cos�� quando mi fido al tatto--piccole imprudenze quasi sempre innocue--ma se entro a far funzionare il cervello od il cuore, non ne imbrocco una giusta, parola d'onore! Dieci anni sono io era spiritualista, credevo a tutte le verit�� che insegna la madre Chiesa, perch�� le dovevo credere; le credevo senza intenderle, come consiglia la Dottrina, e ne ero persuaso; oggi che la scienza mi ha aperto gli occhi, non ho pi�� la fede, e mi sono fatto un'opinione ferma che allora fossi un grande.... Devo dire la parola?
--Dica.
--Un grand'imbecille... Allora ed oggi io era persuaso, e pure allora od oggi, secondo le idee volgari, avevo torto; invece ho sempre avuto ragione, perch�� la ragione od il torto sono parole. I fatti eccoli, e glieli garantisco: l'equilibrio delle facolt��, i moti delle fibre, la temperatura del sangue e degli umori.
--Diceva dunque che mio marito?....--interruppe Ernesta abbandonandosi sul divano.
--Il mio amico Leonardo ama la sua libert�� (�� fatto cos��), ama pure sua moglie, ma pi�� la libert�� (non ci pu�� nulla); vorrebbe accontentarle tutte e due.... potendo.
--E non potendo?
--Non potendo, egli viaggier�� spesso e la signora passer�� alcuni mesi in campagna; cos�� sar�� liberata dalla vista odiosa del marito.... (parole testuali) se per�� le accomoda.
--Mi accomoda,--disse Ernesta balzando in piedi e suonando il campanello.
--Che fa ora?--chiese il dottore rizzandosi,--non si ecciti cos��; ella tanto giovane, tanto bella, tanto spiritosa! Ah! �� un peccataccio nero farla andare in collera! Il mio amico Leonardo non ha senso comune....
--Non m'importa di lui,--disse Ernesta, ed aggiunse volgendosi ad Olimpia accorsa alla chiamata:--Prepara subito le mie valigie, parto oggi stesso....--
La cameriera fece cenno di s��, guard�� il dottore e se n'and��; Agenore, pigliando per mano la bella adirata, la trasse con lieve violenza sul divano e cominci�� colla sua voce carezzevole:--Povera creatura! Povera creatura! Quante doti inapprezzate ed inapprezzabili, quanta bellezza, quanto sentimento, quanta bont��! Tutte le pi�� felici emanazioni d'un organismo eletto! Il tanto da far beato un misantropo! E codesto Leonardo!....
--Che ne importa a me di Leonardo!--ripet�� la bella con accento che invano voleva parer duro;--questo mondo �� vasto, ci posso vivere anche senza Leonardo, ci vivr��, e sar�� felice, perch�� alla fine....
--Perch�� alla fine,--prosegu�� il dottor Agenore accalorandosi, alla fine la vita �� breve, e la giovent�� fugge, e la bellezza svanisce, e i fluidi perdono la loro elasticit��, e quella febbre simpatica che piglia in una volta due esseri....--
Il dottore non ebbe tempo di dare il suo nome volgare alla febbre simpatica che piglia in una volta due esseri, perch�� Ernesta, obbedendo ad un impeto irresistibile, proruppe in lagrime e nascose la faccia fra le mani.
Non si era mai aperto un orizzonte cos�� ampio agli occhi del medico materialista, il quale ebbe le vertigini, fece un sogno audace, ed approfittando della licenza che gli dava la sua veste dottorale, prodig�� un mondo di carezze poco scientifiche alla bella donna. Forse per la prima volta in vita sua egli si accorgeva del fascino sintetico che emana da una creatura di genere femminino. E si trovava senza avvedersene a vagheggiare le forme leggiadre di quel corpo che aveva le seduzioni della bellezza, della grazia, dell'abbandono e del frutto proibito. Bisogna dire che i filosofi materialisti non siano corazzati meglio degli altri e che il conoscere gli elementi, di cui si compone una corbelleria, non renda molto pi�� forti nel resistere alla tentazione di commetterla. I nervi del dottor Agenore ne stavano appunto commettendo una, e il cervello, coll'aria di volersene stare in disparte, se ne faceva l'istigatore ed il complice.
Si indovinano le fantasie di quell'uomo cos�� poco fantastico; egli vedeva una bella donna sul punto di separarsi da un marito indegno, l'accompagnava nella solitudine, spiava gli occulti moti del suo cuore e ne scandagliava il vuoto.... si sentiva un desiderio cocente di colmare quel vuoto, di pigliare il posto dell'indegno, e trovava quel desiderio legittimo.
--Ah!--diceva egli perdendo assolutamente di vista la dottorale gravit��,--ah! cara signora, non le mancher��, no, chi l'adori come ne �� degna; quel povero Leonardo �� malato, non capisce il bello, non sa amare robustamente, la linfa lo atrofizza, i cattivi umori gli inacidiscono l'umore...., a lei doveva toccare in sorte un uomo gagliardo, di temperamento sanguigno (il temperamento meglio fatto per l'amore), un uomo non viziato dall'abuso, non stanco dei piaceri, ma che dalle fatiche d'una vita studiosa sapesse volare....--
Il dottor Agenore disgraziatamente non sapeva volare sulle ali della rettorica meglio di cos��, ed anche cos�� non poteva durare un pezzo. Si ferm�� per ripigliar fiato, ebbe un momento di rilassatezza delle fibre e temette di essere andato troppo oltre.
Ernesta, riasciugate le lagrime, teneva gli occhi immobilmente fissi sul pavimento; probabilmente non aveva inteso nulla.
Agenore si guard�� alla sfuggita nello specchio, si rimprover�� in cuore di non essersi fatto radere al mattino, fece uscire i polsini dalle maniche del farsetto coll'aria
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