e con licenza dei filosofi sullodat��, ci sono ancora delle anime intimamente buone, la cui virt�� �� frutto di generazione spontanea, non gi�� conseguenza d'innesto sapiente, o d'arte giudiziosamente educatrice. E ci sono altres�� degli uomini che non soffrono il male dell'invidia, neanche (e questo �� meritorio da parte loro) quando vedono che Tizio o Caio ha ingegno o attitudine da superarli di gran lunga, in questa o in quella disciplina.
Vedete, ad esempio, il nostro bravo messer Jacopo di Casentino. Il vecchio scolaro di Taddeo Gaddi, il degno continuatore della tradizione di Giotto, indovinava facilmente che quel giovinottino da lui preso a bottega, quando avesse fatto un tantino di pratica nel maneggio dei pennelli, sarebbe diventato di schianto un artista insigne, un maestro, da lasciarsi addietro i migliori del suo tempo. E per lui, per quell'aquilotto che metteva appena i bordoni, mastro Jacopo aveva smosso il suo piglio burbero; per lui trovava le parole amorevoli, la placida assiduit�� degli insegnamenti, la ineffabile tenerezza dei conforti paterni.
Due sentimenti diversi lo persuadevano a ci��. Il primo era quello dell'ambizione. Esser maestro ad un discepolo che non aveva punto mestieri di rimproveri e cos�� poco di incitamenti a far meglio, poter raccomandare il suo nome ad un nuovo argomento di gloria, eccovi l'ambizione di mastro Jacopo; ambizione legittima, e, quel che pi�� monta, di effetto sicuro, si sarebbe detto un giorno: Spinello Spinelli, il famoso pittore d'Arezzo, era scolaro di Jacopo da Casentino. Degno del maestro il discepolo! E se pure si fosse dovuto dire: migliore del maestro la gran pezza, sarebbe stato poi un gran male? Avere indovinato un ingegno potente, averlo tratto dall'oscurit��, avergli per cos�� dire adattate le ali agli omeri, non �� forse una gloria, un titolo di merito al cospetto dei posteri, specie quando un simil titolo si pu�� metter di costa ad altri parecchi?
Ora, che mastro Jacopo di Casentino non s'ingannasse in questi suoi sogni ambiziosi, la storia dell'arte italiana lo ha dimostrato. La fama di Spinello Aretino ha confermata, se non per avventura accresciuta, la fama del suo vecchio maestro.
L'altro sentimento era d'indole affatto domestica. Gli d�� mia figlia;--diceva tra s�� mastro Jacopo.--Bello lui, come essa �� bella: ha ingegno, salir�� presto in eccellenza d'arte; avr�� in lui un aiuto maraviglioso; prosperer�� la mia scuola; Arezzo contender�� la palma a Firenze....--
E qui mastro Spinello....Ma via, non precipitiamo nulla, raccontiamo le cose per filo e per segno, non mettiamo il carro avanti ai buoi.
Madonna Fiordalisa, ve l'ho gi�� detto, si dimostrava umana col nuovo discepolo d�� suo padre. Pi�� volte nel corso della settimana, o con un pretesto o con l'altro, Spinello Spinelli era invitato a desinare dal maestro; onore che toccava di rado agli altri compagni suoi di bottega. Qualche volta anche lei discendeva al pian terreno; e certamente pi�� spesso che non le accadesse da prima; ora per avvertire il babbo che si dava in tavola, ora per chiedergli il suo parere su questo o su quel particolare d'economia domestica, ed anche, perch�� bisogna dir tutto, anche senza una ragione sufficiente per scendere. Ma gi�� deve trovarla sempre, e per ogni cosa, la ragione sufficiente? I filosofi, che hanno voluto metterla come fondamento dei loro sistemi, si sono trovati anch'essi il pi�� delle volte impacciati.
E Spinello ardeva; e l'interno ardore gli traluceva dagli occhi. Voi lo sapete, lettori, perch�� di l�� ci sarete passati un giorno anche voi; l'amore e la tosse si nascondono male. Anche madonna Fiordalisa nascondeva male il senso che faceva su lei l'amore di Spinello Spinelli; anzi, non lo nascondeva affatto. Perch�� avrebbe dovuto nasconderlo? Non era nato, quell'affetto, e non cresceva forse liberamente sotto lo sguardo benevolo di suo padre? Era da principio un po' timida; poi, nel ravvisare la stato del proprio cuore, si era fatta contegnosa. Ma queste deboli difese, pari alle fortificazioni improvvisate l�� per l�� da un esercito in aperta campagna, durano appena quel tanto che basti ad una semplice ricognizione. E madonna Fiordalisa non aveva durato fatica a riconoscere che quel gentile e modesto innamorato non era altrimenti un ingannatore. Si sent�� raffidata e gli diede senza contrasto il suo cuore. Dolce abbandono, che non �� turbato da nessun sospetto, da nessuna paura!
Mentre faceva quei progressi nel cuore di lei, e forse per la stessa ragione che li faceva, il nostro Spinello avanzava rapidamente nella disciplina che aveva con tanto ardore abbracciata. Imparava facilmente quel che oggi si chiama il meccanismo dell'arte. Sapeva come si dovessero unire i colori, a fresco e a tempera, o come si avessero a dipingere le carni e i panni, per modo che ne venisse rilievo e forza alle figure, mostrando l'opera chiara ed aperta; conosceva quali colori si dovessero usare nel dipingere a fresco, cio�� tutti di terra e non di miniere; con che risolutezza di mano si avesse
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