facevano circolo intorno, alla forca.
Il boia, certo Stephen Marshall, un ometto grasso, prese una scala, l'appoggi�� al patibolo, sal��, si mise a cavallo della trave orizzontale e infil�� nel buco la corda; una corda nuova, provvista di un anello di ferro da una parte e assicurata dall'altra al contrappeso. Poi discese e ne prov�� la solidit�� attaccandovisi, dondolandosi e sorridendo con compiacenza.
Il cielo era nuvoloso; minacciava di piovere. Continuava a entrar gente, e alle sette c'erano nel cortile quasi quattrocento persone, mentre la sera innanzi lo sceriffo aveva detto che trattandosi di un pazzo come il Cornetta, non avrebbe accordato pi�� di cinquanta permessi.
Quella gente fumava, rideva e chiacchierava ad alta voce, tanto che pareva di essere a un mercato, o in attesa di uno spettacolo di Barnum. Uno dei presenti era gi�� completamente ubbriaco di whiskey, traballava e salutava lo sceriffo dicendogli: Helloo, Bill! E lo sceriffo gli stringeva cordialmente la mano.
Mentre il cortile riempivasi di questo pubblico da circo equestre, il Cornetta si alzava. Nella sua cella, invece degli abiti ordinari, trov�� una camicia di bucato con cravatta di seta nera e un abito nero completo.
Quando le guardie gli dissero che doveva indossare quei panni nuovi, la sua faccia si rischiar��.
--Ah! ve lo dicevo io--esclam��--che oggi dovevo essere condotto alla Court House e messo in libert��. Vedete, �� il giudice che mi manda questo magnifico vestito. Che bravo giudice: lo voglio baciare.
E si vest�� adagio, con cura, assaporando tutto il piacere di mettersi dopo tanto tempo degli abiti nuovi.
Appena giunsero il padre Giulio e pi�� tardi il padre Edgerton, egli li salut�� e ripet�� loro le stesse parole. Inutilmente il prete cattolico e il ministro protestante, ciascheduno alla sua volta, tentarono di richiamare in s�� l'infelice e di fargli riflettere che quella era l'ultima sua ora; egli sorrideva loro sul viso con aria di compassione e non mostrava altro che l'impazienza di essere accompagnato davanti al giudice.
La sentenza di morte gli era stata letta alla vigilia, in italiano e in inglese, senza che egli la comprendesse, cosicch�� quella mattina lo sceriffo e le guardie non avevano altro da annunziare al condannato che l'ora dell'esecuzione; e lo fecero; ma il Cornetta protest�� che mentivano e dichiar�� che li avrebbe fatti arrestare!
Allora lo lasciarono nella sua illusione e, visto che era quieto, gli permisero di uscire dalla cella e di aspettare nel corridoio il momento fatale.
Frattanto entrarono nel cortile il capitano Mangin con cinque policemen che si disposero intorno alla forca, facendo fare un po' di largo: altri nove policemen erano di guardia all'esterno della prigione. Il boia salutava alcuni amici vicino alla forca. Da una tasca gli usciva un pezzo del laccio destinato al Cornetta.
Pochi minuti prima delle sette e mezzo giunsero gli undici deputati sceriffi della Contea e furono introdotti nel carcere. Allora il capo sceriffo s'affacci�� al cancello di ferro che dava sul cortile e chiam�� il boia e il suo assistente. Erano le sette e mezzo precise.
Il boia, il suo aiutante, il carceriere e altri due robusti sottocarcerieri si avvicinarono a Cornetta nel corridoio interno della prigione e gli dissero di star fermo, perch�� gli dovevano legar le braccia.
Appena Cornetta vide le corde, divent�� giallo in viso, stralun�� gli occhi, strinse i pugni, diede un urlo e minacci�� chiunque gli si accostava. I cinque uomini gli si gettarono simultaneamente addosso: due gli afferrarono le braccia, due le gambe, e il quinto, il boia, s'accingeva a legargli i gomiti insieme dietro la schiena; ma il condannato gridava, si torceva come un serpente e tentava di mordere come un cane idrofobo. Altri cinque uomini dovettero intervenire e Cornetta fu legato da dieci persone.
Egli diceva con voce altissima e lamentevole:
--Ma che fate? Che fate? Sono democratico, io! Nessuno pu�� condurmi alla morte. Ah! lasciatemi...
Appena fu domo e legato, il boia trasse di tasca il laccio e glielo accomod�� intorno al collo, aggiustando il nodo scorsoio sotto un orecchio: poi gli mise in capo il cappuccio nero, lasciandogli per�� scoperto il viso.
Cornetta, livido, esausto, guard��, sent��, singhiozz�� e gemette: nelle confuse parole che gli uscivano dalla gola c'era insieme come il pianto di un bambino, l'angoscia di uno che trema e ha paura, la rabbia di chi vorrebbe resistere ed �� impotente.
Appena gli fu messo il laccio al collo vi fu un istante in cui stette immobile fissando il boia e gli astanti. Che cosa pass�� per la mente dell'infelice in quel momento? Forse ebbe un lucido intervallo, durante il quale si vide irremissibilmente perduto. Ma fu un lampo e torn�� subito a piangere e a dibattersi furiosissimamente.
Tutto ci�� avvenne in meno di quattro minuti. Alle sette e trentaquattro minuti precisi si riapr�� la porta del carcere e in mezzo al pi�� profondo silenzio dei presenti Cornetta apparve fra le braccia di quattro uomini che lo trascinavano a stento.
La forca
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