Le Amanti

Matilde Serao


Le Amanti

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Title: Le Amanti
Author: Matilde Serao
Release Date: March 4, 2006 [EBook #17909]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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MATILDE SERAO
LE AMANTI
LA GRANDE FIAMMA--TRAMONTANDO IL SOLE L'AMANTE SCIOCCA SOGNO DI UNA NOTTE D'ESTATE.

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1894.

OPERE di MATILDE SERAO,
(Edizioni Treves).

All'erta, Sentinella! racconti napoletani, 3.a ed. L. 4-- Il romanzo della fanciulla, 4.a edizione 2-- Il paese di cuccagna, romanzo, 2.a edizione 5-- Il ventre di Napoli (1885), 3.a edizione 1-- L'Italia a Bologna. Con 15 incisioni 2-- GLI Amanti, pastelli, 2.a edizione 4-- LE Amanti 4--

MATILDE SERAO

LE AMANTI

LA GRANDE FIAMMA--TRAMONTANDO IL SOLE L'AMANTE SCIOCCA SOGNO DI UNA NOTTE D'ESTATE.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1894.

PROPRIET�� LETTERARIA.
Riservati tutti i diritti.

Milano. Tip. Treves

LA GRANDE FIAMMA.
A Rocco Pagliara.

I.
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessit�� di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma. Immobile, con le palpebre socchiuse e le mani abbandonate lungo il corpo, ritta come un bianco fantasma nel mezzo della sua stanza, sentiva un flusso di calore salire alle guancie delicatamente brune e smorte, un flusso di calore vivificarle il cervello, un'onda di lacrime calde pungerle i bellissimi grandi occhi bruni. Scorrevano taciturnamente, senza singhiozzi, le lacrime calde sulle guancie e le avvampanti guancie se le ribevevano: dal cuore e dal cervello che ardevano, si diffondeva per tutta la persona l'impetuoso torrente di quel calore ed ella sentiva tutte le sue piccole vene palpitare nella fiamma che le dilatava. Lo scoppio della passione lungamente represso, in quel generoso organismo, assumeva la forma di febbre ad altissima temperatura: ed essa, vacillante, come se avesse smarrito il senso di ogni altra cosa che la sua febbre non fosse, si lasciava cadere sul letto, rigida, con la vestaglia bianca che si stendeva come un sudario sul broccato scuro della coltre. Cos��, sola, con gli occhi sbarrati ove si disseccavano le estreme lacrime, guardando il soffitto pieno di ombre, col petto sollevato da affannosi sospiri come i febbricitanti, ella abbruciava di passione per l'assente, per il lontano: n�� le sue labbra convulse osavano pronunziarne il dolce nome, temendo che le fatali sillabe pronunziate in quel silenzio, in quella solitudine, rivelassero a tutto il mondo il suo segreto. Sopra un fondo di fiamma, nella sua fantasia che vampeggiava, ella vedeva scritte le sillabe divoratrici di quel nome, in lettere nere e vive, talvolta immobili, talvolta confondentisi in una bizzarra danza; ma non osava pronunziare quelle sillabe seduttrici; temeva di struggersi, dicendole; temeva di morire di dolcezza, pronunziandole.
Quell'entrata cos�� vibrante di febbre appassionata, nelle prime ore della notte, si ripeteva due o tre volte; pareva che ella si assopisse in un soave abbruciamento di sangue, in un seguirsi di fiammeggianti visioni, dove talvolta, accanto al nome adorato, si veniva a delineare vagamente un fiero profilo maschile, dove uno sguardo superbo e amoroso lampeggiava; ed ella sentiva tutto il suo spirito carezzato, cullato da questa visione; la veglia si tramutava in sopore febbrile e in sogno. Ma, ogni tanto, la visione diventava cos�� vera, cos�� viva, cos�� fremente di amore che ella udiva, s��, udiva, una voce sommessa pronunziare il suo nome: ella trabalzava, ripresa da un soffocante impeto di passione, cercando con le mani, nell'oscurit��, quelle calde mani amate; soffocava, bruciava. Si levava come un'anima errante, andava al balcone, sollevando la pesante tenda di broccato, schiudendo le imposte di legno, appoggiando l'acceso volto sul gelido cristallo. Era alta la notte; nella strada non passava alcuno; spesso, il freddo vento notturno agitava le fioche luci dei lampioni, riempiendo la via di bizzarre forme oscure; o qualche viandante in ritardo, ignoto, a capo basso, passava senz'accorgersi di quel balcone quietamente, mitemente, illuminato, dietro il quale stava un'ombra immobile; qualche malinconica carrozza notturna, vuota, dal cocchiere sonnacchioso, dal sonnacchioso cavallo, veniva lentamente dall'alta ombra della via, si perdeva lentamente, lontana, nella bassa ombra della via. Ella guardava questo spettacolo di oscurit�� e di pace, con gli occhi intenti, sentendo il freddo esteriore penetrare dalla fronte, dalle guancie, dalle labbra che quasi baciavano
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