Le nostalgie | Page 4

Luigi Gualdo
soavi,?Sembra che il mar domato cerchi le grandi navi.
Quel giorno, ancor pi�� lieta, piena di gioia pura?Nuotava in alto mare in fra l'onde sicura.?Lontana assai da terra si sofferm�� un istante,?Tra la spuma gioc��, poi senza andar pi�� avante?Si coric�� e fu immobile--bagnando l'aureo crine?Nell'acqua, che la linea s�� delicata e fine?Del viso incorniciava di cristallo verdastro.?--Nel cielo s'innalzava gloriosamente l'astro?Del giorno.--Ed ella alzava al vasto firmamento?Gli occhi che d'azzurro s'empiano e di contento.
Alfin si mosse.
Allora prov�� una gran sorpresa:?Un giovane mai visto, con una mano tesa?Dritto verso di lei nuotava ed un delfino?Parea, maestoso qual era in suo cammino.
Veniva. Egli era bello al par d'un dio pagano.?Veniva. Ad ogni istante era meno lontano.?Avea i capelli bruni., non lunghi ed arricciati,?Da gocciole lucenti coperti ed imperlati,?Ed il suo viso imberbe pi�� giovin dell'aprile?Era d'una bellezza perfetta e femminile.?Ei pure era sorpreso, e coi grand'occhi neri?Pieni di dolce ardore e languidi ed alteri?La contemplava fisso. A un tratto fu vicino.?--?Io ti scorsi da lungi nel raggio mattutino.?Colui che non vedevi per ammirarti accorse.?Che niuno sa nuotare al par di me...?
--?Io forse??E fugg�� via. Ma rapido ei la raggiunse. Allora,?Nuotando insieme andarono uniti per brev'ora,?A forze uguali. A lei pareva fosse un gioco?E quasi senza sforzo pur lo v��nceva un poco.
Ognor s'allontanavano. Ma dopo lunghi istanti,?E stanca di guardare all'orizzonte avanti,?Ella pur si volt��, e i loro sguardi alfine?S'incontrarono. E allora le pupille divine?Nell'innocenza sua fiss�� sul nuotatore?E ingenua il contemplava e senz'alcun rossore.?Essi correvan sempre; ma ecco che improvviso?Una espressione strana le si dipinse in viso.?Ignota lassitudine di lei s'impadroniva,?Parca che le sue mani cercassero una riva...?Il giovin se ne avvide, e le pupille fisse?Sempre su lei: ?Sei forse un poco stanca??, disse.?--?Io? Giammai?. Ma frattanto facevansi pi�� lenti?Mentre cos�� dicea tutti i suoi movimenti.?In tutto lo splendore sul vastissimo piano?Il sole i rai possenti vibrava pi�� lontano,?E quella immensit�� che avean dinnanzi a loro?Pareva tempestata di grosse gemme d'oro,?Ma a riposar lo sguardo, sovra le loro teste?Stendevasi tranquilla l'immensit�� celeste.
Senza contare il tempo andavano silenti.?Ella era tutta gaia, ma gi�� nuotava a stenti?E si sentia contenta e un poco umiliata.?Faceasi il respir corto e la lena affannata,?Ed una man tenea sul seno palpitante,?Ed egli le chiedea sommesso, ad ogni istante,?S'ella era lassa, e sempre, sdegnosa e sorridente,?Rispondeva di no. Eppur sensibilmente?Ad ora ad or scemavano le forze sue gi�� vinte?Ed avanzava solo a disperate spinte.?In fin le stese il braccio ed ella affranta, muta?L'afferr�� febbrilmente e gi�� quasi svenuta.?Tutta sentiasi invasa da ignoto turbamento.?L'un contro l'altro stretti andavano col vento?E i corpi si toccavano splendidamente belli?E l'aura alla fanciulla i dorati capelli?Moveva, e li spingea in opulenta massa?Sulle spalle imbrunite di lui. Ell'era lassa,?E di guardarlo in viso quasi pi�� non osava...?Egli con occhi languidi e ardenti contemplava.
S'allungavano forse gl'istanti all'infinito,?Volavan forse l'ore?--Il tempo era smarrito.
Ell'era ognor pi�� stanca. Il nuotator robusto?La sostenne, cingendo il suo corpo venusto,?Traendola con s��. Con forza prodigiosa?La portava qual fosse una languida rosa.
Ella avea chiuso gli occhi, e quasi inconsciente?Il cor di confidenza pieno ineffabilmente,?Spinta da irresistibile e nuovissimo istinto?Le braccia intorno al collo del giovine avea cinto.?Egli mirava l'ombra che le palpebre chiuse?Gettavan sulle guancie di pallore suffuse,?E le labbra vermiglie. E si sent��a sul petto?Le mosse di quel core a battere costretto,?E per la prima volta. Ei mormor�� sommesso:?--?Io t'amo?.
Ella rispose: ?Mi salva?.
Allor pi�� presso
A lei cui gi�� mancava la voce egli si stese?E con le labbra ardenti le dolci labbra prese.
La fanciulla innocente serr�� con infinita?Tenerezza colui che le dava la vita,?Colui ch'ella, gi�� debole, chiamava salvatore.?E nulla ella sapeva pur sapendo l'amore.?Lo sguardo nel suo sguardo ella teneva fisso,?E in estasi novella pareale in un abisso?Cadere lentamente, nelle brame infinite,?Parean le loro bocche eternamente unite?Ed era un di quei baci che finir non si ponno.?Sembrava su lor scendere mister?oso sonno?E a un tempo li riempiva possanza sovrumana.?Egli sentiva in s�� vibrar la forza arcana?D'una felicit�� che non avr�� pi�� fine,?Urtarsi le violenze delle gioie divine,?E allor dalla sua bocca del bacio prigioniera?Un mormor��o s'ud��, una voce leggiera.
Gli augelli che passavano in ciel con l'ali aperte?Fermavansi a guardare quelle due forme incerte?E sovra il dolce gruppo circoscriveano il volo.?E quello che vedevano sembrava un corpo solo?Pien di forza e di grazia e doppio ed indiviso,?Simile a vis?one d'ignoto paradiso.?Fu un lampo. Ma rinchiuso in la breve durata?Era un eterno gaudio. Lei s'era risvegliata?E le parea risorta esser gi�� dalla morte?E spinta nel mistero d'una novella sorte...?E s'abbrancava al giovine e lo teneva stretto.?Ma fu lui che pel primo sent�� scemar nel
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