La Campagna del 1796 nel Veneto | Page 5

Eugenio Barbarich
milizie paesane non era solo d'indole economica--cosa per certo non disprezzabile tenuto conto delle angustie finanziarie in cui versava la Serenissima verso la sua fine--ma anche di natura morale. Lo schietto spirito di regionalit�� di cui erano come impregnate le cerne, il quale traeva origine dai sani e vigorosi succhi della terra, conferiva loro molto prestigio e dava affidamento di moralit�� grande, laddove i soldati di mestiere, rifiuto della societ�� del tempo, erano rappresentati dal generale veneto Salimbeni come ?_sentina d'ogni vizio_?.
Dalle cerne infatti erano esenti i capi di famiglia, per un patriarcale riguardo riferito alle cose della guerra e nelle famiglie stesse non si descriveva pi�� di un soldato per ognuna, tenendo fermo il concetto di non ammettere in questa milizia che sudditi genuini della Repubblica. Dalle cerne erano inoltre esclusi i servitori, i girovaghi, i condannati ed i galeotti, sicch�� l'elemento di esse era incomparabilmente migliore di quello dei soldati di mestiere, tra i quali si accoglievano ?tutti gli oziosi ed i vagabondi che dalla Terraferma si spediscono in castigo nelle province di Oltremare, per cui cresce la massa dei vizi e delle corruttele nella truppa, e sono cagione della poca disciplina e del fisico deperimento di essa?[16].
Passate quindi le guerre unicamente ispirate al concetto della difesa dei domin? italici, prese il sopravvento la presunzione dei riguardi dovuti in uno Stato marinaresco e repubblicano alla libert�� individuale dei propri sudditi, che si voleva completamente arbitra di esplicarsi, senza restrizione alcuna, secondo il miglior rendimento delle energie di ciascuno di essi. La tolleranza dei pubblici uffizi, il benessere diffuso, il vezzo delle neutralit�� ripetute invariabilmente allo aprirsi di ciascuna campagna, a partire dalla sciagurata pace di Bologna (1530), invogliarono le genti gi�� disamorate delle armi a colorire codeste teorie di liberismo militare con le tinte pi�� accese dell'arte tizianesca. E la presunzione, oppure la consuetudine, per l'ignavia degli uomini e per la debolezza dei tempi acquist�� alla fine vigore di legge. La Repubblica, ricca ed imbelle, poteva ben concedersi anche il lusso di comperare i soldati di cui abbisognava per la difesa de' propri domini.
Principi�� cos�� a diffondersi la costumanza delle tasse militari, o tanse, cio�� del prezzo di riscatto dal servizio dovuto nelle cerne, con il cui prodotto componevasi un fondo destinato ad assoldare altrettanti mercenari. Gli artieri ne approfittarono subito, poi i barcaiuoli veneziani e gli ascritti alle scuole di Santa Barbara, da cui levavansi i cannonieri dell'esercito della Serenissima. E le tanse acquistarono fin d'allora la denominazione di insensibili, perch�� essendo ripartite per arte su tutte le persona che le componevano, ne venivano a risultare delle quote d'affrancazione individuale dal servizio molto tenui; vale a dire quasi insensibili.
Cresciuto il favore delle tanse, crebbe in parallelo la corrivit�� delle cassazioni, cio�� delle esonerazioni tra le cerne, e divenne facile l'esimersi dal servizio facendosi sostituire per denaro da un altro soldato tratto dalla medesima milizia. Le rassegne caddero col tempo in dissuetudine, si trascur�� la vigilanza da parte dei comuni, e questo primo e magnifico esempio di landwehr veneta principi�� a languire ed a morire[17].
Nella Dalmazia le cerne furono introdotte da Valerio Chierigato intorno all'anno 1570, e si denominarono craine o craicinich. Ma per gli stessi motivi dianzi esposti, esse erano scadute sul finire della Repubblica anche da quelle parti e le loro sorti si erano gi�� accomunate con quelle dei soldati oltremarini o di mestiere.
Cos�� delle due fonti essenziali della milizia veneta--eredit�� dell'arte italica del Cinquecento--i soldati prezzolati e le cerne, gli uni sopravvivevano ancora alle ingiurie dei tempi ma tutti squassati e ridotti come una larva di s�� medesimi, le altre erano pressoch�� scomparse dalla scena della vita militare veneziana, o si consideravano tutto al pi�� come un rudere di un vetusto edifizio abbandonato da gran tempo. In questa guisa delle due grandi correnti che alimentavano le vecchie armi della Serenissima e formavano, insieme commiste, un fiume regale gonfio d'acque e fecondo d'energie, non era rimasto che l'ampio alveo, tutto pantani ed acquitrini dai quali emanavano miasmi e malaria.

CAPO II.
L'amministrazione centrale della guerra. Il Savio di terraferma alla scrittura e le magistrature militari.
Come il rendimento di una macchina ottimamente costituita si commisura dalla somma di attriti che riesce a vincere, sicch�� il suo lavoro procede rapido, silenzioso e produttivo, cos�� l'opera proficua di uno Stato si arguisce dall'armonia degli sforzi de' suoi organi direttivi e dal loro coordinamento, in modo che tutte le energie abbiano impiego e non si smarriscano in sterili conati, o per superfluit�� di uffizi o per contraddizione di c��mpiti.
Ora la macchina statale veneta della decadenza era complicata e rugginosa, epperci�� assai pigra e poco produttiva. Aveva addentellati con molteplici sopravvivenze feudali, intrecci con privilegi oligarchici, vincoli con un proteiforme organismo amministrativo burocratico e cancelleresco onusto d'impiegati; s�� che tutto impaludava nello apparecchio e nelle forme e poco o nulla rendeva nella sostanza[18].
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 56
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.