quegli scritti politici fatti all'occasione, che si dicono altrove ?di circostanza?, ?brochures?, ?pamphlets?. Ma tutt'all'incontro, l'ufficio di fondare la politica permanente d'una nazione qualunque non può esser adempiuto bene dalla stampa giornaliera; preoccupata della giornaliera politica; non si può, non si suole adempier bene da essa, nemmeno presso alle nazioni raccolte in uno Stato, dove sono una cosa sola la politica della nazione e quella dello Stato; ma è piú impossibile che mai presso a una nazione divisa in vari Stati, dove perciò sono cose necessariamente moltiplici la politica della nazione intiera e le politiche parziali degli Stati divisi. Non serve deplorar sempre i fatti deplorabili; bisogna mutarli dove sia possibile; e dove no, sapervi applicare la politica giornaliera o permanente della patria. E cosí in una divisa in parecchi Stati, quand'anche fossero tutti rappresentativi, bisogna saper vedere che la politica nazionale permanente non è possibile a formarsi bene né dagli oratori né dai pubblicisti giornalieri di ciascuno di quegli Stati; non è possibile, se mai, se non da quegli scrittori che rotti alla pratica ed allo studio della cosa pubblica ne sappiano racc?rre i risultati in iscritti posati e meditati con mira alla patria intiera. Dico che questi soli hanno probabilitá di fondare una politica permanente della nazione italiana, perché non tengo per probabilitá computabile, tengo per poco piú che caso, quello che avvenisse mai d'un principe od uomo di Stato, cosí grande insieme e cosí fortunato, da vincere le discordie e le invidie, da racc?rre in una le diverse opinioni, le politiche parziali italiane.
Tolto un tal caso, un tal dono di Dio, che non si sprechi l'ufficio di fondare la futura politica patria, non può appartenere se non agli studi, agli scritti gravi, lungamente, virilmente apparecchiati e condotti; non può appartenere se non a voi, giovani scrittori italiani i quali venite su in etá tanto piú fortunata che non la nostra, i quali v'avete non solamente quella libertá di scrivere e pubblicare, quelle occasioni e quegli eccitamenti che non avemmo noi, ma uno scopo oramai determinato e magnifico, lo scopo di mantenere ed estendere la libertá e l'indipendenza. Non vi lasciate forse ingannare da vane speranze o vani timori, lusinghe d'ogni pigrizia, impedimenti ad ogni operare. Questa politica nazionale non ci è, ma ci può essere per opera virile di voi. Non ci è, posciaché si tituba ancora; ne' fatti, tra l'assolutismo e la libertá rappresentativa; e nell'opinione, tra la monarchia rappresentativa e le repubbliche rappresentativa o democratica o sociale o che so io, posciaché si dubita forse della stessa necessitá dell'indipendenza, certo sui modi di acquistarla ed ordinarla. Ma ella può essere poi certamente. Non sono i compatrioti vostri piú ottusi o men capaci di ragione degli altri popoli civili; sono, è vero, piú appassionati nell'azione, piú disavvezzi d'ogni politica, piú nuovi alla rappresentativa: ma non vi lasciate sgomentare; tali difficoltá son di quelle che si vincono. Voi vincerete le passioni colla ragione, purché vogliate ragionare, valendovi de' riposi che avvengono sempre tra le rivoluzioni; voi vincerete ogni ignoranza con gli studi vostri, purché li sappiate fare e scrivere poi con sinceritá, semplicitá e virilitá. Né vi lasciate soverchiare, nemmeno dal sentimento (quantunque bello, in voi giovani principalmente) del rispetto ai maggiori. I vostri grandi avi, iniziatori di tutta la coltura e di gran parte della civiltá europea, scrissero secondo le opportunitá e le possibilitá di quei princípi; non potevano scrivere secondo le possibilitá e per le necessitá de' vostri tempi progrediti e progredienti. I vostri avi piú vicini e minori scrissero di ciò che potevano, e cosí non, o male, di politica, lungo i tre secoli di servitú. E i vostri padri poterono a stento abbozzare, accennare desidèri. Voi avete un dovere, un destino severo, ma magnifico; avete tutto da fare in materia di politica nazionale, avete un'opera meno da compiere che da fare o rifare tutta intiera; tutta l'opera politica della patria vostra, tutte le parti ond'ella si compone: spiegazioni del passato, esposizioni del presente, previsioni dell'avvenire, storia generale della patria, storie speciali de' diversi Stati e delle diverse etá, politica generale e politiche speciali, statistiche od inventari delle forze vive o morte della nazione, comparazione con quelle degli avversari, degli alleati, di tutti i compagni di civiltá; ed avete ad inventare per fino le forme, i mezzi, lo stile e la lingua a tutto ciò. Tutto ciò decadde ne' tre secoli, né si può imitare da modelli piú antichi, antiquati. Voi avete tutto a fare; voi siete nella piú bella condizione che sia o possa essere al mondo, per uomini giovani, forti, e bramosi di servir la patria.
Quanto alla storia in particolare, io non vorrei cadere in quel vizio o pedanteria di esagerare l'importanza di quello studio a che abbia atteso ciascuno piú specialmente. E quindi non aderirò a quel detto, che la storia
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