La battaglia di Benevento | Page 7

Francesco Domenico Guerrazzi
sfuggono suo malgrado mestissime note, e finisce con la ballata del dolore.
La luna, che tutta lieta di trascorrere i cieli, non cura se in terra sia maladetto o benedetto il suo raggio, e lo diffonde sul volto dell'amante che accelera col desio l'ora del colloquio di amore, e sul volto del sicario che si slancia dalla tenebra, stende il colpo, e ritorna nella tenebra, manda la sua luce sul castello capuano. Le parti illuminate di questo edifizio sembrano anche più grandi pel contrasto delle ombre in cui le altre parti sono sepolte. Alcuni torrioni paiono non aver fondamento sulla terra, e starsi così sospesi per l'aria; altri mezzo rovinati; e presentano alla fantasia uno di quei castelli che i romanzieri descrivono nelle loro leggende: dove gli spiriti maligni si ragunano a celebrare il nefando sabbato e a inebbriarsi di sangue. La calda immaginazione dell'osservatore può vedere avvolgersi per quelle rovine lo spettro di Guglielmo il Malvagio condannato a visitare la casa da lui eretta, abitata da stirpe non sua; e può sentire il singulto dell'ira, o della coscienza, ch'ei manda nella disperazione dell'anima.
Tale era lo edifizio che il giovane considerava. Poichè l'ebbe con lentissimi sguardi e più volte misurato, scosse la testa, e parlò: ?L'opera della tirannide è grande quanto l'opera della generosità.... La paura ha dato il suo sublime, come lo ha dato la pompa.... il buono e il tristo produssero parimente le maraviglie del volgo, che sono la compassione della debolezza umana per coloro che han cuore.--Santa Maria! Che cosa egli è mai questo castello? Che i tesori che trovò Manfredi in Luceria? Che la potenza di Federigo Barbarossa, e di Federigo II? Essi non poterono conquistare la Italia: quegli fu arrestato da mura di creta e di paglia; questi disfatto da gente, dalla quale si allontanava per non vedere la morte.1 E poi che sarebbe l'impero d'Italia, quello del mondo? Potresti essere il più grande di tutti i mortali, ma pur sempre mortale; il più forte tra gli uomini:--ma chi vanta nel braccio la forza del turbine? Il più sapiente dei figli della terra:--ma chi ha lo intelleto dei figli del cielo? Pure l'anima mia potrebbe questo sentimento che mi travaglia la vita obliare o almeno lenire, dove potessi posare la testa sul seno.... di cui? Non l'ho io nominata? Non sono i passi di uomo questi che si allontanano?--No... tutto è tranquillo. Fino tremare di nominarla! O capuano! io sarei contento delle tue mura; o soglio del mio Re, comunque angusto, mi giungeresti ben grato, dove io mi vi potessi sedere con quella che ho fatto donna dei miei pensieri? Io ho amato sempre il trono perchè mi sento nato per quello: ora poi questo desiderio è diventato furore, perchè in altro modo che sul trono non si può vivere con lei.... nè, se si potesse, il vorrei.... Ma io sono un oscuro.... nudrito per pietà in casa non mia, costretto a servire con mente da dominare.... non conosco padre nè madre.... e devo tremare di conoscerli, perchè forse il mio nascimento va macchiato con nota d'infamia.?
1 Il Barbarossa nel 1175 fu costretto a levare l'assedio d'Alessandria detta della Paglia per la ragione esposta. L'esercito di Federigo fu disfatto nel 1248 dai Parmigiani, mentre egli sicuro del conquisto di Parma si allontanava dal campo per sollazzarsi alla caccia del falcone.--Vedremo in seguito questi fatti.
E qui tacque: un pallore mortale gli si diffuse pel volto: stette immobile con intentissimi sguardi, e con la bocca mezza aperta, come il tormentato dalla sete; giù per le guancie gli trascorrevano grosse stille di sudore che gli scaturivano frequenti dalla fronte, quasi spremute dal cervello compresso dall'angustia. Dopo alcun poco il sangue tornò impetuoso per modo a infiammargli la faccia, che le vene inturgidite e i muscoli dilatati pareano doversi spezzare alla violenza del moto: allora tutto il suo corpo si agitò convulso, e si pose ambe le mani sul capo quasi per impedire che si rompesse. Stato tanto miserabile non poteva prolungarsi più oltre, ed egli cadde gemendo sopra un sedile di pietra.
?Oh questo non può durare,? dopo lunga ora riprendeva in fievole accento ?non può durare, nè durerà.--Poichè la morte è certa, proviamo morire con ardimento, e sveliamoci.--Con ardimento! Ma questo potrebbe fruttare l'onta del rifiuto; e mentre stimava morire da generoso, sarò sprezzato dall'orgoglio, e forse vilipeso come stolto. Santa Maria! Che vita è questa dove la pratica di una virtù partorisce il frutto del delitto, e la pratica del delitto la mercede della virtù? Chi è il sapiente che ne ammaestra a distinguere l'uno dall'altra? Chi quegli che ne insegna in che cosa consistano? Il delitto di questo secolo stimarono e stimeranno il delitto dei secoli futuri? Virtù che mi nuoce è sempre virtù? Devo praticarla a mio danno? Dove ha scritto la natura le sue leggi?--Nel
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