mi stava dinanzi, mi era scesa nell'anima una tristezza che chiudeva l'adito ad ogni altra emozione. La bellissima donna mi chiese s'io fossi il solo medico del paese; risposi che s��, quantunque mi ripugnasse il confermare una menzogna.
--Se ci�� ��, disse ella con qualche imbarazzo, desidererei parlarvi senza testimonii, e pregherei il signore di uscire per pochi istanti.
--Come le aggrada, rispose il Birecchi.
E part��, facendomi un cenno dell'occhio, che poteva tradursi: Voi fortunato! profittate della buona ventura, e, sopratutto badate di non contraddirvi!
Rimasto solo presso il letto della malata, ella, arrossendo nel viso, cominci�� a balbettare alcune frasi sconnesse, indi, narratami l'origine della sua malattia, fece atto di rimuovere le coltri per mostrarmi la parte offesa.
--Fermate, signora! esclamai, arrossendo alla mia volta. �� tempo che io metta un termine a cotesta finzione. Io non voglio veder nulla: non sono un medico io; il Birecchi si �� permessa una celia... ed oramai sarebbe impudenza, vigliaccheria, il secondarlo d'avvantaggio. Sedotto dalla descrizione dei vostri vezzi, io mi lasciai qui condurre sperando mi accettereste a compagno di viaggio. Io vi giuro che non ebbi pensiero di profittare della vostra posizione per mire indecenti. Perdonatemi dunque il fallo involontario: io mi ritiro.
--Restate, disse la donna. Poich�� il destino mi vi ha condotto dinanzi, ed io v'ho gi�� in parte rivelati i miei mali, tant'�� ch'io mi affidi interamente a voi. Sola, senza conoscenti, in un paese pressoch�� inabitato, �� forse il cielo che a me vi manda. Pi�� che d'un medico io avea bisogno d'un amico; e voi lo sarete per me, il cuore me lo dice!
Cos�� parlando, la malata mi stese la mano, ed io la strinsi per rispondere al di lei voto con una promessa.
In quel punto il Birecchi buss�� alla porta.
--Rimandate quel signor cavadenti, disse la donna con subito sdegno.
Apersi la porta e pregai il Birecchi di ritirarsi. Quegli si stropicci�� le mani, si pose il cappello in testa, e profer�� col tono di voce pi�� grottesco un ho capito, da cui si scorgeva ch'egli aveva propriamente capito nulla. Poi, parlandomi all'orecchio:
--Spero, mi disse, che voi non le strapperete tutti i denti. Salvate qualche cosa pel povero Birecchi!
E se ne and�� zuffolando.
Allora rientrai nella camera, accostai una sedia al letto della malata, ed ella mi parl�� di tal guisa:
--Io son figliuola d'un ricco possidente di Ascoli. Sposai da circa sette mesi un giovane che io amava con tutto il fervore dell'anima. Mio padre, uomo burbero e di principii severi, si era opposto a quelle nozze. Spiacevangli nel mio Carlo l'orgoglioso carattere, l'indole ardente, la tenacit�� nei propositi, certa naturale fierezza, che a me lo rendeva accetto, e la mia mente giovanile vieppi�� infiammava dell'amor suo.
?L'amore non ragiona. Le controversie che io incontrava, mi erano sprone a tentare ogni mezzo di riuscita. Pregai, piansi, posi in opera tutte le arti che ad onesta fanciulla suggerisce la passione: Carlo fu mio.
?Il giorno delle nozze si pass�� in feste e tripudii. Alla sera, congedati i parenti e gli amici che avevano assistito alla cerimonia, il mio sposo usc�� di casa per pochi istanti. Quand'egli rientr��, il suo volto era pallido, i capegli ritti in sulla fronte, la voce tremante e convulsa.
?--Donde vieni? che ti �� accaduto? gli chiesi spaventata.
?--Nulla, rispos'egli, nulla. Una facezia... uno scherzo...
?Io mi appoggiai al di lui braccio, e commossa da terrore, d'amore, da mille indistinti affetti, lo seguii nella stanza nuziale.
?Quella notte, in cui sperava dovesse aprirmisi il paradiso...?
Qui la bella Ascolana interruppe il racconto, fissandomi in volto uno sguardo scrutatore quasi esitasse di proseguire.
Dopo breve silenzio, croll�� il capo mestamente, mormorando a voce bassa:
--Bisogna pure ch'io sfoghi il mio cuore; e voi mi avete l'aria d'onest'uomo...
--Signora, se voi dubitate di me, io vi prego di troncare una confessione di cui non vi ho richiesta...
--Vi par egli ch'io l'avrei cominciata, se il cuore non mi avesse prevenuta in vostro favore? Permettete soltanto che io vi taccia come la notte del mio matrimonio per me si passasse. Quella ricordanza mi empie di raccapriccio. Vi basti sapere che dove io attendeva tenere carezze, e cento delizie da lunga pezza vagheggiate, trovai le convulsioni della paura, i delirii del rimorso. Mio marito poche ore innanzi era divenuto assassino.
--Basta, o signora, diss'io rabbrividendo. Preferisco ignorare il resto d'una tale istoria.
--Poich�� il mio labbro ha proferito l'accusa contro l'uomo di cui porto il nome, �� necessario ascoltiate anche le sue discolpe.
--Voi potete risparmiarle; io non ammetto discolpe pegli assassini...
--Signore... vi hanno delle ragioni politiche...
--Avete voi per queste ragioni politiche sentito men vivo il ribrezzo nello stringere la sua mano grondante di sangue?
--Nella prima notte che io passai al fianco di Carlo, appena egli mi ebbe rivelato l'orribile segreto, io fui presa da ribrezzo, e mi ritrassi inorridita dall'amplesso sanguinoso. Ma quando il mio sposo mi fece suonare all'orecchio le sante parole: Italia e libert��! parole
Continue reading on your phone by scaning this QR Code
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.