I moribondi del Palazzo Carignano | Page 9

Ferdinando Petruccelli della Gattina

che è stato presidente di età e che riempì questa funzione con
moltissima capacità. Io credo nondimeno che il conte Sanseverino, il
signor Abatemarco, Avezzana, Gustavo di Cavour, Vegezzi.... siano
così vecchi per lo meno che il signor Zanolini. Il più giovine è un

siciliano, un tal Bruno, il quale siede.... alla destra! D'ordinario, io ho
veduto in Francia, in Inghilterra, in America, i giovani--i quali sentono
piuttosto che non calcolano--sedere alla sinistra. In Italia servirebbero
di tabouret ai piedi di un ministro! Giovani come il Bruno, ma più
modesti e più degni, seggono altresì alla destra od al centro, i signori di
Sierra, Campagna, Barraceo, Serra, Mureddu... Noi abbiamo inoltre sei
balbuzienti, cinque sordi, tre zoppi, un gobbo, degli uomini ad occhiali,
un gran numero di calvi--quasi tutti. Non un sol muto! ciò che è una
sventura. Imperocchè parlando tutti, ciascuno dimanda l'ora sua per
farsi udire--non fosse che per farsi leggere dai suoi elettori.
Noi abbiamo, come in tutti i Parlamenti, la distinzione di destra, di
centro, di sinistra. Ma questa distinzione non è assoluta. Vi sono
parecchi deputati che seggono alla sinistra e votano costantemente con
la destra: altri che, anche sedendo alla destra, votano talvolta con la
sinistra.--Verdi, per esempio, Gallenga. Poi vi sono le farfalline. Sfido
chi possa assicurare a qual nuance della destra appartengono Broglio,
Alfieri, Scialoia ed oggi Minghetti--ed altri parecchi. Nelle prime
settimane videsi anche qualche cosa di più curioso. Un deputato
siciliano, il signor Paternostro, andarsene alla destra per attaccare
qualche deputato dell'estrema sinistra, onde esser sostenuto e sedere
nondimeno alla sinistra, a lato di Lafarina, suo capo di fila. Queste due
altre farfalle si sono ora fissate--non è duopo dir dove. Un bey
dell'Impero ottomano ed un consigliere di Stato del Regno d'Italia non
poterono incanagliarsi tra gli onorevoli della sinistra.
La destra non ha tinte ben recise; se non che seggono su i suoi banchi
parecchi pretendenti, parecchi rivali più o meno mascherati del conte di
Cavour--o di qualunque altro ministro--cui cercano rimpiazzare.
Ricasoli, Mamiani, Buoncompagni, Farini, Lanza.... sono là, spiando
l'ora, l'occasione, il pretesto sia per dare addosso al Gabinetto che
naufraga, sia per essere chiamati a farne parte. Essi hanno un occhio al
banco dei ministri, un altro alla sinistra dove accampa il terzo partito.
Essi attendono un segnale. La massa della destra vota come un sol
uomo col Ministero. Su questi banchi sonovi altresì gli agenti
provocatori, gli abbaiatori del conte Cavour. Trattasi di offendere
qualche membro della sinistra, di gittare una parola malevola contro

Garibaldi, di accusare il partito di azione? un uomo è presto trovato: un
siciliano--o Spaventa--scatta su da questi banchi, e mugge, e morde, e
bava. Ma su questi banchi siedono altresì degli uomini convinti, di una
grande considerazione, di un'onoranza a tutta pruova, di una probità
irreprovevole, i quali votano col Ministero, non perchè esso è il
Ministero, ma perchè la loro coscienza comanda loro di sostenerlo. Io
non voglio nominare che il signor Gustavo di Cavour e Menotti.
La morte del conte di Cavour non ha fatto cangiare la tattica. Gli stessi
uomini, ed altri ancora, seguono le stesse evoluzioni d'incontro al
barone Ricasoli. Che questi cada domani, e la stessa manovra comincia
col suo successore. La strategia dei Parlamenti è invariabile.
Il centro è le radeau de la Méduse. Là sonosi aggruppati tutti i
naufraghi. Tutti i frantumi, épaves, del partito del conte di Cavour, che
si ruppe nell'Italia meridionale, sono venuti a posarsi su questi banchi.
Questa consorteria può essere denominata il partito delle pretensioni
impotenti, degli ambiziosi fulminati.--Icari di cartone imbrattato. Il
centro è l'albergo degli Invalidi del presidente del Consiglio. Non vi è
quivi un sol uomo che non sia sfregiato, éclopé, politicamente, o che
non lo sarebbe prestissimo se lo si mettesse all'opera: imperciocchè essi
sono fusi quasi nello stesso stampo, moule. Gli uomini dei centro non
hanno più forza, ma essi non mancano perciò di speranza. Al centro
siedono Liborio Romano, De-Vincenzi, Poerio, Piria, Conforti, Cicconi,
Senegli, Scialoia, Pisanelli.... l'è il quartier generale dei deputati
napoletani, di cui Poerio si crede il capo--il capo putativo--ma che non
ha capo. Pulvis et umbra! Essi non hanno che un voto, cui cercano
utilizzare.
Se il centro è l'accampamento degli uomini politici storpiati, la sinistra
è la sede degli uomini di Stato in isbozzo, per il momento. Io dico per il
momento, perocchè è là che si carica la mina, la quale deve fare saltare
il Gabinetto attuale--l'attuale è di tutti i tempi--è là che si formano, che
si aggruppano, che si concentrano, che si distribuiscono le parti coloro i
quali--non passa giorno--si mostrano sulla arena per dar battaglia a
qualunque presidente del Consiglio. Il capo naturale della sinistra ove
tiensi il terzo partito è il signor Ratazzi. Egli è l'ammiraglio di questo

naviglio minaccioso, carico di cifre, di lirismo,
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