speranza entra baldanzosa nel cuore del giovine, e gli dice: ?va ad aprire.? Non ci va, ci corre.
Un ometto sottile e nervoso, con una faccia mobilissima e sorridente, si affaccia nel vano:
?Il signor Donato X?
--Sono io, per servirla.
--Vengo da parte del signor Martino Bruscoli.
Donato non ha mai inteso questo nome, e tira ad indovinare:
?Lo zio di Costanza?
--Precisamente lo zio della signorina Costanza.
E l'ometto in così dire è guizzato in camera, sorridendo e guardandosi intorno coll'aria d'uomo soddisfatto di sè medesimo.
Anche il giovine studente ne è soddisfatto; il volto, i modi, tutto gli piace nell'incognito, sente che se lo stringerebbe volentieri al petto, ma un naturale sussiego lo trattiene.
In quella vece accosta un seggiolone, invita il nuovo venuto a sedere, e gli domanda col miglior garbo possibile:
--Ella è il signor?...
--Come le ho detto, vengo da parte del signor Martino Bruscoli, ripete l'ometto, chiudendo un occhio e cacciando una mano nella tasca del farsettone.
Che modi, che sorriso, che uomo adorabile!
VI.
?Martino Bruscoli mi ha detto:--Compare, tu vai a Milano?--Sicuro, ho detto, ci vado e mi ci fermerò qualche giorno.--Ebbene hai da farmi un piacere.--Dieci.--è per un collocamento di denaro di mia nipote colà, cinque mila lire a mutuo, tu porterai la somma, mi ha detto.--La porterò.--Sono cinque mila lire, le consegnerai al signor Donato X studente di matematica, abitante in Via Moscova numero 11, entro il giorno di domani infallibilmente.--Con tua pace, ho detto, come fai a dare a mutuo i capitali di tua nipote ad uno studente di matematica? è almeno maggiore d'età il signor Donato X?--è maggiore d'età; ha talento e sarà presto ingegnere; gl'ingegneri di talento guadagnano molto denaro; faccio un ottimo negozio; il sei per cento netto; impiego sicuro; e poi il signor Donato ha anche l'eredità del vecchio padre in prospettiva; gli uomini non sono immortali, ed è nell'ordine naturale delle cose che....
Donato interrompe il dire dell'incognito, cacciando le mani nei capelli con un atto di dolore.
L'altro, da uomo che non vuol sprecar tempo nè fiato, ammutolisce, squaderna un pacco di carte che ha tolto dal portafogli, depone una busta chiusa sul tavolino, nasconde le altre carte nel portafogli e il portafogli in tasca, e quando Donato risolleva il capo, gli batte famigliarmente sull'omero, e prosegue:
?Bravo giovinotto! bravo giovinotto! Martino Bruscoli è un uomo d'affari nudo e crudo, va diritto alla quistione, non le gira intorno, come fa il cuore, come fa il sentimento--cattivi negozianti tutti e due--ed io sono un po' come Martino Bruscoli; scusi sa, si capisce che calcolare sulla morte di un padre per....
--Io ne sono la causa....
--è vero anche questo; se Martino Bruscoli pensa all'età del suo signor padre è perchè le dà il denaro della nipote, e le dà il denaro perchè oggi scade la cambiale, e la cambiale scade perchè ella l'ha fatta... ed ella l'ha fatta perchè si è data un po' di spasso... giuoco, baldorie, donnette, si sa, ventidue anni! li ho avuti anch'io--ventidue anni sono, ed ora che li ho due volte, le assicuro che non valgono la metà....
L'uomo d'affari ride del proprio scherzo, ma vedendo che Donato non gli bada, si batte sul ginocchio coll'aria di dire: ?bravo, ci si badi o no, la tua arguzia è saporita!?
?Il signor Martino le ha detto tutto questo? domanda il giovane sollevando il capo fieramente.
--Nobile fierezza, giovinetto; non me l'ha detto lui, ma l'ho indovinato io; egli attribuisce tutto ad un momento di pazzia nel giuoco; è un buon figliolo il mio amico Martino; ha vissuto poco alla città, è un Sant'Antonio che non conosce le tentazioni nemmeno di vista....
--Il signor Martino ha avuto fede nelle mie parole e lo ringrazio; io non bazzico con donne, bevo il vino annacquato, non fumo quasi mai....
--Ella è un uomo perfetto, interrompe l'incognito chiudendo un occhio, dicevamo che sono cinque mila lire che scadono oggi; eccole....
E così dicendo rompe la busta e ne leva cinque biglietti della Banca Nazionale, che sventola ad uno ad uno e guarda attraverso la luce della finestra.
A quella vista, a quel fruscio, Donato sbarra tanto d'occhi e si sente come mozzare il fiato. Egli non ha visto mai tanto denaro in una volta, nemmeno sul tavoliere, dove pure ciascuno aveva sulle labbra parole infinitamente più grosse di quel capitale. Anch'egli ha giocato una parola, una parola piccina al paragone, ed ora deve pagare a contanti. Cinque mila lire! Quanto è facile perderle, e come dev'essere faticoso il guadagnarle!
E' par quasi che solo per suggerire queste fantasie al giovine studente l'amico del signor Bruscoli gli abbia squadernato quei pochi cenci innanzi agli occhi, perchè ora ripiglia il denaro, lo ripone nella busta, e poi nel tacquino che estrae ed inabissa un'altra volta nella tascaccia della giubba.
Donato lo guarda come istupidito. L'altro sorride, si rizza in piedi, e dice:
?Scusi, sa, non posso stare molto tempo seduto, ho bisogno di muovermi; e
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