Il Tenente dei Lancieri, by
Gerolamo Rovetta
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Rovetta
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Title: Il Tenente dei Lancieri
Author: Gerolamo Rovetta
Release Date: March 7, 2004 [eBook #11492]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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TENENTE DEI LANCIERI***
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Gerolamo Rovetta
Il Tenente dei Lancieri
ROMANZO
Sesto S. Giovanni, 1916.
I.
La ditta portava il nome del padre «Giovanni Monghisoni», ma chi
comandava, la vera padrona del negozio, era sempre stata l'unica figlia
del Monghisoni: la signora Maddalena, maritata Trebeschi.
Colla sagacia, col fiuto degli affari, uniti a una gran passione per i
quattrini, e di più col vento sempre in poppa, la signora Maddalena
aveva mandato avanti la nave a gonfie vele, aveva raddoppiata e
triplicata la sostanza paterna. Ma quanta attività, quanta tenacia, quanto
lavoro ci aveva messo, e quanto sforzo di polmoni! La voce della
signora Maddalena squillava, in ogni ora e in ogni stanza, come una
campana; giovane, sana, esuberante, il gridare era il suo unico sfogo.
Il fondaco era in via Lentasio a porta Romana. Nei lunghi cameroni, fra
le botti d'aringhe, i barili d'olio, le forme di parmigiano, era un continuo
andirivieni, un vociare continuo, di commessi e di avventori: il
lampadino che ardeva in fondo in fondo, nel buio, dinanzi ad una
immagine della Santa Casa di Loreto, dondolava come un pendolo, per
il tremoto dei facchini che caricavano o scaricavan la roba: ma la voce
della signora Maddalena, sempre alta e forte, dominava tutto quel gran
fracasso, dando ordini e strapazzate.
Il babbo Monghisoni quand'era vivo, stava ben attento, e scantonava
nel fondaco, per non urtare la figliuola; se no, fioccavano le strapazzate
scroscianti come pioggia e grandine anche sul suo capo.
--Se non ci fossi io--strillava la signora Maddalena--se io fossi come le
altre donne, tutte matte da legare, che pensano soltanto a spendere e a
fare all'amore, colla tua poca testa a quest'ora saresti al Ricovero o
all'ospedale.
Morto il padre, essa aveva cominciato a lodarlo e a levarlo ai sette cieli;
ma lo faceva aggrottando le ciglia, e finiva sempre per umiliare gli altri
ed esaltare, sè stessa.
--Mio padre!... Era l'unico al mondo che poteva vantarsi, come me, di
essere un fiore di galantuomo!--Oppure:--Mio padre!... era insieme con
me la sola testa di casa in mezzo a un branco di bestie,
La Signora Maddalena, ancora prosperosa e piacente adesso che
toccava la cinquantina, era stata a' suoi tempi un bel pezzo di donnone:
a porta Romana la chiamavano il bel granatiere. Maestosa, forte, con
un profluvio di capelli nerissimi, lucenti, ondulati, spartiti a ciuffo in
mezzo alla fronte, colla peluria dei baffettini che le ombreggiava le
labbra rosse e dava risalto ai denti sani, con un'aria smargiassa di me
n'impipo, pareva la padrona del mondo. Pure, se le piaceva di mettere
in mostra la sue qualità virili per dar soggezione, ed all'occorrenza
anche per incutere un certo timore, non aveva mai fatto caso della
propria bellezza: e nemmeno, a dir vero, di quella degli altri. Aveva
scelto per marito il signor Daniele Trebeschi: un perticone giallo, mal
piantato, col naso storto e fatto a, spatola e col mento pecorino; certo, il
più brutto dei suoi commessi: ma che ne importava alla signora
Maddalena? In dieci anni che lo aveva, in negozio, o non lo aveva mai
guardato, o ci si era avvezzata. Aveva notato invece quello che a lei
premeva: cioè che fra i suoi commessi era il più attivo, il più diligente,
il più pratico: onde il giorno nel quale essa si trovò di fronte a un
dilemma inevitabile, o crescergli lo stipendio o lasciarselo scappare,
s'appigliò a un terzo partito, che fu di sposarlo. E poi il signor
Monghisoni diventava vecchio, rimbambiva un giorno più dell'altro, e
per il negozio, un uomo sicuro, fidato, interessato, le era ormai
necessario.
Essa non viveva se non per gli affari; pel buon andamento degli affari
aveva preso marito; e per l'incremento degli affari, per l'avvenire della
ditta aveva messo al mondo anche i figliuoli. Ma questa, per la signora
Maddalena, era sempre stata una faccenda affatto secondaria. Se ne
sbrigava il più presto possibile, rimanendo fino all'ultimo momento al
suo posto a gridare, a strapazzare, a far conti. Il suo posto era lo
scrittoio, un bugigattolo, in un angolo del primo camerone del fondaco;
e, dopo ogni parto, appena poteva reggersi in gambe, colà scendeva,
ancora pallida e debole, facendo un gradino
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