Il Benefattore | Page 4

Luigi Capuana
ancora... è una mia idea, forse sbagliata. Chi non risica non rosica, come si dice in Italia... Si dice anche da noi. Vedremo.
Quel demonio d'inglese, però, sapeva tutto: i prezzi dei terreni, delle derrate, della mano d'opera; che cosa non sapeva?
E giocava a tarocchi da maestro; e al bigliardo aveva una destrezza! Serio serio, dinoccolato, pareva che sonnecchiasse, e teneva intanto gli occhi aperti.
Così, senza far rumore, si era comprato quasi un feudo per quattro soldi; e comperava ancora! Non gli erano bastati Tirantello e il _Cucchiaio_: l'appetito gli era venuto mangiando. E aveva preso anche i fondi accanto: mezzo Pennino e Santa Barbara, di là delle colline. E domani partiva per l'Inghilterra, quasi andasse a Brancaccio, cioè a quattro miglia da Settefonti, dov'era la rimessa della vettura postale, su lo stradone laggiù!
--Inglesi!--esclamava il sindaco.--Gente che sa fare e non sta mai con le mani in mano, come noialtri!
--E lei, che ha pure tanti quattrini, perchè non ha fatto e non fa?
--Perchè, caro Ricevitore... perchè... Non ne ragioniamo, è meglio!

III.
Due mesi dopo lo avevano visto ricomparire fresco ed asciutto, quasi fosse ritornato da una gitarella di piacere; con dieci o dodici carrettate di cassoni misteriosi, portati dalla stazione di Valsavoia, e messi a dormire in un vasto locale della rimessa postale preso in affitto fino a che egli non avesse potuto provvedere altrimenti.
Di cima al Muraglione, i galantuomini del Casino andavano ad osservare, due, tre volte al giorno, i lavori delle squadre di uomini che laggiù abbattevano siepi di fichi d'India, ammonticchiavano sassi per costruire il gran muro di cinta lungo lo stradone, appianavano rialzi di terreno, sgombravano la linea, tracciata dall'ingegnere, che dal posto dove dovea sorgere il cancello saliva a zigzag fino alla casetta rurale dei Laureano già abbattuta dalle fondamenta per far luogo al _Cottèg_, come avevano sentito dire che sarebbe chiamata la villa.
E di lassù si distingueva benissimo l'inglese che andava qua e là, dando ordini, sotto l'ombrello cenericcio sempre aperto contro il sole, e sollecitava e dirigeva, instancabile. Poi, verso sera, gli vedevano riprendere la via del paese, cavalcando alla testa dei suoi uomini, al pari di un generale, com'era partito la mattina, all'alba, dopo averli rassegnati (erano quasi un centinaio) e averli disposti in squadre, secondo i diversi lavori a cui venivano addetti.
Gli uomini partivano cantando in coro, con gli strumenti del lavoro in ispalla, marciando alla soldatesca. E come i soldati pel loro capitano, si sarebbero fatti ammazzare per quel padrone che li pagava bene, puntualmente; che li ristorava con buone minestre, con ottimo vino; che li faceva riposare un paio d'ore, quando il sole saettava dal meriggio; non rifiutando mai una persona che gli si fosse presentata per chiedere lavoro; pagando il medico e le medicine, se qualcuno di loro si ammalava.
Nei primi mesi, i galantuomini sorridevano di compassione, crollavano la testa, pensando che la cosa era troppo bella da poter durare. Convenivano però che l'inglese si rivelava più furbo di quel che non sembrasse. Facendo a quel modo, otteneva che i contadini e gli operai lavorassero il doppio quasi senza accorgersi di lavorare. Infatti in meno di due mesi, le grillaie di Tirantello e del Cucchiaio erano quasi irriconoscibili; il muro di cinta, terminato; lo stradone serpeggiava fino a piè della collina; e si vedevano già i fossati delle fondamenta che tracciavano lo scheletro del Cottage.
--E poi?--domandava il canonico Medulla.
--Dice che vuol piantare un vigneto da una parte--rispondeva il sindaco--e un giardino di agrumi dall'altra.
--E l'acqua? D'onde la caverà l'acqua per inaffiare il giardino?
--Ha già fatto cominciare gli scavi. Intanto ha quella del mulino dal Cucchiaio.
--Due gocce! è pazzo da catena costui. Un giorno, abbandonerà baracca e burattini e scapperà coi debiti che ha fatto nelle Banche di Catania; lasciatevelo dire da me!
--Ma sono quattrini suoi quelli che prende dalle banche, quattrini depositati, messi a frutto.
--Fandonie!
--Costui ci darà una bella lezione, signor canonico!
--La lezione la riceverà lui, e di che sorta!
Andare ad affacciarsi dal Muraglione per osservare i lavori dell'inglese, laggiù, era diventato l'occupazione giornaliera dei galantuomini che ordinariamente ozieggiavano in Casino, dicendo male di questo e di quello, ammazzando il tempo con interminabili partite a tarocchi o al bigliardo, o sbadigliando seduti in circolo, su la terrazza che dominava il Largo della Matrice e quasi segregava il Casino dal contatto della gente radunata davanti a la chiesa, le domeniche; contadini la più parte. Le gite al Muraglione formavano un diversivo, davano pretesto a discussioni, a malignità anche; perchè quando noi vediamo fatto da altri quel che, con nostro profitto, avremmo potuto fare e non abbiamo voluto o saputo fare, l'attività altrui ci insinua nell'animo un rancore chiuso; ci sentiamo quasi frodati di quel che ci sarebbe stato facile possedere e che scorgiamo intanto in mano di uno che ci apparisce ora un intruso e fino a ieri compiangevamo o disprezzavamo
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