questa bella pancia la diplomazia?
--Non giudicare dalle apparenze. Vorrei che il cuore fosse pi�� giusto. E invece fa quel che vuole.
--Tre mesi al Pioppino guariscono tutti i mali.
--Faremo i nostri conti.
Finita la scalinata, la strada prese a serpeggiare tra due muricciuoli alti, ombreggiati dai gelsi e dalle piante di fico, che sporgevano dai campi: sal�� poi un trattino dura e selciata, finch�� la comitiva si ferm�� a un cancelletto dipinto in rosso che metteva in un brolo, e il brolo era attraversato nel suo lungo da un viale fiancheggiato da due folte siepi di grossa mortella regolata e riquadrata come un muricciuolo. In fondo a questo viale partiva una scala di cinque o sei gradini lunghi di vecchia pietra sconnessa con grossi vasi di limone ai lati, fino a un portichetto quasi rustico da dove l'occhio spiccavasi liberamente su tutta quanta la superficie del lago, da Lezzeno fino alle lontane sponde di Bellano o di Dervio, con tutto quanto il monte Legnone per prospettiva, come se la montagna fosse stata fatta apposta e messa l�� nell'arco di quel portichetto.
--Qui �� la mia officina, il mio salotto d'estate, il luogo dove faccio i miei sonnellini, quando �� troppo caldo. Quass�� vedi i nidi delle rondini che mi tengono buona compagnia: per di qua si va in cucina: qua c'�� un grottino fresco per il vin vecchio: per di qui si passa agli appartamenti superiori, da dove la vista �� ancora pi�� larga. Ti ho fatta preparare la stanza d'angolo che godeva la povera mamma e ti prego, se non vuoi che vada in collera, di comandare come se fossi in casa tua. L'Angiolina �� ai tuoi ordini e tu le dirai quel che fa bene e quel che non fa bene al tuo stomaco, se vuoi il caff�� alla mattina o la cioccolata.
Cresti non aveva mai detto tante parole in un mese quante ne disse quel giorno, in cui sentiva moversi dentro e ronzare tutto uno sciame di memorie di cose pensate e non dette, di sensazioni rimaste chiuse e come sprofondate nei crepacci pi�� oscuri della sua coscienza d'uomo solitario e irritabile. A Massimo aveva scritto d'un certo suo progetto in aria e Massimo era venuto per aiutare un povero uomo a tirare abbasso questo grosso pallone, in cui viaggiava una sublime speranza.
Flora, quella Flora dai folti capelli rossi, quella bambina che in dodici anni si era fatta un donnone aveva ormai preso possesso del suo cuore.... L'idea ch'egli potesse essere per Flora qualche cosa di pi�� d'un vecchio amico andava prendendo da un anno in qua sempre pi�� consistenza: e pi�� ci pensava e pi�� gli pareva di ribadire quell'uncino nel cuore. E batti e batti, ormai se lo sentiva cos�� conficcato quell'uncino che levarlo da s�� non avrebbe saputo senza lacerarne tutta la carne. Ecco perch�� aveva fatto venire un amico dalla mano medica e delicata. Era strano, quasi inesplicabile alla sua et�� (trentasette anni e mesi); ma ormai non c'era pi�� dubbio: egli era innamorato. Innamorato, egli, Cresti, d'una figliuola di ventidue anni, di quella figliuola l��? egli che si sentiva non vecchio fisicamente, ma esteticamente vecchio e giunto a quella saziet�� della vita che fa parere tutto finito? Eppure era cos��, cari signori! e questa passione era per lui molto pi�� formidabile in quanto si presentava al vecchietto con un'attrattiva nuova e sorprendente, non come un ritorno d'un'antica primavera, non come un bel giorno di tardo autunno, ma come un fenomeno non mai n�� provato, n�� previsto, con tutti gl'incanti e con tutte le seduzioni d'un amore di sedici anni. Egli non aveva mai amato cos��, a suo tempo, colpa sua, forse: ma il rimorso di non avere saputo amare non faceva che aggiungere uno stimolo di pi�� a questo amore in ritardo e di riparazione.
Qualche volta egli si rimproverava questa debolezza nei frequenti soliloqui con cui istigava se stesso.--Che vuoi che faccia di te quella ragazza? che cosa vuoi ch'ella trovi in te, vecchio e rustico coltivatore di cavoli? ha ben altri ideali per la testa la signorina del Castelletto: o se per non saper far altro, si rassegnasse a sposarti, non ci sarebbe pericolo che s'ingannasse sulle sue stesse intenzioni e che vi trovaste ingannati a vicenda? Nel giuoco d'amore una sola �� la partita e a chi tocca lo scacco matto �� suo danno.
Mille volte erasi gi�� ripetuto queste considerazioni, stando tutto solo le lunghe sere d'estate sotto il portichetto del Pioppino coll'occhio fisso alla torretta merlata del Castelletto, finch�� le case alla riva s'immergevano nelle tenebre e nella luce d'una finestra vedeva passare o credeva di veder passare un'ombra. Di questi suoi scrupoli aveva riempite le ultime lettere a Massimo Bagliani che s'era mosso anche per questo, uscendo da un esilio che, secondo il decreto, doveva essere perpetuo.
La stanza assegnata al signor
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