Lindomani | Page 2

Neera
camera con un uomo che due mesi prima non conosceva neppure; che fino alla settimana scorsa non le aveva dato del tu; ch'ella aveva sempre visto in circolo con la mamma, coi parenti; del quale non sapeva il passato, e ne ignorava i gusti, le abitudini, gli affetti, le ripugnanze. Ella che era stata allevata nell'idea intangibile del pudore femminino, che non avrebbe mostrato le spalle ad un fratello, ad un zio, aveva pur dormito con quest'uomo!
Era giusto, legale, approvato dal codice e dalla religione; approvato da lei stessa poichè aveva detto di sì, poichè Alberto le piaceva, poichè aspettava da lui l'amore.
Aspettava! ma intanto si sentiva stordita, come uno che va a tentoni con gli occhi bendati, urtando contro oggetti nuovi e indefiniti, udendo la voce dei compagni che gli gridano: avanti, niente paura!
Quando le avevano presentato Alberto, Marta che aveva ventitrè anni, che era intelligente e seria, comprese subito alle ansie della mamma, allo sguardo scrutatore di lui, che si stava per compiere il grande atto della sua vita.
Quello che non sapeva è che il suo destino veniva messo a partito da parecchi mesi fra cinque o sei candidati scelti e vagliati dalle amiche della mamma, per cui fu successivamente sul punto di diventare la signora De-Martini, con un vedovo, capitano, nobile, uomo d'ordine, discretamente provveduto; oppure la signora Valdranchi, sposando Valdranchi, lo scultore di grido, che non aveva un soldo, ma guadagnava assai, simpatico giovinotto a cui fioccavano le avventure galanti. Si era contemporaneamente preso in considerazione Anselmo Bianchi, negoziante di grani, un po' alla buona, piacente tuttavia e ricco. Tre individualità assolutamente opposte, ma che, presentandosi in forma di marito, offrivano le stesse garanzie di felicità per la sposina, a detta delle amiche.
De-Martini, alto, sottile, biondo, un po' calvo, pieno di distinzione, tranquillo, educatissimo, doveva piacere a Marta. Valdranchi, piccolo, vivo, abituato alle compagnie equivoche, ma col fuoco del genio negli occhi, irrequieto, simpatico, doveva pur piacere a Marta; e non vi era nessuna ragione perchè non potesse piacerle Anselmo Bianchi quantunque non più sul fiore degli anni, sano tuttavia, con una villa quasi principesca, provveduta di una serra immensa, dove Marta avrebbe potuto soddisfare la sua passione per i fiori. Di questo paragrafo fu preso nota con molto interesse nel crocchio delle amiche.
Intanto che si discutevano le probabilità di tali matrimoni, che si era già invitato a pranzo De-Martini, e che si era fatto parlare al signor Bianchi della somma ventura per lui riposta in una brava moglie; quando si stava persuadendo Marta che i capi scarichi sul genere del Valdranchi diventano, alla lunga, i migliori mariti, capitò Alberto Oriani. Guarda--osservò una cugina--che bella combinazione, Oriani! E Marta è Oldofredi; non cambierebbe nemmeno le iniziali. Su questa felice scoperta si incominciarono le trattative.
Alberto Oriani non era nuovo del tutto per la famiglia Oldofredi; la mamma lo aveva conosciuto dieci anni prima; e poi a scuola, una Oriani faceva lo stesso corso con lei, oh! si rammentava benissimo; una morettina dagli occhi fulminei.
Alberto viveva in campagna, sorvegliando un suo podere; solo, agiato, galantuomo, trentasette anni, la stanchezza del celibato, il desiderio chiaramente espresso di prender moglie per finirla con la vitaccia di scapolo. La mamma, i parenti, le amiche si guardarono in faccia e gridarono: è lui!
Come poi Marta lo vide, parve il caso. Dopo aver passato tutta una sera a teatro, avente al proprio fianco un giovanotto bruno, amabile, con una vaniglia all'occhiello che odorava deliziosamente; dopo essersi accordati sul merito della commedia e sugli abiti della prima attrice, creando così una specie di simpatica intesa, di accordo morale, Marta non ebbe nessuna ripugnanza a rivederlo, due giorni dopo, uscendo dalla messa, e altri due giorni ancora accolto in casa, da amico.
Quando fu il momento di decidersi, ognuno le fece osservare, ed osservò ella stessa per quel po' d'esperienza che aveva, la singolare fortuna sua nella media generale delle fanciulle; molte fra le quali si maritano tardi, spoetizzate e già avvizzite; altre non si maritano affatto; chi deve accontentarsi di un vecchio, chi di un vedovo, chi di uno un po' corto a cervello, chi di uno spiantato o di un balbuziente o di un mezzo tisico perchè--dicono le persone assennate--tutto non si può avere.
Alberto aveva tutto o quasi, Marta dovette pur convenirne; e si rallegrò seco stessa dalla buona ventura ed accettò con entusiasmo; entusiasmo che non era precisamente per Alberto, ma per l'avvenire che Alberto le avrebbe dato. Lo sapeva anche lei che così, subito, non potevano amarsi; l'oggi non era che una preparazione; il domani solo le avrebbe aperte le porte misteriose dell'amore.
A questo bene futuro Marta tendeva avidamente il cuore e le braccia, in mezzo ai preparativi febbrili delle nozze; indifferente alla gioia dei doni, toccando con mano distratta i ricami e le trine del corredo, sorridendo lievemente agli auguri, non
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 43
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.