Cardello | Page 8

Luigi Capuana
ho chiamati come li chiamano tutti, signor brigadiere.
--Va bene: è l'inguiria, come dicono qui, il nomignolo di cui li regalano la gente dei paesi attorno....
--E l'offesa fatta a me la contate per niente, signor brigadiere?
--Quale offesa?
--Faccio una serata di onore pei signori, con inviti, a pagamento s'intende, rimettendomi alla loro buona grazia, alla loro generosità; il Sindaco accetta di proteggerla.... Mi ha mandato cinque lire con l'usciere! E i signori intanto.... Che cosa si credono? Divinità?... Bestie che non capiscono niente dell'arte dell'opera... perchè altrimenti sarebbero intervenuti e non avrebbero mandato invece le loro persone di servizio....
--Hanno mandato anche quattrini....
--Gliele ributto in viso le cinquanta miserabili lire che sono ancora là... Lia, dov'è il vassoio?
--E domani che cosa farete?
--Domani? Ma io vado via sùbito da questo porcile!--
E così parlando, l'Orso peloso non aveva smesso di spiantare le assi del palcoscenico, di piegare le quinte di carta e il sipario, aiutato un po' da Cardello che aveva aperto gli occhi spauriti dalla paura ed era indignato anche lui per l'offesa fatta al suo principale.
* * *
La povera madre, tuttavia in maglia, col rossetto che le si scioglieva su le guance in larghe righe per le lacrime che le sgorgavano silenziose dagli occhi--e lei non badava ad asciugarle--era curva su la piccina, che, stesa sul pagliericcio dietro il palcoscenico, non tossiva più e non si lamentava più, con nel pettuccio un rantolo che le moriva nella gola e le faceva fiorire di tratto in tratto bollicine di bava su le labbra pavonazze.
La povera madre non osava di piangere forte, di gridare:--Figlia, figlioletta mia!--per non irritare di più il marito che bestemmiava e brontolava l'ingiuria contro quel porcile e i signori che lo abitavano; ed erano veri, verissimi porci...--Sì, signor brigadiere!--
Sentendo singhiozzare dietro il palcoscenico, il brigadiere aveva sporto il capo e si era precipitato verso la donna che si dava pugni su la testa e si strappava i capelli. Alla vista di lui, sembrò ch'ella prendesse coraggio, che si sentisse difesa contro la possibile brutalità del marito, e i singhiozzi le proruppero dalla gola e poi l'urlo desolante:
--Figlia, figliolina mia!--
Cardello diè un salto giù dal palcoscenico, e scoppiò in pianto anche lui, con le mani tese verso la morticina quasi avesse paura di avvicinarsi e la chiamava per destarla, giacchè non gli pareva morta ma addormentata.
Anche don Carmelo era accorso; e dimenticando il porcile e quei porci di signori contro cui avea seguitato a brontolare, raccomandava al brigadiere che tratteneva per le braccia la madre desolata:
--Lasciatela sfogare, signor brigadiere! Sarà meglio!... La portiamo via; non voglio lasciarla qui.... Neppure morta!--
E con le grosse mani si asciugava inconsapevolmente le lacrime che non gli inumidivano gli occhi, impietrate dentro....--Neppure morta! Neppure morta!

IV.
UN DRAMMA.
Rizzavano il palcoscenico nello stanzone dove altre volte don Carmelo aveva ottenuto grandi successi coi suoi burattini. In quella graziosa cittadina egli era così conosciuto, che fin l'unico giornaletto settimanale aveva annunziato come un avvenimento l'arrivo del Re dei burattinai con molta soddisfazione dell'Orso peloso, come Cardello continuava a chiamarlo anche quando ne parlava con la povera padrona, che ne sorrideva. Ma pur canticchiando o saltando, Cardello non poteva togliersi dalla mente il triste ricordo di quel viaggio notturno con la morticina avvoltolata nella vecchia coperta di lana e posta sui cassoni e su le assi e i travicelli di cui era ingombro il carro. Egli e la inconsolabile madre lo avevano seguito a piedi, per parecchie miglia, mentre don Carmelo, fumando la pipa, e il carrettiere un mozzicone di sigaro, seduti su la tavola davanti, scambiavano di tanto in tanto qualche parola. Poi, all'alba, alla svolta dove lo stradone provinciale s'incrociava con la strada comunale, un carrettiere, pregato dall'altro che lo conosceva, li aveva presi sul suo carro vuoto, ed era stato un ristoro.
La morticina avea dovuto rimanere quasi mezza giornata nello stanzone prima di esser portata via al cimitero. Erano venuti il medico del Municipio e il brigadiere dei carabinieri, e la mamma avea ripreso a piangere e a lamentarsi sommessamente, per non irritare don Carmelo, che durante la visita del medico e del brigadiere era divenuto di pessimo umore alle tante domande di costoro.
--Sissignore, è morta per via; chi poteva immaginarselo?
--Non avevate chiamato un medico?
--Due, anzi--mentì don Carmelo--ma non ci dissero che la bambina era in pericolo.--
Prima che entrasse il beccamorto con la cassetta sottobraccio, una pietosa vicina aveva trascinato in casa sua la madre per non farla assistere alla dolorosa scena. Non voleva staccarsi dal cadaverino e lo baciava e ribaciava, gemendo:--Figlia, figliolina mia, cuor mio!--Cardello stralunato avea voluto accompagnare la morticina fino al cimitero, piangendo quasi si trattasse di una sorella.
E ora, aiutando il padrone a inchiodare le assicelle dello scenario e a piantare i travicelli delle quinte e della bocca d'opera, canticchiava e zufolava sottovoce per ingannare la gran pena che aveva nel cuore.--Purchè non ci
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