all'impensata, in mezzo a visioni cos�� lontane dalla malattia, dalla morte, da quella giovanetta, ch'egli considerava col dispregio compassionevole d'un artista per un bel quadro screpolato, Cesare ebbe la tentazione abbacinante di gridare ad Emilia:
--?Non legarti a lei; �� condannata. Tu sei per la vita, ed ella �� per la morte. Tu hai i diritti di quelli, che il genio della specie ha creato a tutela della sua purezza, e Roberta ha i doveri di rinunzia, che
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