Paolo Herz si metteva a calcolare mentalmente per quanto tempo Luisa Cima lo avesse amato. Nella realt�� delle parole, ella gli aveva detto di volergli bene, per pi�� di un anno, di seguito: ma l'infelicissimo amante abbandonato, si rendeva adesso, un conto ben preciso delle menzogne di Luisa e riducendo, riducendo, togliendo tutto il periodo preliminare in cui Luisa Cima lo aveva amato un pochino, togliendo tutto l'estremo periodo in cui la perversa donna lo aveva amato sempre meno, sempre meno, egli, nella realt�� dei fatti aveva limitato questo amore a quattro mesi, dall'aprile al luglio, dalle prime rose agli ultimi papaveri. Quattro mesi! Che sono, innanzi alla vita di un uomo? Un soffio fugace: il tempo di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo incantato e incantevole, null'altro. In quei quattro mesi, come se fosse stata travolta dal vortice della focosa e indomata passione di Paolo Herz, la donna era stata veramente sua, in una di quelle unioni profonde, cos�� rare, cos�� preziose e che vincono per sempre le anime che comprendono l'amore. Forse, Luisa non aveva fatto che subire l'impeto sentimentale e il trasporto sensuale di Paolo Herz, essendo ella creatura di tempra e di fibra molto pi�� tenue, molto pi�� inerte; forse, ella era stata solo l'eco di quella voce calda e vibrante di passione, alla cui armonia, dice il divino poeta germanico, rispondono i cieli commossi e palpitano le lontanissime stelle: forse ella non era stato che l'istrumento sonoro e vuoto di quella magnifica sinfonia. Ma per quattro mesi, in una primavera estasiante di luce e di profumi, in un'estate ardente di cui ogni notte era indimenticabile, l'illusione era stata perfetta e niun acido corrosivo di riflessione amara, di ricordo doloroso, di rimpianto inconsolabile poteva mordere questo periodo di amore. Egli non indagava. Sentiva di essere stato amato; sentiva di aver tenuto fra le braccia un essere vivo e innamorato, fremente di leggiadria e di entusiasmo, giocondo e felice; sentiva che una giovinezza seducente, piena di una delicata poesia, gli era appartenuta, esclusivamente, e gli aveva data una ragione suprema all'esistenza. Quando gi��, in lui, gli anni avevano fatto il loro lavoro di stanchezza, di delusione, di segreto affralimento; quando tanti piccoli e teneri ideali erano tramontati, in lui; quando, anche lui, portava nel suo cuore il cimitero delle speranze pi�� balde, questa donna, questa Luisa Cima, nei cui incerti occhi rideva il sorriso della tenerezza e della furberia, questa donnina breve e snella, e fine, e infinitamente cara, gli aveva dimostrato che gli anni si obliano, quando si ama; che tutte le delusioni spariscono, quando si nutre la illusione dell'amore e che non vi sono morti, dove vive l'amore. Quattro mesi! Niente: e tutto.
Ma dietro questo tutto delirava lo spirito di Paolo Herz, nell'abbandono e il suo corpo soffriva, come se fosse crocefisso. Giacch�� ella lo aveva lasciato. Cos��. Non aveva voluto pi�� saperne di lui. Aveva finto per poco tempo, verso la fine. Era crudele, Luisa: ma molto logica, nella sua crudelt��. Quando non si ama pi��, non si ama pi��. Manc�� ai convegni. Non rispose alle lettere. Non volle capire l'interrogazione disperata degli occhi di Paolo Herz, quando lo incontrava fra le persone: lo sfugg��, per quanto le era possibile, innanzi a una persecuzione ostinata, accanita che egli la faceva. Infine, ebbero un colloquio. Fredda muta, ma tranquilla, ella lo sogguardava, con gli occhi limpidi, dallo sguardo nitido e duro.
--Di' che non mi ami pi��!--grid�� lui, in un accesso di furore, pronunciando la frase per lui terribile--Di' che non mi ami, non mentire pi��, bugiarda, bugiarda!
--Non mento, Paolo. Non ti amo pi��.
Esterrefatto, egli tacque. E nelle due o tre altre volte, quando annoiata, gelida, infastidita volgarmente, ella venne a lui, la stessa verit�� nuda e semplice sgorgava da quelle rosee labbra.
--Non ti amo. Non ti amo.
--Ma perch��, ma perch��?--gridava Paolo, folle di collera e di dolore.
--Cos��.
--Non sai la ragione?
--Non la so. Non ti amo, ecco.
--Sei una scellerata, sei un'infame.
--Sar��: ma non ti amo.
Che dire? Che fare? Chi non ama, non ama. L'uomo tradito, almeno, pu�� uccidere. Ma chi non �� pi�� amato, non ha neppure il diritto di uccidere, egli ha avuto la sua parte di bene, quando �� finita, non vi �� pi�� nulla da chiedere, nulla da pretendere. Che fare? Imporre l'amore? Come, come? Esso non s'impone, che quando l'altro non ha cominciato ad amare ancora; non gi��, quando ha finito. Creare dal niente, con un miracolo, si pu��: far risorgere un un morto, no. Che fare? Domandare la piet�� della menzogna, la carit�� dell'inganno? Luisa Cima non possedeva n�� il dono della carit��, n�� quello della piet��: e si seccava di mentire, allo scopo odioso di prolungare una falsa posizione. Che fare? Provocare in duello qualcuno? Chi? Perch��? Luisa Cima non aveva trovato il successore, ancora. L'occhio avido e
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