La pergamena distrutta
The Project Gutenberg EBook of La pergamena distrutta, by Virginia Mulazzi This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org
Title: La pergamena distrutta Romanzo del secolo XVI
Author: Virginia Mulazzi
Release Date: February 24, 2006 [EBook #17850]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PERGAMENA DISTRUTTA ***
Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This file was produced from images generously made available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano at http://www.braidense.it/dire.html)
LA PERGAMENA DISTRUTTA
ROMANZO DEL SECOLO XVI
DI
VIRGINIA MULAZZI
MILANO
TIPOGRAFIA gi�� DOMENICO SALVI e C. (Direttore Lodovica Bortolotti.)
Via Larga, 19
1872
Quest'opera, di propriet�� della ditta editrice SOCIETA' ANONIMA, Tipografia gi�� Domenico Salvi e C., �� posta sotto la salvaguardia della legge sulla propriet�� letteraria.
INDICE.
Al lettore
PARTE PRIMA. Il segreto
PARTE SECONDA. Il viaggio
PARTE TERZA. La duchessa dell'Isola
AL LETTORE
_Affidata ai gentili incoraggiamenti, che mi furono fatti da diverse egregie persone, mi decisi a pubblicare questo Romanzo da me composto per mio piacere.
Ho scritto liberamente, come la ispirazione mi dettava, senza la cura costante di seguire alcuna scuola dei grandi autori.
Sar�� paga se questo mio lavoro varr�� a far passare piacevolmente qualche ora ed a ravvivare ed accrescere il sentimento del dovere e l'amore alla virt��._
L'AUTRICE.
PARTE PRIMA
Il segreto
I.
Era una notte di gennajo dell'anno 1574.
In uno dei pi�� bei palazzi, che contasse allora Catania, fra i meno danneggiati dal terremoto del 1563, si poteva notare un va e vieni insolito a quell'ora; e dietro le antiche finestre scorgere in molte camere dei lumi.
Perch�� si vegliava s�� tardi in quel palazzo?
Il vecchio duca dell'Isola, suo proprietario, era stato colpito la notte istessa da grave malore, e trovavasi in fil di vita.
L'infermo, che conservava ancora tutte le sue facolt�� mentali, aveva compresa la gravit�� della sua posizione, e chiesto con istanza di confessarsi, non per�� al solito religioso, ma ad un benedettino, giunto da poco in Catania per predicarvi, e tenuto in gran conto da tutti.
Tal desiderio era stato tosto soddisfatto; ed il frate trovavasi rinchiuso coll'ammalato nella camera da letto, che aveva gi�� un aspetto mortuario.
In una sala attigua stavano riuniti il figlio e le due figlie del duca.
Il primo, don Francesco dell'Isola, erede del titolo e dei beni del padre morente, era un uomo che non varcava i trentacinque anni, ed al quale nondimeno se ne sarebbero dati di pi��; tanto la sua fisonomia regolare e distinta aveva un carattere serio e riflessivo.
Soltanto i suoi occhi neri erano di una vivacit�� estrema; non si poteva quasi afferrare l'espressione di quello sguardo, ma se ne rimaneva soggiogati.
Quando don Francesco taceva, o fissava gli occhi al suolo, l'osservatore pi�� acuto non avrebbe potuto leggere sul suo volto che la pi�� grande impassibilit��, l'indifferenza pi�� altiera. L'insieme del di lui aspetto era burbero ed imperioso.
Da due anni era ammogliato. La sua sposa, unica figlia del marchese del Faro, uno dei pi�� ricchi signori della Sicilia, morto quasi subito dopo quelle nozze, trovavasi nella notte, di cui si parla, ad un vicino castello con suo figlio, bambino di un anno.
Le sorelle di don Francesco erano molto pi�� giovani di lui: quantunque entrambe belle, presentavano due tipi diversi.
Donna Maria contava poco pi�� di vent'anni: bionda, dagli occhi nerissimi e lucenti, dai tratti fini ed incantevoli, aveva veramente alcun che di affascinante.
Donna Rosalia, la sorella minore, aveva pure occhi neri: bellissime trecce, parimenti nere, circondavano perfettamente il suo volto bruno, pallido e melanconico. Toccava appena i diciassette anni, e non pertanto sembrava che il dolore avesse gi�� stampata la sua traccia su quella fronte pensosa.
Tutti tacevano.
Aspettavano per entrare dal duca che il confessore ne uscisse: se non si fosse udito un leggiero bisbiglio nella camera dell'ammalato, avrebbero cominciato a temere qualche accidente.
Infatti il tempo di una confessione ordinaria era gi�� spirato da un pezzo.
Perch�� mai quella durava s�� a lungo?
Don Francesco e le sue sorelle se lo chiedevano forse tacitamente, ma non iscambiavano le loro riflessioni.
Finalmente la porta si apr��, ed il padre benedettino disse con agitazione:
--Non vi �� tempo da perdere. Il duca vi attende: io torner�� fra breve.
Ed esc��.
I figli del duca entrarono tosto nella camera di lui.
Donna Rosalia sola sembrava comprendere quanto quell'istante avesse di terribile: l'indifferenza si leggeva sul volto degli altri.
Certo, malgrado il turbamento del frate, credevano si trattasse soltanto di un addio supremo, e compivano quest'atto come una formalit��.
Quando il vecchio duca vide i suoi figli, tent�� rizzarsi, e con voce tronca disse loro:
--Avvicinatevi tutti ed ascoltate.
Essi obbedirono.
Il morente sembrava agitatissimo. La pi�� viva ansiet�� era dipinta sul suo volto livido e contraffatto. Egli parve riunire tutte le sue forze: indi, prendendo la destra di suo figlio e stringendogliela:
--Devo chiedervi molto, don Francesco, gli
Continue reading on your phone by scaning this QR Code
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.