di non tenermene pur una di mostra. Ah, quelle l��, le so dir io che mi fanno gola; perch�� quelle l�� consolerebbero le mie tenebre ed io potrei formare una brigata di persone a modo. Ella vede, signor Commendatore; io non sono poi brutto come mi dipingono e vado anzi girando maledettamente nel tenero. Una donna �� andata l�� l�� che non m'indovinasse; ed �� santa Teresa, la quale ha scritto di me: ?un disgraziato, che non pu�� amare?. Ma gi��, si diventa vecchi, ed io non potrei giurarle che un giorno o l'altro non mi far�� cappuccino. Via, lasciamola l��; che non vorrei sbottonarmi troppo. Queste anime che so io, vere anime pulite, dubitano spesso, perch�� spesso hanno ragione di affliggersi; ma egli vien sempre un giorno che si fermano in qualche loro concetto, vi s'appigliano, come a sterpi o radici d'albero sull'orlo del precipizio, e non sono pi�� mie, vanno lungi da me, dove vanno tutti coloro che hanno bene amato e bene creduto. A me restano gli altri, imbroglioni d'ogni risma, colpevoli d'aver fatto ritornare la maggior parte dei nati di Adamo nel limbo dei bambini. Scusi, sa; parlo per metafora; ma ?se' savio e intendi me' ch'io non ragioni?. Dunque, tornando al fatto nostro, non vo' contratti, io; le fo servizio e mi basta il piacere di farglielo. Quando sar�� vecchio, via, mi dar�� un ricordo, la sua fotografia, con due righe di dedica. A questo non ci rinunzio, lo tenga a mente. Fo un albo di duecento ritratti, di persone rispettabili, da No�� fino a noi (fra ugioli e barugioli si pu�� ancora metterle insieme) e godr�� di avercela Lei, se prima di quel tempo non mi gira nel manico.
--Grazie infinite;--rispose il signor Commendatore inchinandosi; che non gli pareva di poter fare di meno, in risposta a tanta cortesia profumata.
--A noi, ora;--esclam�� il gentiluomo della penna di gallo;--�� in ordine?
--S��; non ho neppur da far testamento. Da dieci anni �� scritto e firmato su tutte le facce.
--Ottima precauzione! Ogn'uomo per bene dovrebbe fare il suo, appena giunto ai ventuno, anco a non averci che le sue carabattole di studente da lasciare agli amici. Cos�� almeno s'imparerebbe ad essere uomini assegnati e si piglierebbe la consuetudine salutare di guardar bene addentro nel cuore della gente. Ogni anno, poi, se ne potrebbe fare un altro, e creda a me, si riderebbe molto a vedere le cantonate che si fossero prese l'anno addietro, nel giudicare di questo e di quello.--
Cos�� dicendo, il sarcastico personaggio si accost�� al tavolino, e, tolto dal vassoio il vaso del t��, ne vers�� quanto bisognava nella chicchera; indi vi dette un soffio, come per diradarne il fumo e present�� la tazza al signor Commendatore.
--Ed ora--soggiunse cantarellando,--ed or, signore, il cenno mio la invita... a libar questo nappo... ove fumando sta... non pi�� il suo t��... la vita!--
Il signor Commendatore non pot�� in quel punto trattenersi dal ridere sotto i baffi, parendogli che nella cadenza il suo Mefistofele avesse una stecca falsa.
--C'�� un po' di ruggine in gola; che vuole? non sto in esercizio;--ripigli�� quell'altro, che notava ogni cosa.--Ors��, dunque, e beva caldo.--
Il nostro gentiluomo prese la chicchera dalle mani dell'ospite e la guard��, rimanendo un poco perplesso. Ed egli non aveva po' poi tutti i torti; che simili casi non occorrono due volte nella vita d'un uomo. Volse quindi un'occhiata in giro; vide l�� in fondo alla camera il suo letto a sopraccielo, che lo avrebbe aspettato invano colla rimboccatura tirata in gi�� sulla proda e colla camicia da notte spiegata; pens�� alla signora Zita, che avrebbe fatto le meraviglie a non vederlo la mattina vegnente... Ma s��, che cosa avrebbe detto e pensato la signora Zita di lui? E come l'avrebbe rimbrodolata quell'altro? Come avrebbe combinato le cose presenti colle future, per modo...
Basta; o non era affar suo? e non doveva pensarci lui?
Cos�� il buon Commendatore mise l'animo in pace, e alzata la chicchera, accost�� l'orlo alle labbra, e bevve timidamente il primo sorso. Egli temeva diffatti che la bevanda dovesse scottare. Ma appena era tiepida; di guisa che egli in una seconda sorsata mand�� gi�� il rimanente. Per altro, quella volta il suo t�� gli seppe d'amaro. Sfido io; senza zucchero!
Fu quello, dopo tutto, un senso fugace del suo palato. Un gran mutamento si operava frattanto in tutto il suo essere. Il sangue scorreva gagliardo nelle arterie; la persona si ergeva snella sul fianco; il viso era fresco e lucente; gli occhi scintillavano; i muscoli tutti brillavano, come fossero molle di acciaio. Intanto, l'ospite suo, la camera, tutti i muti testimoni della sua triste vecchiaia, erano scomparsi. Aveva diciott'anni n�� pi�� n�� meno. E, scambio della chicchera (dov'era andata la chicchera?), il signor Commendatore si trov�� fra le mani un pezzo di carta, coi fregi sui margini e un bollo largo
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