grazia se ci arrivo.
TOMMY incredulo e scherzoso.
Mamm��!
GIULIA.
Dove le devo pigliare? Non lasciarmi in imbarazzo.
TOMMY.
Giocare che ne hai da parte un mazzetto?
GIULIA.
No come �� vero Dio. Sii buono, va. Dammele.
TOMMY.
Fuori le tue 500.
GIULIA.
Grazie. Vado a pigliarle.
Entra correndo nella sua camera.
TOMMY zufola a mezzo soffio dondolandosi sulle gambe, poi guarda la signora Lablanche.
Ben messa.
Prende una sigaretta e l'accende.
�� lei che veste la Ricchetti?
LABLANCHE.
La cantante? Sissignore.
TOMMY.
I miei complimenti. Ieri sera aveva un amore di costumino floreale.
LABLANCHE.
In seta mauve....
TOMMY.
Quello.
LABLANCHE.
�� una cos�� bella persona!
TOMMY.
Quaranta centimetri di vita.
LABLANCHE.
Lei l'aiuta a vestirsi.
TOMMY.
Io! S'inganna! Al contrario.
GIULIA torna un po' imbarazzata con un biglietto da 1000 che vorrebbe nascondere. A Tommy.
Qua.
TOMMY.
Ah! Bisogna che tu mi renda. Non ho che biglietti da 1000.
GIULIA contrariata.
No!
TOMMY.
�� cos��. E non mi fido della mia matrigna. A me il resto e sono qui.
GIULIA imbarazzata.
Gli �� che.... non posso....
TOMMY ridendo.
Anche tu?! Ah l'avarona! Hai una carta da 1000 anche tu? Come �� vero Dio! Ebbene paga coi tuoi adesso. Appena avr�� spezzato ti dar�� la mia parte.
GIULIA.
Parola?
TOMMY.
Parola da uomo.
GIULIA alla signora Lablanche.
A lei, signora Lablanche.
LABLANCHE.
Grazie. Dove posso scrivere la ricevuta?
GIULIA guardando i mobili sguarniti.
Non c'�� pi�� nulla qui.
TOMMY.
L�� sulla consolle.
LABLANCHE va a scrivere la ricevuta, poi la consegna a Giulia.
Ecco signora. Ho fatto come lei ha voluto.
SCENA SETTIMA.
Detti. GIOVANNI dalla comune.
GIOVANNI alla signora Lablanche.
Le domando scusa se mi son fatto aspettare. Lei ha un conto per me?
LABLANCHE.
Ho firmato adesso la ricevuta.
GIOVANNI.
Ah. Va bene.
LABLANCHE.
Buon viaggio, signora.
GIULIA.
A rivederla.
Via la signora Lablanche.
GIOVANNI a Giulia.
Ieri mi avevi domandato ottanta lire per comprare dei colori. Ti ho supplicato di non far spese, ti ho detto che ho i danari contati! Hai insistito, giurandomi di non avere un centesimo. Ero cos�� umiliato! Hai insistito tanto che te li ho dati.
TOMMY fra s��.
Guarda!
GIOVANNI.
A quanto ammonta quel conto?
GIULIA.
Oh poco....
GIOVANNI.
Fai vedere.
GIULIA.
Ho pregato Tommy, ha fatto lui. Non osavo disturbarti per un'inezia.
GIOVANNI.
Fai vedere.
Prende il conto e lo legge. A Tommy.
Tu hai pagato mille lire?
TOMMY.
La met��, la met��.
GIOVANNI.
Sei ricco anche tu.
TOMMY.
Ho fatto male a pagare?
GIOVANNI.
Hai fatto benissimo.--I denari che ha mia moglie, li ha avuti da me. Sono il frutto delle economie sulla casa, mi spiace di privamela, ma in sostanza appartengono alla casa. Ma tu, da me non li hai avuti. Sono due mesi che vedevo venire la rovina, la tua vita oziosa mi disgustava da un pezzo, la mia borsa si era chiusa per te.... Sono dunque tuoi. E ti rimborso.
TOMMY.
Oh pap��!
GIOVANNI.
Voglio che tu li prenda.
Mette un biglietto sulla tavola.
E se ti fa senso pigliarli, saranno ben collocati. Serbali. Chi sa che un giorno!...
TOMMY.
Ho avuto la vena al giuoco. Ho guadagnato dodici mila lire il mese passato.
GIOVANNI.
Lo sapevo. Mentre io mi dibattevo nel terrore del fallimento, tu passavi la notte nelle bische.
TOMMY.
Nelle bische! Al Club.
GIOVANNI.
Hai guadagnato otto mila lire in una notte. Ne fui informato la mattina. Il giorno stesso che ho convocato i miei creditori. Ti ho fatto venire nel mio studio, ti ho esposto lo stato delle cose mie. Non volevo cominciare con dei rimproveri.... non volevo mostrarti che sapevo. Aspettavo un tuo buon movimento! Non hai detto una parola. Mi �� caduto l'animo. Non sei avaro. Io so quello che pensi.
Silenzio; poi cambiando tono, a tutti e due.
Guardate che a momenti sar�� qui Massimo. Dev'essere arrivato stamattina, e far�� viaggio con noi, ben inteso. So che non �� nelle vostre grazie, e nemmeno in quelle di Nennele. E si capisce. Ho gi�� detto a Nennele quello che le spetta e dico a voi che non ammetto arie.
TOMMY.
Se io ho mai!...
GIOVANNI.
Massimo �� parente vicinissimo, ed �� la sola persona che mi sia venuto in aiuto in questa burrasca. Non lo vedevo da molti anni, �� sempre vissuto in giro per il mondo, lavorando; non l'ho chiamato, e si �� fatto vivo da s��. Senza di lui, sia detto per tua norma, Tommy, non so che sarebbe di noi. Altra cosa. Si passa per Modane, perch�� le ferrovie mi hanno dato, come ad antico consigliere, il viaggio gratuito, e conviene quindi portarci quanto si pu�� pi�� in l�� colle reti italiane. Per la stessa ragione da qui a Modane si viaggier�� in prima classe. Ma vi avverto che da Modane in poi basteranno le seconde.
A Tommy.
Me ne dispiace per i tuoi knickerbockers, ma quel bel costume ne vedr�� dell'altre e si dovr�� avvezzare. Si parte di casa fra mezz'ora. Prego di essere puntuali.
TOMMY.
Hai detto tutto? Lo sai che mi hai parlato come ad un nemico?
GIOVANNI. Con impeto prende la testa di Tommy fra le mani e lo bacia in fronte.--Trattenendo un singhiozzo.
Ti ho veduto crescere in questa casa. Non inteneriamoci. Ti serva, ti serva.
Scappa in camera sua, poi riappare.
�� venuta mia sorella?
TOMMY.
La zia Lucia? No.
GIOVANNI.
Quando viene, chiamatemi subito.
SCENA OTTAVA.
GIULIA, TOMMY, poi NENNELE, poi LUCIA.
GIULIA.
Bisogna compatirlo perch�� ha la testa debole. Se dava retta ai miei consigli non saremmo a queste.
TOMMY.
I tuoi consigli?
GIULIA.
M'intendo io. Volevo almeno risparmiargli questa spesa adesso.
TOMMY.
Oh! Tu glie l'avresti risparmiata
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