dal labbro detto, o dalla penna scritto, che non promovesse il culto di quanto veneriamo quaggiù per decoro, per gentile, per buono, e per bello.
Delle opere di Lei piacemi rammentarne sol due: l'Alessio, ch'ella dettò per sovvenire alla Grecia pericolante nelle fiere fortune della guerra turchesca, e il Libro non ha guari stampato a Torino per sovvenire alle fortune pencolate della Italia, non senza speranza però di possibile riscossa; conciossiachè come Patria Ella amasse Italia e Grecia; questa, perchè vi nacquero i suoi; quella, perchè a Lei diede vita: e certo Ella non poteva sortire dai cieli Patrie che più fossero degne di amore, nè più sventurate.
Consiglio non solamente buono, ma caritatevole altresì io per me non dubito dichiarare quello, che indusse la onoranda Signora a comporre l'ultimo Libro intorno ai costumi delle donne; avvegnadio far pressa che leggi mutinsi e stato, è nulla, se prima il costume non mutisi; e grande cosa paia questa, che mentre tutti si affannano a tutto mutare per di fuori, nessuno attenda a mutar niente in sè stesso; e pure bisogna o cominciare di qui, o rassegnarci a restar come stiamo.
Però, quantunque appaiano degnissimi di lode i meriti letterarii della illustre donna, io mi trovai disposto a farle onore non tanto per questi, quanto assai più per le doti morali, che la rendono spettabile: di vero in Lei conobbi strette con fraterno abbracciamento la pietà profonda pei parenti, la indole buona con tutti, voglie pronte a soccorrere i travagliati dalla fortuna, e sensi virili, e amor di Patria antico.
Non è mio istituto raccontare partitamente le virtù di Lei, molto più che la sua modestia potrebbe richiamarsene; nondimeno parlerò di alcune, perchè più che di lode a Lei tornano di esempio o rimproccio alla viltà che ci affoga. Quando prima arrise speranza di fati men tristi alle fortune afflitte della Patria, Ella non distolse già il marito dal proposito di accorrere su le pianure lombarde a combattere quella guerra, che allora senza eccezione da tutti celebravasi santa, e più da quelli, che, valicato ormai il confine ultimo della umana turpitudine, più la vilipendono adesso. Infamia di secolo, che vince in abbiettezza il paragone di ogni più vile metallo!--Certo a Giovampaolo Bartolomei non faceva punto mestieri incitamenti: tuttavolta glieli diè la consorte, diversa in questo dall'antica Andromaca e più animosa di lei; nè si ristette qui, che tolto seco l'unico e dilettissimo figlio, lasciando le morbidezze di vivere opulento, si condusse a perigliare su le orme del marito, affinchè il figliuol suo si educasse di vista nei paterni esempii ad operare fortemente per la Patria. E quando per disposizione dei cieli, o come credo piuttosto per punta virtù nostra, le italiane sorti di liete mutaronsi in lacrimevoli, la egregia donna non disperò, bensì cheta cheta, senza iattanza, condusse il figlio in Piemonte, e quivi lo arruolò semplice soldato nello esercito che unico drappella adesso la insegna italiana. Stanziata a Torino, Ella si mostra cortese di consiglio e di aiuto a quanti giovani toscani, e non sono pochi, si avviarono colà pel medesimo scopo; onde a molti di loro lontani dalle paterne case non sembra avere lontana la madre, che lo affetto in Lei per espandersi che faccia non menoma di calore e di luce. Quindi invece di scemare crebbero le ragioni di usarle ogni debito ossequio, e se qui non occorrono riprodotti il Discorso e la Dedica al suo nome, ciò vuolsi attribuire al trovarsi già stampati nel volume degli Scritti varii, ch'è parte della collezione della Biblioteca nazionale del Le Monnier; per la quale cosa parve superfluo ristamparli, molto più, che la esperienza dimostra, come coloro che acquistarono qualche volume separato di questa Biblioteca, di rado avviene che non si studino completarne la collezione, invaghiti dalla eleganza dei tipi, dalla correzione diligente, e dal pregio non grave.
èmmi confessarlo amaro, tuttavia non negherò essere rimasta per alcun tempo offuscata l'amicizia che mi stringeva con la onorevole famiglia Bartolomei; la mutua stima non già, e di questo io mi ebbi nobilissime prove, fra le quali ricorderò perpetuamente con animo commosso quella di tutelare con paterna cura il sangue mio in tempi calamitosi, e nell'ospizio cortese con tanto solenne diligenza custodirlo, che, se fosse stato proprio, eguale avrebbe potuto essere, difficilmente maggiore. Narra Plutarco nella vita di Demostene, come trovandosi questo oratore costretto ad esulare di Patria, arrivato che fu non molte miglia discosto dalla città, sentisse alcuni cittadini dei suoi avversarii, che lo inseguivano, dai quali egli s'ingegnava a tutta possa cansarsi; ma essi il chiamarono, e profferendogli i sussidii che seco loro portavano, lo confortarono a starsi di buono animo, e a sopportare pazientemente la presente disavventura. Per la qual cosa Demostene si mise a piangere: ?E come potrò? egli disse ?allontanarmi pazientemente da una città dove i miei nemici sono tali, quali in un'altra si

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